lunedì 5 marzo 2018

Le molestie sessuali nel mondo scientifico: l'impegno di Kathryn Clancy



Le molestie sulle donne negli ambienti accademici continuano ad essere trascurate nonostante le campagne nazionali e internazionali che rivelano l'ampia diffusione del fenomeno nel mondo del lavoro.

#quellavoltache è l'iniziativa lanciata su twitter da Giulia Blasi, che ha fatto risvegliare la consapevolezza e ha dato a tante donne il coraggio di denunciare gli abusi subiti dagli uomini in un inarrestabile racconto collettivo

#metoo è l'ondata di testimonianze di molestie scaturite da un tweet di Alyssa Milano - all'indomani dello scandalo Weinstein che ha sconvolto il mondo del cinema hollywoodiano - dalla quale si è poi generato un movimento organizzato negli Stati Uniti da Tarana Burke


Nel 2014, Kathryn Clancy, docente di antropologia all'Università dell'Illinois, assieme a Robin Nelson, Julienne Rutheford e Katie Hinde, pubblicò sulla rivista scientifica PlosONE il primo e influente studio sulle molestie nell'ambiente di lavoro universitario: il 71% delle donne e il 41% degli uomini riferirono di aver ricevuto commenti molesti, il 26% delle donne e il 6% degli uomini riferirono di aver subito comportamenti inappropriati.

Nell'indagine – Vita da Scienziate - che ho condotto nel 2016 su un piccolo campione di docenti e ricercatrici universitarie italiane, l'80% delle partecipanti ha riportato di avere ricevuto, durante l'attività lavorativa, commenti sul proprio aspetto esteriore, il 64% di avere ricevuto commenti sulle proprie abilità cognitive e affettive, il 62% di essere stata destinataria di commenti e allusioni sessuali, il 30% di essere stata vittima di approcci e comportamenti indesiderati a sfondo sessuale. 

Le donne sono sistematicamente le principali vittime di molestie nell'ambiente di lavoro.

Si sta iniziando solo lentamente ad affrontare l'argomento nelle università e nelle altre istituzioni scientifiche.


Lo scorso 27 febbraio, Kathryn Clancy è stata convocata dalla Commissione federale statunitense su Scienza Spazio e Tecnologia per un'audizione sulle molestie sessuali nel mondo scientifico - Subcommittee on Research and Technology Hearing: A Review of Sexual Harassment and Misconduct in Science.



Ecco alcuni stralci del suo intervento (disponibile nella trascrizione completa e in video):

Le molestie sessuali si presentano in due forme principali: si può trattare di allusioni e approcci sessuali non desiderati oppure di “put down”, molestie di genere, ossia quei comportamenti non a sfondo sessuale che sono rudi o ostili rispetto al genere.

Mentre i primi sono quelli di cui si sente più parlare, ad esempio negli articoli su Harvey Weinstein e nei training contro le molestie sessuali, quelli più frequenti sono in realtà i secondi. Sono tipi di comportamento che la maggior parte delle donne ha subito sul posto di lavoro almeno una volta e che molte sperimentano ogni giorno. I commenti offensivi, le sottili esclusioni, le richieste di fare il caffè, sì, ma anche l'avvio di pettegolezzi, il sabotaggio di una promozione o la rovina di una carriera.


Ci sono alcune condizioni che rendono le molestie sessuali più frequenti sul posto di lavoro: quando i luoghi di lavoro sono dominati dagli uomini, non solo nei numeri ma culturalmente e quando i luoghi di lavoro tollerano le molestie sessuali, ignorando segnalazioni e denunce, vendicandosi contro i giornalisti che ne parlano o non sanzionando i perpetratori.


Nelle scienze, le molestie sessuali si manifestano in questi modi: le donne hanno meno accesso ai loro responsabili di ricerca, ai materiali necessari per condurre le loro ricerche e subiscono la costante messa in discussione della loro intelligenza e del loro valore. Ho raccolto storie di laboratori sabotati, di violazioni intenzionali della sicurezza e talvolta di violenza sessuale e stupro.


Quello che più mi infastidisce è che come al solito nella scienza tutto viene fatto passare come rigore intellettuale e meritocrazia.
È come se pensassimo che la rozzezza e la crudeltà siano analoghe all'intelligenza, senza notare che indirizziamo queste crudeltà più alle donne che agli uomini, più alle donne di colore che alle donne bianche, più alle minoranze sessuali che alle persone eterosessuali.


Così diciamo che fare una domanda cattiva a un colloquio serva a spingere le persone a diventare scienziati migliori; diciamo che se vediamo un gruppo di ricerca tutto maschile è perché in quel campo i migliori scienziati erano tutti uomini; diciamo che l'unica donna presente in un dipartimento è stata assunta per le pari opportunità. Spendiamo tanti soldi dei contribuenti a sostegno del reclutamento e dell'istruzione delle donne nelle discipline STEM solo per perderli dopo, a causa di questi comportamenti dannosi.


Troppo spesso ho sentito che le molestie e le discriminazioni siano il prezzo da pagare per avere degli scienziati stellati. Ma è davvero così?
Quando scrivo i miei articoli o analizzo i dati sulle molestie sessuali nelle scienze, penso alle vittime e ai contributi scientifici che abbiamo perso.


Abbiamo perso le loro idee, abbiamo perso le loro prospettive.
Il modo in cui abbiamo provato a risolvere questo problema non funziona, abbiamo decenni di prove che lo dimostrano. Spostiamoci da una cultura di conformità verso una cultura del cambiamento. Convinciamo le università a preoccuparsi meno delle controversie e delle eredità.


Spero vi unirete a me nell'incoraggiare le università e gli altri luoghi di lavoro scientifico ad adottare azioni di contrasto alle molestie sessuali. Ciò significa soluzioni localizzate e contestuali che creano climi rispettosi ed equi per tutti. Ciò significa concentrarsi sui comportamenti che vogliamo promuovere, non creare paura attorno a quelli legalmente perseguibili.


Voglio solo dire un'ultima cosa, perché questa testimonianza è di dominio pubblico ed è importante che io la dica...


Voglio dire oggi alle vittime che vi vedo. Vi vedo, siate state o meno in uno dei miei studi. Vi vedo quando mi mandate una e-mail, un tweet e quando rimanete in silenzio. Vi vedo e vi ringrazio per alzarvi ogni giorno. Io traggo forza da voi. Spero sappiate quanto siete importanti per quelli di noi che fanno questo lavoro.


Su facebook: Vita da scienziate

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