Mentre
raccoglievo alcuni materiali per scrivere di questa condizione che
seguiamo all'ospedale pediatrico, per caso mi trovo a guardare una
replica de I dieci comandamenti, il programma che Domenico
Iannaccone conduce su Rai 3.
La
puntata era andata in onda nel 2013. La replica l'hanno trasmessa la
scorsa domenica pomeriggio.
C'è
un servizio dal Molise. Racconta del primo bambino nato nel 1997 in
Italia, della gioia di una madre per la nascita del suo terzogenito
che, per il suo tempismo, non passa affatto inosservato, non solo in
Molise ma nell'intero Paese.
A
5 mesi, l'esordio di gravi e frequenti crisi epilettiche, come
continue scosse di “un terremoto” che lascia impotenti. Ha inizio
una seconda vita, di visite mediche, ricoveri, esami, terapie
antiepilettiche. Giulio ha la Sindrome di Dravet o epilessia
mioclonica severa dell'infanzia.
Iannaccone
è a casa di Giulio, gioca con lui, lo segue a scuola e al parco,
parla con il fratello più grande, dialoga a lungo con la madre.
Racconta con realismo e delicatezza cosa vuol dire prendersi cura di
un bambino con questa malattia: come per altre sindromi gravi, è una
condizione che ricade sull'intera famiglia, non sul singolo. Ciascuno
si trova a ridefinire la propria vita in funzione di Giulio, a
sentirne il carico, a inventare nuove modalità di relazione, a
rinunciare ad amicizie e a speranze, ad accudirlo, guidarlo e a
prevederne le mosse.
Ecco il collegamento a:
La
Sindrome di Dravet è un'encefalopatia epilettica rara che insorge
entro il primo anno di vita del bambino ed è caratterizzata da crisi
epilettiche generalizzate e da disordini del neurosviluppo.
Descritta
per la prima volta nel 1978 da Charlotte Dravet come Epilessia
Mioclonica Severa dell'Infanzia, continua ad essere studiata con
protocolli clinici e modelli sperimentali.
La
sua incidenza, ossia il numero di nuovi casi ogni anno, va da 1 su
20.000 a 1 su 40.000 e risulta più frequente nei maschi, con un
rapporto di 2 a 1 rispetto alle femmine. La Sindrome di Dravet è
causata in circa il 70% dei casi da mutazioni
del gene SCN1A, che codifica per il canale del sodio.
Nel 10-12% sono state identificate microdelezioni e nei restanti
casi sono in studio altre mutazioni.
Tipicamente,
le crisi epilettiche che segnano l'esordio della malattia nel primo
anno di vita sono cloniche
o tonico-cloniche, unilaterali o generalizzate, di lunga durata
e si presentano spesso in corso di febbre. Sono frequenti e
resistenti alle terapie farmacologiche.
Nel
2° e 3° anno di vita possono presentarsi altri tipi di crisi,
(miocloniche, assenze atipiche, focali) e si manifestano un
rallentamento dello sviluppo cognitivo, disturbi del linguaggio (fino
all'assenza di produzione verbale), del comportamento (iperattività,
oppositività, stereotipie) e del movimento (atassia, difficoltà di
coordinazione).
Questa
è quindi la fase in cui si manifestano tutti i sintomi, la cui
gravità varia in relazione alla complessità del quadro epilettico.
Alle
osservazioni neuropsicologiche, è intorno al 2°
anno che lo sviluppo neurocognitivo, fino ad allora nei limiti della
norma, inizia a presentare un declino: le acquisizioni diventano
troppo lente rispetto al correre del tempo. In aggiunta, i disturbi
del comportamento e del movimento non facilitano le nuove esperienze
e i nuovi giochi.
I
Quozienti di Sviluppo in due bambini con Sindrome di Dravet osservati
ai
controlli neuropsicologici annuali, a partire dal 1° anno di età
(T1),
tratti
da (Riva e coll. 2009).
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È
anche la fase in cui deve essere messo in atto un programma
riabilitativo integrato con sessioni di logopedia, fisioterapia,
psicomotricità, educazione e supporto ai genitori, consulenza agli
insegnanti. La continuità di tale programma permette di raggiungere
i migliori risultati possibili per l'interazione, la comunicazione e
la parziale autonomia.
Tuttavia,
in poche Regioni un tale programma è garantito dal Sistema Sanitario
Nazionale. Il più delle volte sono le famiglie a dover farsi carico
dei costi della riabilitazione, in base alle proprie possibilità
economiche.
Negli
anni successivi, il quadro epilettico in alcuni casi migliora e si
stabilizza la disabilità intellettiva; la comunicazione verbale
resta molto limitata, i disturbi del comportamento e del movimento si
modificano.
Nell'adulto
permangono le crisi epilettiche e la disabilità rende necessaria
un'assistenza continua.
La
condizione di fragilità permane per tutta la vita.
C'è
molto da fare per la ricerca sperimentale e clinica, per la terapia farmacologica, per la riabilitazione, per l'assistenza e per migliorare la qualità di vita delle persone con
Sindrome di Dravet e delle loro famiglie.
Come
Iannaccone ha mostrato nel suo servizio, l'attenzione, l'ascolto, la
vicinanza, possono riaccendere speranze e fiducia.
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