|
Viene
così segnata nel libro Senza cattedra: l’Istituto di Psicologia
dell’Università di Firenze tra idealismo e fascismo di
Patrizia Guarnieri (2012) la nascita del primo Laboratorio di
Psicologia Sperimentale in Italia.
Il
Preside della Facoltà di Filosofia, Pasquale Villari, si era molto
impegnato affinché non mancasse lo studio delle scienze umane,
accanto alle scienze storiche e alla fisiologia del sistema nervoso.
Nell'intenzione
di De Sarlo, laureato in medicina e chirurgia a Napoli, specializzato
in psichiatria e professore di filosofia teoretica, l'Istituto di
Psicologia, con il laboratorio e la biblioteca, sarebbe stato un
centro di convergenza delle ricerche psicologiche “il centro in cui
numerosi raggi d’attività indagatrice si devono appuntare”.
“Oggi
[…] ciascuno lavora per conto e con metodo proprio, ignorando
spesso i risultati delle ricerche degli altri: qui è un magistrato
acuto e intelligente che raccoglie dei dati psicologici sui testimoni
e sugli imputati, là è un medico delle carceri o di manicomio che
trae ampio profitto dalla sua consuetudine coi tipi anormali; in
quell’altro luogo è un educatore che sa servirsi della sua lunga
pratica coi vari tipi di anime affidate alle sue cure. Una tale
dispersione di forze utili verrebbe certo a cessare una volta che
esistesse un istituto che sotto la guida e direzione di specialisti
stabilisse dei piani di indagini, e suggerisse degli esperimenti da
fare nelle scuole, nelle caserme, nei manicomi e nelle carceri.”
Il
primo laboratorio di psicologia sperimentale era stato fondato a
Lipsia da Wilhelm Wundt nel 1879. In Italia, l'Università era in
ritardo sulle innovazioni portate dalla nuova scienza psicologica in
Europa e negli Stati Uniti, come emerse poi anche nel V Congresso
Internazionale di Psicologia, tenuto a Roma nell'aprile del 1905
sotto la presidenza di Giuseppe Sergi.
L'attrezzato
laboratorio fiorentino fu frequentato da “Guido
Della Valle(1884-1962), Antonio Aliotta (1881-1964) e Enzo
Bonaventura(1891-1948) che svolsero una cospicua attività di
ricerca”, come riassume l'Archivio di Storia della Psicologia
nella pagina dedicata a De Sarlo. L'Archivio, tuttavia, dimentica di
citare Renata Calabresi, che nelle sue ricerche utilizzò il
tachistoscopio a caduta di Wundt e il doppio tachistoscopio a caduta
di Bonaventura.
Guido Della Valle, laureatosi a Napoli nel 1904, si perfezionò a Firenze conducendo studi sui processi percettivi e sulle "oscillazioni delle sensazioni minime”. Nel 1905 seguì a Lipsia i corsi di Wundt, perfezionando ulteriormente il metodo sperimentale. Successivamente si dedicò agli studi pedagogici.
Guido Della Valle, laureatosi a Napoli nel 1904, si perfezionò a Firenze conducendo studi sui processi percettivi e sulle "oscillazioni delle sensazioni minime”. Nel 1905 seguì a Lipsia i corsi di Wundt, perfezionando ulteriormente il metodo sperimentale. Successivamente si dedicò agli studi pedagogici.
Antonio
Aliotta, nel 1904 aveva diretto l’Istituto Umberto I per fanciulli
tardivi e nervosi fondato a Firenze nel 1899, “il primo del genere
in Italia – dove psichiatri, pedagogisti e pediatri lavoravano
insieme, con gli psicologi” (Guarnieri, 2012). Nel laboratorio di
De Sarlo condusse ricerche sulla memoria a breve termine, seguendo i
metodi classici di Ebbinghaus, e sulla percezione del tempo;
approfondì i metodi d'indagine e la misurazione in psicologia, con
le argomentazioni espresse nel libro “La misura in psicologia
sperimentale “ (1905).
“Nel
mondo psicologico l'esigenza speculativa si fa sentire assai prima,
che nelle altre scienze della natura; ma ciò non toglie che la
psicologia sperimentale possa e debba sussistere, come scienza
indipendente dalla metafisica. […] Bisogna distinguer bene la
psicologia sperimentale dalla filosofia dello spirito: l'una è
scienza empirica, l'altra scienza eminentemente filosofica: l'una
deve fare astrazione dal valore e dal significato del fenomeno
psichico e non può perciò servire di fondamento alle scienze
morali; l'altra deve da queste trarre necessariamente il suo
contenuto, perché non abbiamo modo d'intendere le funzioni dello
spirito, se non ci riferiamo ai suoi prodotti, che ne sono la
migliore espressione.”
Enzo
Bonaventura si dedicò, come Renata Calabresi, agli studi
sperimentali sul tempo psichico. Successe a De Sarlo, che fu
estromesso dall'insegnamento di psicologia nel 1923 (Lo
psicologo messo in croce,
Corbellini, 2013). Ebbe da allora incarichi di insegnamento annuali,
pur essendo riconosciuta la sua attività didattica e “considerando
che la sua produzione scientifica lo mette in evidenza come uno fra i
migliori cultori della materia”, fino al 1938 quando – ebreo –
a causa delle leggi razziali fu dispensato dall’insegnamento.
L'incarico fu affidato ad Alberto Marzi.
I
protagonisti del primo laboratorio italiano di psicologia
sperimentale hanno attraversato la storia, subendo le conseguenze a
lungo termine del fascismo e dell'antisemitismo.
Nel
dopoguerra erano chiare le condizioni in cui versava la psicologia
italiana, che aveva subito anche le avversioni di Croce e Gentile:
“molto preoccupanti […] davvero […] a quel che sento da Lei”,
Così scriveva Alberto Marzi a Mario Ponzo, che dal 1931 manteneva a
Roma l'unica cattedra di psicologia in un'università pubblica. Le
altre cattedre di psicologia erano andate estinte quando i titolari
le avevano lasciate. Nonostante il riconoscimento internazionale
dell'istituto di psicologia fondato nel 1903, a Firenze la cattedra
sarebbe stata conferita solo nel 1955 ad Alberto Marzi.
Il
16 gennaio la storia di quei pionieri compirà 110 anni, ma è un
anniversario che non sarà celebrato.
Una
storia di dissolvenze, come quella della Psicologia fiorentina
nell'ultimo decennio: la trasformazione della Facoltà, nata nel
2001, in Scuola e la frammentazione del Dipartimento di Psicologia.
"Per la breve
esistenza della sua Facoltà essa non ha avuto un suo spazio
all’interno della storia dell’Università di Firenze promossa in
occasione del recente suo ottantesimo. […] Nei due tomi de
L’università degli studi di Firenze,
la psicologia fiorentina non c’è [...] è rimasta fuori quella di
più recente istituzione, che è appunto la Facoltà di Psicologia
sorta nel 2001. […] Sulla psicologia fiorentina dalle origini non
poteva ovviamente tacere la storia della Facoltà di Lettere, nella
cui originaria Sezione di Filosofia e Filologia dell’Istituto era
sorta nel 1903. Il laboratorio e l’insegnamento della psicologia vi
appaiono quasi un interesse del filosofo De Sarlo, più che un vero e
proprio centro di ricerca della nuova disciplina, tra i più
rilevanti in Italia. De Sarlo viene definito un “corifeo delle
scienze umane, alle quali la nostra cultura umanistica è stata fino
ad oggi refrattaria, [… e] perciò stesso destinato a morte certa”.
Con gli allievi patì il “clima culturale generale di allora, e
l’essere stato oggetto degli attacchi del pre-fascismo fiorentino
del primo Novecento non deve far considerare questo gruppo come
vittima specifica, poco tempo dopo del fascismo.” Perché no
tuttavia non si spiega, in contrasto con la stessa percezione di
protagonisti e testimoni dell’epoca. Se il discorso dell’attacco
“idealistico fascista” viene minimizzato, addirittura risolto
sembrerebbe il discorso “sulle leggi razziali [di cui] si è
scritto tutto quanto possa bastare per un saggio [… ] limitato alla
sola Facoltà di Lettere di Firenze”.(Guarnieri
2012)
Restano
le pubblicazioni. Sadi Marhaba nei Lineamenti della psicologia
italiana: 1870-1945 (1981) elenca dieci “contributi
sperimentali di varia natura e di vari Autori, che malgrado la loro
rilevanza rimasero isolati e non ebbero all'epoca sviluppi degni di
rilievo”.
Ad
ulteriore conferma dell'importanza delle ricerche pionieristche
condotte nel laboratorio di De Sarlo a Firenze, dell'elenco fanno
parte ben tre lavori di quel gruppo di scienziati, indicati di
seguito con *:
BUCCOLA
G. Sulla misura del tempo negli atti psichici elementari. Rivista
Sperimentale di Freniatria e di Medicina Legale, I e II, 1881.
*ALIOTTA
A. Esperimenti sulla memoria immediata. Rivista di Psicologia,
1905.
*DE
SARLO F. e BERRETTONI V. I movimenti incoscienti nelle varie forme di
attività psichica. Ricerche di Psicologia, vol. I, 1905.
PONZO
M. I segni dei processi di inibizione negli atti di volere. Archivio
Italiano di Psicologia, vol. 2, 1923.
MUSATTI
C.L. Sui fenomeni stereocinetici. Archivio
Italiano di Psicologia, vol. 3, 1924.
DE
MARCHI S. Le valutazioni numeriche di collettività. Archivio
Italiano di Psicologia, vol. 7, 1929.
MUSATTI
C.L. Ricerche sulla diagnosi pneumografica delle testimonianze col
metodo Benussi, I: Testimonianze a colorito personale. Archivio
Italiano di Psicologia, vol. 8, 1929.
*CALABRESI
R. La determinazione del presente psichico. Bemporad, Firenze,
1930.
METELLI
F. Sulla teoria dell'errore mnestico e testimoniale. Rivista di
Psicologia, 1940.
METELLI
F. Ricerche sperimentali sulla percezione del movimento. Percezione
visiva di movimento e di quiete in campo rotante. Rivista
di Psicologia, 1940.
-
Corbellini Gilberto. Lo
psicologo messo in croce.
Il Sole 24 Ore Domenica, 24/3/2013.
-
Guarnieri Patrizia. Senza cattedra: l’Istituto di
Psicologia dell’Università di Firenze tra idealismo e fascismo.
Firenze University Press 2012.
-
Marhaba Sadi. Lineamenti della psicologia italiana: 1870-1945
. Giunti Barbèra 1981.
Nessun commento:
Posta un commento