domenica 14 dicembre 2014

Anna Meyer Berliner, l'unica donna nel laboratorio di Wundt a Lipsia.



Il 21 dicembre di 126 anni fa nasceva Anna Meyer ad Halberstadt, in Germania.
Morì a 88 anni nel 1977, assassinata in casa a Forest Grove, in Oregon, da uno studente di 16 anni, William James Watkins Jr. che, al rifiuto di dargli dei soldi, la colpì ripetutamente in modo efferato con un coltello e una matita. Fu ritrovata dopo tre giorni dopo che i vicini diedero l'allarme, non vedendola. Watkins confessò il delitto e fu condannato all'ergastolo.

Risulta ancora più tragica quell'aggressione da parte di uno studente se si pensa che Anna Berliner nel corso della sua carriera accademica statunitense pagò in forma anonima le tasse universitarie ad alcuni studenti che non potevano permettersele e che lasciò i suoi averi all'Università Pacific in Oregon e all'Università di Göttingen in Germania.
Tali averi includevano il risarcimento da parte della Repubblica Democratica Tedesca delle proprietà requisite alla famiglia Meyer Berliner durante il nazismo.

Anna Meier Berliner è tra le più importanti personalità della storia della psicologia ma condivide con altre donne del secolo scorso la sorte della dimenticanza e dell'esclusione dalle antologie.
Aveva studiato medicina a Friburgo e a Berlino nel Laboratorio di Psicologia.
Dopo aver sposato il fisico Sigfrid Berliner, nel 1910 si trasferì con lui a Lipsia. Aveva così l'opportunità di continuare a studiare psicologia nel primo laboratorio di psicologia sperimentale, fondato da Wilhelm Wundt nel 1879. Non fosse per il fatto che le donne non vi erano ammesse. 
 

Iniziò allora a frequentare lezioni e seminari, che erano aperti anche alle donne. Il suo interesse e la sua curiosità per gli strumenti presentati durante le lezioni la portarono al cospetto dell'ottantenne “eccellenza” Wundt. Come scrisse nel 1959:

Era la prima volta che parlavo a Wundt. Fu molto cordiale, mi chiese degli studi precedenti e nel sentire di tutti i corsi che avevo seguito a Berlino e a Lipsia mi disse semplicemente che non c'erano ragioni per le quali non potessi diventare un membro del suo laboratorio.
Rimase presso il laboratorio per tre anni fino alla discussione della tesi di dottorato, tra il 1913 e il 1914, sugli aspetti oggettivi e soggettivi dell'esperienza sensoriale.

Proprio così: Anna Meyer Berliner è stata l'unica donna a frequentare il laboratorio di Lipsia e l'unica a conseguire il dottorato con Wundt.

Nel 1914 i Berliner si trasferirono in Giappone e Anna iniziò a lavorare all'Ospedale Psichiatrico dell'Università Imperiale di Tokyo. Lo scoppio della I Guerra Mondiale li rese ospiti non graditi e mentre il Professor Sigfrid fu confinato a Shikoku con l'accusa di spionaggio, Anna dovette lasciare il Paese e trasferirsi negli Stati Uniti, inizialmente a Berkeley dove lavorò con George Malcolm Stratton e successivamente a New York, dove fu ricercatrice alla Columbia con Robert Woodworth e James Cattell e all'orfanotrofio ebraico di New York.

In quegli anni pubblicò tra gli altri un articolo relativo allo studio sperimentale dell'influenza del lavoro mentale sulla memoria visiva di immagini: il tempo di mantenimento dell'immagine [l'intervallo di ritenzione] e la durata della singola immagine sono i migliori indicatori dell'influenza del lavoro mentale sull'immagine stessa, mentre il numero di immagini non mostra alcuna influenza.


Finita la grande guerra, le fu possibile tornare in Giappone, dove Anna Meyer Berliner si trasferì nel 1921, rimanendovi per 10 anni. A Tokyo insegnò all'Università Nihon e collaborò con l'amministrazione e con diverse aziende allo sviluppo di test psicometrici in ambito lavorativo, ponendo le basi per la nascita della psicologia applicata in Giappone.
 
A questo periodo risalgono due importanti pubblicazioni - sullo studio dell'impatto di diversi tipi di annunci pubblicitari nei giornali e della cerimonia del tè - che dimostrano l'interesse e lo studio approfondito della cultura giapponese.
I Berliner sopravvissero al grande terremoto del Kantō, che devastò Tokyo il 1° settembre del 1923 e causò più di 100.000 morti.

Nel 1932 tornarono in Germania, a Berlino ,dove Anna si occupò di ricerche di mercato e psicologia dello sviluppo. Ma nel 1936 a causa delle persecuzioni del nazismo contro gli ebrei furono costretti a trasferirsi negli Stati Uniti come rifugiati.

Nel suo curriculum del 1940 scriveva:
Le interruzioni nella cronologia delle esperienze professionali sono dovute a due guerre, una rivoluzione, un terremoto giapponese e all'attività di ricerca.
Lavorò come ricercatrice inizialmente all'Università dell'Ohio e insegnò il giapponese a studenti e soldati. Alla fine della II guerra mondiale, intraprese l'insegnamento della psicologia a tempo pieno al Northern Illinois College of Optometry con corsi sulla psicologia della percezione visiva.
Nel 1949, a 61 anni, fu nominata professore alla Pacific University a Forest Grove, in Oregon dove continuò gli studi sulla psicologia visiva, fu autrice di oltre 20 pubblicazioni e collaborò con la Scuola di Optometria, dimostrando i benefici della cooperazione interdisciplinare in ambito scientifico. Tale cooperazione fu tanto virtuosa che nel 1971 la società degli optometristi le conferì il prestigioso Premio Apollo.
Nella definizione dei principi della psicologia visiva delineò la sua moderna concezione che l'esperienza della visione fosse influenzata da aspetti fisiologici e psicologici, oltre che dall'oggetto in sé. Applicò tali principi a diversi ambiti, ad esempio all'analisi delle caratteristiche del test di Rorschach, evidenziandone la forma, il colore e il movimento da una prospettiva percettiva piuttosto che clinica.

Anna Berliner veniva descritta come una donna forte e sportiva: a più di 60 anni nuotava nel freddo Pacifico dell'Oregon e in inverno andava a sciare a Mount Hood.
Continuò a insegnare fino agli 81 anni.
Il marito Sigfrid era morto nel 1961.

Negli anni sessanta Anna Berliner rifiutò gli inviti di diverse università tedesche, per non rivivere le memorie del nazismo. Espresse, tuttavia, la volontà che le sue ceneri fossero traslate a Halberstadt.



Fonti:
Anna Berliner (1888-1977) by Rachel Uffelman http://www.apadivisions.org/division-35/about/heritage/anna-berliner-biography.aspx 

Guide to the Anna Berliner Collection http://nwda.orbiscascade.org/ark:/80444/xv96762

Kindermann, Thomas A., Guthrie, Gerald D. Wesley, Frank. (1993). Anna Berliner, Wilhelm Wundts einzige Studentin. Psychologie und Geschichte, 4 (413), 263-272.

 

 






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