A
45 anni di distanza dalla sua introduzione, quello di Corsi è ancora
un test ampiamente usato negli ambulatori clinici e nei laboratori
sperimentali per misurare la memoria a breve termine visuospaziale.
Si
può rintracciare nel manuale di riferimento e di devozione di ogni
neuropsicologo, scritto da Muriel Deutsch Lezak - Neuropsychological
Assessment (1). Alla prima pubblicazione del tomo nel 1976, sono
seguite altre edizioni rivedute e ampliate, l'ultima è la quinta del
2012, scritta da Lezak e da Diane B. Howieson, Erin D. Bigler e
Daniel Tranel.
Nella
descrizione di Lezak, che poi come sempre include le Evidenze
neuropsicologiche e le Varianti,
il test consiste di 9 cubi neri di circa 4 centimetri, fissati in
ordine casuale su una tavoletta nera e numerati progressivamente
sulla faccia rivolta all'esaminatore. L'esaminatore toccherà i cubi
in sequenze predeterminate di lunghezza crescente e il soggetto,
seduto di fronte all'esaminatore, dovrà ripetere ciascuna sequenza
toccando gli stessi cubi nello stesso ordine. Ne risulterà lo span
visuospaziale ossia il massimo di posizioni che quel soggetto è in
grado di mantenere nella memoria a breve termine spaziale.
It consists of nine black 1 ½ -inch cubes fastened in a random order to a black board (see Fig. 9-10). Each time the examiner taps the blocks in a prearranged sequence, the patient must attempt to copy this tapping pattern.
Il
test di Corsi è stato descritto per la prima volta nel 1971 (2)
dalla pioniera Brenda Milner – splendida neuropsicologa 97enne
ancora al lavoro e della quale a volte ci si dimentica – ed era
stato messo a punto dal suo allievo Philip M. Corsi, per studiare i
disturbi di memoria nei soggetti sottoposti a resezione chirurgica
del lobo temporale.
L'altro
riferimento bibliografico è la tesi di dottorato di Corsi del 1972
(3), presentata “a parziale adempimento dei requisiti del titolo”
al Dipartimento di Psicologia dell'Università McGill di Montreal in
Canada.
La
tesi presenta lo studio sperimentale di soggetti che avevano subito
la resezione del lobo temporale di sinistra (n=39) o di destra (n=39)
come terapia dell'epilessia. Una pratica chirurgica efficace in
alcune epilessie resistenti alla terapia farmacologica.
Si
trattava di soggetti con livello intellettivo nella media e con
dominanza per il linguaggio nell'emisfero cerebrale sinistro.
Inoltre, Corsi somministrò i quattro test approntati, anche al
famoso paziente amnesico HM, a 15 anni dall'intervento
neurochirurgico di asportazione bilaterale dei lobi temporali e
dall'inizio della meravigliosa avventura degli studi neuropsicologici
sulla memoria.
Nell'introduzione,
Corsi descrive il comportamento quotidiano dei soggetti con amnesia
globale da asportazione bilaterale dell'ippocampo: ogni evento viene
dimenticato non appena l'attenzione si sposta su altri fatti e così
“sembrano vivere da momento a momento”. È
proprio quello che dice Hiroshi Sekine, nel film documentario di
Hirokatzu Koreeda.
L'introduzione
della tesi prosegue focalizzandosi sui soggetti con lesione
unilaterale del lobo temporale, che manifestano deficit più
specifici. Tipicamente, nelle persone che hanno la dominanza
emisferica per il linguaggio a sinistra, le lesioni del lobo
temporale sinistro causano difficoltà in compiti di apprendimento
verbale e di memoria verbale, mentre le lesioni del lobo temporale
destro causano difficoltà in compiti di apprendimento spaziale e di
memoria visuospaziale.
I
quattro test utilizzati da Corsi sui 39 soggetti con resezione
temporale sinistra, sui 39 soggetti con resezione temporale destra,
su un gruppo di soggetti di controllo e su HM erano rivolti ad
esaminare in modo specifico la memoria a breve termine e l'effetto di
interferenza durante la memorizzazione..
Due
dei test prevedevano materiale verbale (numeri e stringhe di
consonanti) e gli altri due si basavano su materiale visuospaziale,
tra questi il nuovo test coi 9 cubi attaccati a una tavoletta, che ha
preso il nome dell'ingegnoso autore.
L'intento
di Corsi era di riprodurre con materiale visuospaziale il test di
Hebb, che richiedeva di ricordare sequenze numeriche via via più
lunghe.
Nella
descrizione originale:
Block-Tapping Task. This task is identical in design to the Hebb digits task, but the items are spatial not numerical. The test material (see Figure 9) consisted of 9 black blocks (1-1/4" cubes) which were impartially arranged on a black board (9" x 11"). The examiner tapped the blocks with a 6" wooden stick in a particular sequence and, immediately thereafter, the patient was required to tap out exactly the same pattern.
L'esaminatore
toccava sequenze di cubi di lunghezza crescente con un bastoncino e
il paziente doveva ripetere immediatamente ciascuna sequenza. In tal
modo veniva determinato lo span spaziale, ossia il massimo numero di
cubi toccato nel corretto ordine da quel paziente. Successivamente,
l'esaminatore presentava altre 24 sequenze di un numero di cubi
corrispondente allo span+1, ad intervalli di 15 secondi tra una
sequenza e l'altra. Ogni 3 volte veniva ripetuta la stessa sequenza.
Si ottenevano così due punteggi: il numero di sequenze ricorrenti
riprodotte correttamente e il numero di sequenze non ricorrenti
riprodotte nell'ordine corretto.
I
risultati dello span spaziale medio nei tre gruppi erano: 4.9 nei
soggetti normali, 4.9 nei pazienti con lesione temporale sinistra e
4.8 nei pazienti con lesione temporale destra. Il punto di partenza
era quindi lo stesso per i tre gruppi. Nell'analisi dei risultati
della seconda parte del test, i pazienti con lesione temporale destra
ottennero un punteggio nettamente inferiore ai soggetti di controllo e
ai pazienti con lesione temporale sinistra, sia nelle sequenze
ricorrenti che in quelle non-ricorrenti.
I
soggetti con lesione temporale destra mostravano un deficit selettivo
nell'apprendimento spaziale. Inoltre, tale deficit variava
direttamente con l'estensione della lesione: più estesa era la
lesione, più profondo era il deficit, come mostra la figura
seguente.
H.M.
evidenziò difficoltà in entrambi i compiti supra-span – verbale e
visuospaziale. Tale deficit non era interpretabile come la somma dei
deficit derivanti da lesioni unilaterali, perché in ciascuno dei
compiti era molto più severo rispetto a ciascuno dei due gruppi di
pazienti.
Mostrò,
tuttavia, un lieve effetto apprendimento sulle sequenze ricorrenti
del test di Corsi, che riprodusse nell'ordine corretto il 10% in più
di quelle non ricorrenti. Non mostrò lo stesso effetto sul test
verbale di Hebb.
Il
suo span era però ancora una volta nella norma: 6 per i numeri e 5
per i cubi!
Queste
prime osservazioni neuropsicologiche hanno contribuito a farci
scoprire i diversi sistemi attraverso i quali è organizzata e
funziona la nostra memoria.
Corsi
aveva così fornito un'ulteriore prova della specializzazione
emisferica per determinati tipi di compiti.
Aveva,
inoltre, dimostrato una doppia dissociazione tra gli effetti delle
lesioni temporali a sinistra e a destra: i pazienti con lesione
sinistra presentavano deficit nell'apprendimento verbale ma non
nell'apprendimento spaziale, mentre i pazienti con lesione destra
presentavano deficit nell'apprendimento spaziale ma non in quello
verbale.
Infine,
aveva messo in relazione la gravità del deficit selettivo di memoria
a breve termine con l'estensione dell'area asportata nell'intervento
neurochirurgico di lobectomia temporale: più ampia la resezione e
coinvolgente la regione critica dell'ippocampo, più grave il deficit
osservato in entrambi i gruppi di pazienti.
L'interpretazione
di Corsi era che il deficit fosse dovuto non a uno spontaneo
decadimento della traccia ma a una maggiore suscettibilità
all'interferenza: il problema era nel consolidamento e impediva la
registrazione di una traccia stabile nella memoria. In questa
suscettibilità, secondo l'ipotesi originaria di Brenda Milner,
giocava un ruolo l'ippocampo, che giace nella regione mesiale del
lobo temporale.
Un
aspetto fondamentale che Corsi enfatizzava nella tesi e che spesso si
trascura, è l'importanza di confrontare, sugli stessi compiti e sul
funzionamento degli stessi processi, ampi gruppi di pazienti con
analoga estensione della lesione, stessa eziologia, stesso livello
intellettivo, età omogenea, stessa dominanza emisferica, allo scopo
di arrivare a conclusioni anche diverse ma da interpretare alla luce
delle opzioni teoretiche alternative e non fuorviati dalla confusione
metodologica.
Nella
tesi c'era anche un'avvertenza ai neurochirurghi: dato che si è
scoperto il ruolo delle regioni temporali mesiali nei processi di
memoria, è opportuno che i pazienti candidati alla chirurgia
siano informati, anche se non è semplice comunicare gli effetti
negativi della cura di una patologia.
Yet, the evidence of memory loss after unilateral temporal lobectomy is clear and the communication of this information to surgical candidates would seem essential.
Molti
studi successivi hanno seguito l'indicazione di Corsi di usare due
semplici test di memoria a breve termine per misurare lo span e il
supra-span verbale e spaziale:
The brief tests of short-term retention and learning employed here may also be helpful in the differential diagnosis of neurological disturbances. In particular, the Hebb digits task and block tapping analogue provide a nice means of assessing immediate memory span, supraspan recall and cumulative learning for both verbal and non-verbal material.
Difatti,
il test di Corsi è ampiamente usato e ancora molto studiato, non
sempre con il rigore metodologico di quella ricerca del 1972, che era
poi solo un contributo parziale per il Dottorato!
Più
recentemente è stata messa in discussione la specificità del test
per la misura della memoria a breve termine spaziale o memoria di
lavoro spaziale. Dal momento che il compito richiede oltre alla
memorizzazione di sequenze visuospaziali anche la riproduzione di
sequenze motorie e aspetti decisionali del piano motorio, per Della
Sala e Logie (4) non si può parlare di un test “puro”:
Corsi blocks cannot be a “pure” test of a spatial working memory system, unless we consider that spatial working memory comprises visual and movement information as well as retention of sequential information, and a decision process that is required as participants choose which block to touch next in the sequence.
Della
Sala, Gray, Baddeley, Allamano e Wilson hanno proposto una variante
del test, che misura selettivamente la memoria visuospaziale: il
Visual Pattern Test (5). Si tratta di matrici a scacchiera di diversa
complessità che richiedono al soggetto di ricordare, dopo una fase
di studio di pochi secondi, solo la posizione delle celle bianche e
nere, riproducendola su una griglia.
Altre
versioni del test di Corsi sono usate nelle batterie
neuropsicologiche e permettono, ad esempio, di dissociare anche la
memoria spaziale (posizioni) dalla memoria visiva (forme).
Corsi
fu l'inventore del test che porta il suo nome?
Nella
versione dei 9 cubi su una tavoletta senz'altro sì.
Ma
nel 2001, Vecchi e Richardson (6) hanno trovato un suo precursore: il
test dei cubi di Knox.
Le
sequenze dei cubi da riprodurre furono ideate dal medico Howard Knox, che le utilizzò assieme ad altri compiti per testare “il deficit
mentale” nei migranti che arrivavano a Ellis Island. Si trattava di brevi prove non verbali, applicabili a individui di diverse lingue e culture, delle quali si trova ancora traccia nelle moderne batterie neuropsicologiche.
Nell'articolo
del 1913, pubblicato sull'autorevole rivista JAMA (7), Knox riportò
i risultati di più di 4000 persone sospettate di deficit mentale
ed esaminate nei 18 mesi precedenti. Di questi, 400 furono
certificati come “imbecilli” e quindi non rispondenti ai criteri
per entrare negli Stati Uniti.
In
ogni momento storico, ogni società, trova rapidi criteri di
selezione arbitraria dello straniero, durante quei flussi migratori
che ha contribuito a causare.
Il
test di Corsi ha in comune con il test di Knox i cubi e le sequenze
di cubi toccati, che il soggetto deve riprodurre ma in numero e procedura diversi. Rispetto al test di
Knox, aggiunge un unico colore per i cubi (nero), l'informazione sulla posizione dei cubi nello spazio
che è predefinita sulla tavoletta (non varia da soggetto a
soggetto), un elevato numero di sequenze predeterminate con ordine e
ripetizioni stampati su una scheda, il controllo della situazione di
esame (il soggetto è di fronte all'esaminatore): tutte queste
condizioni, che servono a esaminare con metodo rigoroso un processo cognitivo molto
specifico, erano assenti durante gli esami condotti da Knox, al quale
si deve riconoscere un notevole ingegno, messo al servizio delle
autorità governative.
Nel
1961 compare la descrizione della prima versione modificata del test
dei cubi di Knox, nella tesi di Doreen Kimura, la prima dottoranda
seguita da Brenda Milner al Dipartimento di Psicologia della McGill:
i cubi sono cinque, neri e disposti ancora in fila.
Modified Knox Cube. Five black blocks were placed in a row before the subject and the experimenter tapped each block with a pencil. On each trial the order in which the blocks were tapped was different. There were two conditions, with ten trials for each. (1) Irnmediately after the experimenter had tapped the blocks, the subject tapped the same blocks in the same order. (2) A delay was introduced between the experimenter's tapping of the blocks and the subject's tapping of the blocks.
Qualche
anno dopo, nello stesso fervente Dipartimento, sarà sviluppato il più
longevo test a 9 cubi, per la memoria a breve termine visuospaziale.
Sorprendentemente,
Corsi non pubblicò su una rivista scientifica la sua tesi di
dottorato Human memory and the medial temporal region of the brain
– che dovrebbe essere letta da ogni studente che si
cimenti negli stessi ambiti - ma fu coautore di una pubblicazione del 1991 sui giudizi temporali di recenza nei pazienti con lesioni frontali, assieme a Milner e Gabriel Leonard.
Rimarrà
nella storia della neuropsicologia, nonostante impercettibili Impact Factor e H-index!
1.
Muriel Deutsch Lezak. Neuropsychological
Assessment. Oxford
University Press,1995.
2.
Milner
B. Interhemispheric differences in the localization of psychological
processes
in man. Br Med Bull. 1971
Sep;27(3):272-7.
3.
Corsi
PM. Human memory and the medial temporal region of the brain.
Unpublished doctoral
dissertation, 1972, McGill University.
4.
Della Sala S. & Logie RH. in Handbook
of Memory Disorders
(eds Baddeley A D, Kopelman MD & Wilson BA) 271–292, Wiley,
Chichester, 2002.
5.
Della Sala S, Gray C, Baddeley A, Allamano N, Wilson L. Pattern span:
a tool for
unwelding visuo-spatial memory. Neuropsychologia
1999 Sep;37(10):1189-99.
6.
Vecchi
T, Richardson JT. Measures of visuospatial short-term memory: the
Knox Cube Imitation Test and the Corsi Blocks Test compared. Brain Cogn. 2001,46(1-2):291-5.
7. Knox HA. A scale, based on the work at Ellis Island, for estimating mental defect JAMA 1914;62:741-747.
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