Nel
2016 è nata in Italia 100esperte una banca dati di esperte
nelle discipline STEM - Science,
Technology, Engineering and Mathematics – per fornire
una risorsa a giornalisti, amministratori, politici e associazioni
alla ricerca di fonti autorevoli che contribuiscano alla
comunicazione della scienza, alla discussione di nuovi risultati
scientifici e al dibattito pubblico.
A spiegare e interpretare il mondo sono quasi sempre gli uomini: nell'82% dei casi secondo i risultati nazionali del Global Media Monitoring Project 2015. Eppure le donne esperte ci sono. E possono svecchiare un linguaggio mediatico, che, ignorandole, trascura i segni del tempo e disconosce l'apporto delle donne in tutti i diversi ambiti della società: dalla politica alla scienza.
Facilmente
consultabile attraverso una ricerca per argomento, il sito filtra le
esperte in un determinato settore e rimanda ai singoli profili
corredati da un breve curriculum, dalle competenze specifiche, dalle
parole chiave, da un indirizzo di posta elettronica, e in molti casi
da un sito web e altri collegamenti.
Il sito è ideato e promosso dall’Osservatorio di Pavia e dall’associazione di Giornaliste GiULiA, con la partecipazione tecnica del centro GENDERS dell’Università degli Studi di Milano e Wikimedia, in collaborazione con la Fondazione Bracco e con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Gode del patrocinio della RAI Radiotelevisione Italiana, del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e della Consigliera Nazionale di Parità istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Le
pagine facebook e twitter hanno alcuni aggiornamenti settimanali.
Da
qualche giorno è stata promossa un'iniziativa analoga da 500
Women Scientists,
l'organizzazione nata negli Stati Uniti subito dopo l'elezione di
Donald Trump alla Presidenza, nel novembre del 2016. L'organizzazione
raccolse migliaia di adesioni in tutto il mondo attraverso una
lettera aperta che intendeva “ribadire il nostro impegno a parlare
della scienza e delle donne, di minoranze, immigrati, persone con
disabilità e LGBTQIA.”
La
nuova iniziativa è Request a Woman Scientist,
alla quale
in poche ore hanno aderito centinaia di scienziate da tutto il mondo,
comprese 8 dall'Italia.
Gli
scopi sono analoghi: abbiamo bisogno di più voci di donne nei mezzi
d'informazione, alle conferenze scientifiche, nelle università e nei
governi. Anche in questo caso attraverso il sito è possibile cercare
per argomento e per nazione una scienziata da interpellare per un
commento, un progetto, la partecipazione a un dibattito pubblico,
ecc. La banca dati è rivolta a “giornalisti, insegnanti, politici,
scienziati e chiunque abbia bisogno di competenza scientifica”.
Le
pagine facebook e soprattutto twitter sono molto attive e hanno
diversi aggiornamenti quotidiani.
Nel
2015 è sorta in Francia Les expertes,
una banca dati articolata in tre aree: Professionale, Scientifica e
della Società civile, “dal momento che solo il 19% degli esperti
consultati dai media sono donne”. Una prima versione cartacea di un
elenco di esperte risale al 2012, perché ormai “Stanche di
sentirci rispondere sistematicamente "Non ci sono donne
esperte!"”. La piattaforma si è poi estesa a tutte le esperte
di lingua francese residenti in varie parti del mondo. Sul sito web
c'è, inoltre, una sezione apposita che permette ai giornalisti di
accreditarsi.
Le
pagine facebook e twitter hanno frequenti aggiornamenti e sul sito
ogni settimana vengono selezionate alcune esperte le cui attività
sono messe in evidenza nella Home page.
Qualche
anno prima, nel 2010, è stata creata una banca dati di esperte
universitarie di lingua tedesca, AcademiaNet
che
ha
visto una successiva internazionalizzazione e adesso, anche in lingua
inglese, fornisce numerosi profili di esperte europee di ogni
disciplina. Per accedere ai contatti diretti è necessario
registrarsi sul sito. Sotto il profilo dell'esperta viene anche
specificato se è temporanea,mente non disponibile. AcademiaNet
è
rivolta a giornalisti e a organizzatori di conferenze.
Il
sito e le pagine facebook e twitter hanno diversi aggiornamenti a
settimana e mettono in evidenza i profili, le competenze e i
riconoscimenti delle esperte.
Dai
commenti sui social network sembra che l'iniziativa francese abbia
funzionato e di certo quella sorta negli Stati Uniti ha avuto in
tempi brevi una rapidissima diffusione. Molto apprezzata tra gli
esperti l'iniziativa tedesca.
E
in Italia?
La
mia percezione è che in questo anno e qualche mese di attività di
100esperte
la situazione sui giornali, sulle riviste, in televisione, alla
radio, ecc. non sia molto cambiata: non c'è stata una maggiore
presenza di donne tra gli scienziati interpellati per commentare una
notizia o per partecipare a un dibattito pubblico.
Le
percezioni individuali giuste o sbagliate non hanno però alcun
valore se si tratta di valutare l'impatto di un'iniziativa
fondamentale e di pubblica utilità.
Ho
allora scritto, una settimana fa, a ciascuna delle 100esperte
presenti nella banca dati del sito web, ponendo 7 domande riguardanti il loro
coinvolgimento da parte dei media.
Delle
130 esperte contattate, da 52 (41.5%) è arrivata una risposta. Circa
l'80% di risposte sono arrivate entro i primi tre giorni (sabato 20,
domenica 21 e lunedì 22 gennaio).
In
tutti i casi le risposte sono state gentili e di apprezzamento e in
alcuni casi corredate da commenti.
Due
invii non hanno raggiunto le destinatarie e sono tornati indietro con
i seguenti messaggi assente per maternità e “indirizzo
disattivato per cessazione del rapporto con l'Università...”.
Ho
escluso i casi di: 2 risposte da collaboratrice o via ufficio stampa;
7 recenti arruolamenti nell'elenco (7 mesi o meno).
Quindi
i risultati seguenti si riferiscono alle risposte di 43/128 (33,6%)
esperte, 1 su 3, non molte.
E
i risultati sono desolanti.
Le
stesse esperte si sono rammaricate di non potermi dare risposte più
incoraggianti.
Leggiamo
insieme quali sono i risultati - descritti per ciascuna domanda - di questa piccola indagine, coraggio.
1. Gestisce un
blog, una pagina personale su facebook o su twitter? Se sì, quale/i?
Questa
domanda, non legata a 100esperte,
aveva lo scopo di indagare la partecipazione ai social network.
Nessuna
esperta gestisce un proprio blog, 14/43 hanno un account personale su
facebook e 7 uno su twitter.
2. Ha ricevuto
richieste dai media italiani nel primo anno di partecipazione
all'iniziativa 100 esperte? Può indicarne quante?
Solo
21 delle 43 esperte ha ricevuto richieste dai mezzi d'informazione
italiani. Alcune hanno ricevuto richieste solo dall'estero. Il numero
di richieste ricevute va da 1 a 15 (in un solo caso).
3. Ritiene che nel
primo anno di attività di 100esperte
le richieste da parte
dei media italiani di un suo contributo specialistico siano variate
rispetto agli anni precedenti?
Una
variazione positiva e quindi un incremento di richieste è stato
riferito da 5/43 esperte mentre per un'esperta la variazione è stata
negativa. Per tutte le altre nulla è cambiato. Chi già collaborava
con diversi media o aveva contatti con diversi giornalisti ha
continuato come prima ad essere presente nel panorama nazionale e
talvolta locale.
4. Se tali
richieste sono aumentate, può stimarne la percentuale di incremento?
Le
5 esperte che hanno ricevuto più richieste dopo l'entrata a far
parte di 100esperte, in genere ne hanno riferita da 1 a 3 in
più rispetto al periodo precedente.
5. Le richieste
che ha ricevuto riguardavano le sue competenze specifiche e/o altri
temi dell'Area STEM? Può quantificare le richieste specifiche e
quelle generali?
Il
numero esiguo di dati non permette di aggregare per tipo di richieste ma in generale sembra che nella metà dei casi
riguardassero temi generali o la stessa partecipazione a 100esperte
e nell'altra meta le competenze specifiche dell'esperta.
6. Da quale/i
media sono arrivate tali richieste: giornali, blog, social network,
...?
Sono
stati prevalentemente i giornalisti di testate nazionali, locali e
online a contattare le esperte per richiedere un commento o un
approfondimento.
7. Ritiene che i
suoi contributi siano stati riportati sui media in modo appropriato?
Più
della metà delle esperte che sono state interpellate ha riferito che
i contributi sono stati riportati in modo appropriato.
Tra
esse, molte avevano chiesto di leggere l'articolo con il loro
contributo prima della pubblicazione o avevano una buona interazione
con giornalisti.
In
sintesi, i risultati di questo primo anno di attività di 100esperte
– almeno in base alle risposte arrivate da solo 1/3 delle
partecipanti contattate - sembrano articolarsi in tre direzioni:
- chi aveva già un'attività consolidata sui media, contatti con i giornalisti o un efficiente ufficio stampa presso la sede di lavoro, ha continuato senza variazioni ad essere interpellata;
- chi era presente poco o per nulla, ha continuato con la stessa frequenza, anche se particolari scoperte nella sua area specifica avrebbero dovuto giustificarne il coinvolgimento;
- solo raramente è stata ricevuta qualche richiesta in più rispetto al periodo precedente.
Questi
modesti risultati possono essere stati determinati da più fattori:
- 100esperte è una banca dati nata da poco e avrà bisogno di tempo per diventare una fonte abituale per i media;
- i vari mezzi d'informazione dopo aver ampiamente pubblicizzato il progetto lo hanno messo da parte, dimenticandone l'esistenza e trascurandone la ricchezza e la fruibilità;
- il progetto dopo il suo ampio lancio ha adesso poca visibilità per i limitati aggiornamenti del sito e degli account social (facebook e twitter).
Manca
tuttavia il dato dell'altra parte: giornalisti, divulgatori, ecc.,
hanno fatto riferimento a 100esperte? Hanno avuto contatti
positivi? Hanno avuto risposte in tempi brevi?
Al
confronto, le iniziative Request
a Woman Scientist, Les expertes e AcademiaNet sembrano
avere riscosso da subito più successo e ricevono molto supporto ma
possono anche contare su un ampio pubblico internazionale.
Devo
aggiungere con rammarico che si conferma anche per le donne – ahimé
– la distanza degli esperti italiani dai social network. La
consapevolezza di questa pure è rara ma era presente in un commento
alla prima domanda:
Purtroppo no...eppure so bene che autorevoli colleghi (...) sono sempre connessi e che gli early scientists (diciamo post docs) adorano questo.. L'ho ben verificato dentro un committee in cui sono coinvolta (...): i postdoc vogliono intervistare/parlare con i colleghi che sono sui social..
...solo l'altra settimana) ero a Parigi a. .. e il collega ... (che non c'era!) dopo due ore mi manda la foto che qualcuno ha fatto e messo su twitter.
Di
fatto, ad esempio su twitter, la presenza di scienziate/i e docenti
sta incrementando la qualità della comunicazione scientifica e la
condivisione di informazioni e risultati, soprattutto da Paesi come
gli Stati Uniti, l'Australia, il Regno Unito, la Germania, la
Francia, l'Olanda e la Danimarca. Questo avviene attraverso la
gestione attiva del proprio profilo, la condivisione di nuovi
articoli scientifici, notizie di congressi, corsi e posti di lavoro,
l'atteggiamento critico verso alcuni risultati sperimentali, accurate
revisioni di articoli dopo che sono stati pubblicati sulle riviste
scientifiche, promozione di buone pratiche della ricerca, rilettura e
correzioni di articoli di giornali che riportano informazioni non
accurate o infondate, disponibilità alla discussione che rispetti il
galateo digitale.
Intanto,
un ruolo di mediazione può essere svolto proprio da 100esperte.
Difatti, un incremento di visibilità potrà arrivare da una
valorizzazione a cadenza regolare di ciascuna esperta e delle sue
competenze sul sito e sulle reti sociali, anche in riferimento alle
notizie scientifiche del momento che possono beneficiare di un
approfondimento specialistico.
Tuttavia,
già questa piccola indagine dimostra come la disponibilità delle
esperte sia eterogenea e in alcuni casi non sia diretta ma mediata
(da uffici stampa o collaboratrici). Ho avuto bellissime risposte da
esperte molto note e ampiamente riconosciute a livello internazionale
che in poche righe mi hanno dato conoscenze in più e, per il tono
ironico, mi hanno fatto sorridere. Alcune di esse sono pure impegnate nella comunicazione della scienza.
E ce ne sono altre troppo impegnate
nella loro attività specialistica.
Per
agevolare gli accessi alla banca dati, potrebbe essere utile
specificare il tipo di disponibilità e di contatto, la preferenza
solo per alcuni mezzi d'informazione e canali, come pure eventuali
periodi di indisponibilità nel profilo di ciascuna esperta.
Alle
mie domande specifiche, Monia Azzalini del team di 100esperte, ha
risposto che la disponibilità delle esperte “è uno dei criteri
del loro inserimento in banca dati” e che non ci sono da parte del
team indicazioni sul tipo di contatto (diretto o mediato): “le
esperte si muovono diversamente anche in relazione all’ente di
affiliazione e al loro ruolo”.
Azzalini
ha anche aggiunto che alcuni dati sull'impatto di 100esperte
saranno presentati a Roma il prossimo 8 marzo.
Insomma,
al momento le esperte le abbiamo ma continuano ad avere poca
visibilità sui media, per diverse ragioni.
Concludo
con alcuni dei commenti aggiunti dalle esperte. Ho letto risposte e
commenti con uno stato d'animo che mescolava viva gratitudine e
sconforto.
Devo dire che il mio settore ha scarso interesse ... tutti si sentono in grado di esprimere pareri sui GMO o sull'uso del glifosato (per non parlare dei vaccini), mentre in genere tutti ascoltano chi parla di onde gravitazionali o di cancro con molto rispetto.
l'interesse per le mie ricerche è pressoché nullo, almeno in Italia... dall'estero sono molto più ricercata, ma sempre per valutazioni strettamente scientifiche... Sembra che sia una delle ricercatrici italiane più citate nel 2017... ma nessuno - … - ha mostrato alcuna emozione
La mia area di ricerca ha ricevuto molta pubblicità’ nell’ultimo anno, in Italia e a livello internazionale. Io personalmente ho ricevuto molta visibilità’ all’estero[...]. Non molto in Italia
Mi spiace, risposte non molto incoraggianti
Mi spiace avere dato risposte così povere
Spero molto che altre colleghe tra le 100 esperte abbiano ottenuto dei risultati più incoraggianti.
le interviste riguardano sempre STEM E DONNE, finora non sono mai stata intervistata su argomenti scientifici inerenti la mia area di ricerca indipendentemente da tematiche di genere. Questo va nella direzione opposta dell'idea di 100Esperte: dovremmo essere intervistate appunto in quanto esperte, su tematiche di nostra competenza
Purtroppo sono “invisibile” per i media e questo è stato per me un vero cruccio soprattutto nel mio ruolo di .... Mi piacerebbe capire come si possa incrementare la visibilità, non per me come singola persona, per per una donna che fa un mestiere “da uomo” e un mestiere (...) comunque poco considerato.
C'è ancora molta strada da fare…
È
proprio così ma ormai il percorso è tracciato.
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