venerdì 1 maggio 2015

Una selezione di grandi miti sullo sviluppo del bambino. Parte seconda.


Continuo la selezione dall'elenco di Hupp e Jewell nel libro Great Myths of Child Development: ecco due altri 'grandi miti' dopo quelli già svelati nella Parte prima.

I miti vanno maneggiati con cautela, possono essere pericolosi.


Mito #16
Mostrando ai bambini video cognitivamente stimolanti, si potenzia la loro intelligenza.

Origini
Questo mito è stato confezionato per rispondere a quei genitori che chiedono come possano stimolare nei primi giorni, mesi, anni di vita i propri figli, per renderli più intelligenti.
Una prima risposta fu l'effetto Mozart. Nel 1993, sulla rivista scientifica Nature fu pubblicata una ricerca nella quale gli autori dimostravano come l'ascolto per 10 minuti della Sonata per due pianoforti in re maggiore (KV 448) di Mozart determinasse un incremento di 8-9 punti di Quoziente Intellettivo, misurato con un test di ragionamento visuospaziale.
Il meglio doveva arrivare con Baby Einstein...

Critica
Come descrivono Lilenfeld e colleghi (2011), al mito dell'effetto Mozart contribuirono medici, musicisti e l'industria discografica. L'effetto di propagazione è continuato nel decennio successivo, seducendo allenatori e addirittura il governatore della Georgia, Zell Miller, che nel 1998 destinò 105.000 dollari del bilancio dello stato, per recapitare in dono a ogni neonato un CD o una musicassetta di Mozart. E il contagio è arrivato a qualche viticoltore.
Hanno contibuito anche diversi scienziati, continuando a dimostrare come, gruppi di bambini o studenti o adulti che ascoltavano una sonata di Mozart – invece di un altro autore ad es. Albinoni - risultassero subito dopo più bravi a qualche test psicometrico.
Non si sono preoccupati di verificarlo ma questo effetto - è ormai ampiamente provato - non si mantiene nel tempo. Svanisce dopo pochi minuti e così pure i punti in più guadagnati al test d'intelligenza. Tuttavia, le sue onde sono ancora perpetuate da psicoterapeuti e trainer, da libri e collane musicali.
Il punto è che ascoltare Mozart non rende più intelligenti – né da bambini né da adulti - ma ci rende più attivi e pronti per un compito successivo, come fa anche una partita a Tetris.
Ascoltare la musica, se non rende più intelligenti, allena la percezione, l'attenzione e la memoria e quindi è importante farlo spesso, non solo per 10 minuti, da piccoli.

Ormai il solco era stato tracciato e l'obiettivo di genitori ed educatori era di trovare quella stimolazione che rendesse i propri figli più intelligenti degli altri.
Il terreno era pronto per Baby Einstein e per tutto il mercato di video televisivi e DVD, cosiddetti educativi,

Realtà
Quello che è stato dimostrato è, di fatto, un deficit da video: i bambini più piccoli imitano più facilmente le azioni osservate nella vita reale e non quelle stesse azioni mostrate nei video. Hanno un potenziale di apprendimento che è più sensibile alle interazioni reali che a quelle virtuali.
Diverse ricerche hanno dimostrato che, per i bambini da 12 a 18 mesi, le interazioni reali sono significativamente più efficaci dei video, per l'apprendimento. La situazione può migliorare se i video sono visti assieme a un genitore che, durante la visione, fa domande e spiega.
I video, cosiddetti educativi, non aiutano neppure lo sviluppo del linguaggio e l'apprendimento di nuove parole. Secondo un'indagine su 1008 genitori di bambini di età comptresa tra 8 e 24 mesi (Zimmermann e colleghi, 2007), per i bimbi dagli 8 ai 16 mesi, la lettura o il racconto quotidiano di una storia corrisponde a migliori abilità verbali e l'effetto è simile per i bambini da 17 a 24 mesi. D'altra parte, i bambini di 8-16 mesi che guardano solo DVD hanno minori abilità verbali; i programmi educativi televisivi non hanno invece alcun effetto, positivo o negativo.
La risorsa più preziosa è il buon senso.
I bambini più piccoli possono guardare i video per un tempo limitato e senza la convinzione che questi insegnino loro qualcosa di più delle interazioni reali. Dopo i 2 anni qualche beneficio sugli apprendimenti possono pure averlo ma le interazioni con adulti e coetanei restano le fonti più importanti.

Ma Baby Einstein non è solo, c'è tutta la serie di Baby Mozart, Baby Bach, Baby Van Gogh, Baby Galileo, Baby Shakespeare,... e un'altra serie di DVD è quella di Brainy Baby “per stimolare l'apprendimento, da 0 a 5 anni”

La saga di Baby Einstein, dal 2001 di proprietà della Disney, è culminata nell'offerta di un rimborso alle famiglie che avevano comprato i video dal 2004 al 2009 (No Einstein in Your Crib? Get a Refund). Si trattava di una sorta di ammissione dell'inganno: quei video così diffusi, erano non educativi. 
 
Sono, però, valse a poco le segnalazioni e le richieste di cancellare l'indicazione 'educativo' da questi video.

I DVD di Brainy Baby, però, non contengono solamente un mondo di immagini simpatiche e di scene divertenti. Sono state applicate delle tecniche educative approfondite per fare aumentare ai giovanissimi spettatori la capacità logica e creativa (che sono connesse all'emisfero cerebrale di sinistra e a quello di destra).

Si tratta di una pubblicità ingannevole. 
 
Una postilla: l'uso del tablet fin dalla tenera età dimostra un apprendimento associativo (cerco-clicco-guardo/sento) – come l'uso del telecomando - ma non ha a che fare con l'intelligenza, né con il suo potenziamento.


Lilenfeld SO, Lynn SJ, Ruscio J, Beyerstein BL. I grandi miti della psicologia popolare. Raffaello Cortina Editore, 2011.

Zimmerman FJ, Christakis DA, Meltzoff AN. Television and DVD/video viewing in children younger than 2 years. Arch Pediatr Adolesc Med. 2007;161(5):473-9.



Mito #33
Aiutare i bambini a evitare le proprie paure è il modo migliore per diminuire la loro ansia.

Origini
Il desiderio di protezione dei genitori.

Realtà
I bambini possono avere fobie che condizionano la loro vita quotidiana: un cane, il buio, restare da soli, separarsi dalla mamma,... 
Evitarle serve solo a perpetuarle.
Usualmente le paure si affrontano con poche spiegazioni e cercando di contenere l'attenzione che richiamano. Occorre un atteggiamento che infonda rassicurazione prima o mentre il bambino affronta lo stimolo o la situazione - senza scappatoie - e dopo che ha superato la prova, scatta un premio, una volta dopo l'altra, finché la paura si estingue.
Quando le fobie sono gravi, è importante ricorrere a terapie psicologiche cognitivo-comportamentali: le più efficaci nel ridurre ansia e panico. Si tratta di interventi specialistici, che espongono gradualmente il bambino alla situazione scatenante, aiutano a creare nuove strategie per affrontare la paura e ne rinforzano il superamento. In genere, coinvolgono sia il bambino sia i genitori.

Il miglior modo per ridurre una fobia specifica è fornire al bambino gli strumenti per affrontarla.

Chi ha paura del buio?


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