L'agnosia visiva, è quel disturbo
neuropsicologico acquisito che non permette più di riconoscere le
cose, guardandole. Si parla di disturbo acquisito perché è causato
da una lesione che colpisce le regioni occipitali del nostro
cervello, dove vengono elaborate le informazioni visive. Le lesioni
possono essere determinate da ictus, traumi cranici, tumori o
intossicazione da monossido di carbonio e colpiscono gli adulti come
i bambini.
L'agnosia è uno dei disturbi
neuropsicologici più affascinanti perché nelle sue diverse
classificazioni permette di scoprire quanto sia complesso il modo in
cui percepiamo il mondo.
Così, ci sono agnosici 'appercettivi',
che non sanno più copiare o confrontare figure semplici o gli
agnosici 'associativi', che sanno copiare perfettamente le figure ma
non hanno idea di che cosa siano.
Oppure ci sono i simultanagnosici, che
hanno perso l'abilità della visione d'insieme: non sono più in
grado di distinguere in una figura complessa gli elementi che la
compongono, in una foto di riconoscere i vecchi compagni di classe o
in una grande piazza di individuare la propria strada, in un
supermercato di trovare i prodotti da comprare.
Non è detto che tale disturbo sia
identificato. Difatti, a seconda dei casi può essere scambiato per
un abbassamento della vista e si cambiano numerose paia di occhiali
oppure per agorafobia o claustrofobia - le paure degli spazi aperti o
chiusi - e si provano diversi tipi di psicofarmaci.
Cosa succede se la simultanagnosia
colpisce un pittore?
Lo descrissero nel 1978 Wapner, Judd e Gardner, in un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Cortex.
L'articolo ha in sé un'altra meraviglia, perché in una nota nella
prima pagina è scritto “Senior authorship was decided between
the first two authors by lot”, cioè Wapner e Judd si sono
giocati a pari o dispari il primo nome!
Oggi, si assiste a veri e propri
duelli con armi improprie e poco onore per segnarsi come primo
autore: da questo dipendono il proprio 'impatto' scientifico, le
citazioni, i fondi,... insomma la carriera accademica.
Nell'articolo, è descritto il caso di
un pittore dilettante di 73 anni JR, che a causa di un ictus che
danneggiò entrambe le regioni occipitali, presentò difficoltà di
riconoscimento visivo di oggetti e volti e un cambiamento nello stile
dei suoi disegni.
Gli autori descrissero accuratamente
tutti i test a cui sottoposero JR, incluso il Quoziente Intellettivo
che era superiore alla media nella scala verbale e più basso nella
scala visuospaziale, come si osserva spesso negli agnosici. Inoltre,
trascrissero l'esame neurologico e il referto neuroradiologico,
compatibilmente con le risoluzioni dell'epoca.
Sottoposero a JR anche una serie di
illusioni percettive, dimostrando la sua sensibilità per l'illusione cosiddetta di Ponzo ma non al famoso triangolo di Kanizsa: non
riusciva a vedere il contorno soggettivo del triangolo bianco ma solo
i diversi elementi presenti, i tre angoli e i tre cerchi neri
incompleti.
Anche la lettura risultò molto rallentata, proprio
perché una parola è un insieme di lettere ed era possibile leggere
solo riconoscendo una lettera alla volta – si parla infatti di
lettura lettera-per lettera.
Furono poi approfondite le abilità di JR nel disegno.
Nella copia di un aereo si può riconoscere approssimativamente la sagoma ma i dettagli sono confusi e in posizioni diverse rispetto all'originale.
Nel confronto tra il disegno di una stanza prima e dopo l'ictus, si può osservare come gli elementi diventino ben distanziati e scompaiano le sovrapposizioni in prospettiva.
Nelle diverse forme di agnosia, quindi,
la percezione visiva può essere più o meno degradata ma è
conservata fino a certi stadi.
Per un'accurata diagnosi è importante
escludere altri fattori, ad es. lo stato confusionale che segue
immediatamente un qualsiasi danno al nostro cervello, un deficit
transitorio che scompare dopo pochi giorni, una difficoltà di altro
tipo, ad es. verbale, nel non riuscire a rispondere alle domande o
motoria, nel non riuscire a disegnare. Ed è necessario documentare e
delimitare la lesione del cervello proprio nelle aree occipitali.
Tutto questo manca in un articolo più
recente, del 2003, pubblicato sulla prestigiosa Neurology da Smith, Mindelzun e Miller. Della loro paziente di 87 anni si sa solo che era
pittrice e soffriva di problemi cardiaci e che potrebbe aver avuto un
ictus (nell'articolo si parla di 'presunto' ictus). Non sono riportati i dati della risonanza magnetica, l'esame
del campo visivo è stato fatto solo clinicamente e non ha mostrato
deficit. La signora era in grado di leggere.
Insomma, non sappiamo se avesse avuto un eventuale danno al cervello e se questo fosse focale o diffuso. Questa frase poi mi dà tormento “Neuropsychiatric testing revealed difficulty in sustained attention and marked construction apraxia that did not resemble hemineglect”. Gli autori si riferiscono ai test neuropsicologici, dev'essere un refuso quel neuropsychiatric, ma poi mettono insieme difficoltà di attenzione sostenuta (incapacità a mantenere l'attenzione nel tempo), aprassia costruttiva (incapacità a pianificare l'esecuzione di un disegno) e simultanagnosia, come in un'insalata molto speziata, mentre sappiamo che hanno caratteristiche e correlati neuroanatomici del tutto diversi. In pratica gli autori ritengono si tratti di simultanagnosia soltanto dal confronto dei dipinti della signora, ma non fanno riferimento, ad esempio, ai materiali che aveva a disposizione durante le settimane di ricovero in ospedale, a cui risalgono almeno 2 disegni riportati.
Insomma, non sappiamo se avesse avuto un eventuale danno al cervello e se questo fosse focale o diffuso. Questa frase poi mi dà tormento “Neuropsychiatric testing revealed difficulty in sustained attention and marked construction apraxia that did not resemble hemineglect”. Gli autori si riferiscono ai test neuropsicologici, dev'essere un refuso quel neuropsychiatric, ma poi mettono insieme difficoltà di attenzione sostenuta (incapacità a mantenere l'attenzione nel tempo), aprassia costruttiva (incapacità a pianificare l'esecuzione di un disegno) e simultanagnosia, come in un'insalata molto speziata, mentre sappiamo che hanno caratteristiche e correlati neuroanatomici del tutto diversi. In pratica gli autori ritengono si tratti di simultanagnosia soltanto dal confronto dei dipinti della signora, ma non fanno riferimento, ad esempio, ai materiali che aveva a disposizione durante le settimane di ricovero in ospedale, a cui risalgono almeno 2 disegni riportati.
Anche grazie a questo articolo il
nostro primo autore forse avrà fatto carriera in accademia, date le
strategie di marketing che attualmente la regolano.
Noi comuni lettori invece impariamo che
anche gli articoli pubblicati su riviste scientifiche importanti
vanno letti con cautela e senza cadere negli inganni della seduzione.
Noi clinici non possiamo certo
includere quest'ultimo articolo nella casistica delle agnosie.
Benché suggestive, le diagnosi basate
sul solo confronto tra dipinti e opere di un autore, non hanno alcun
valore scientifico né clinico.
I dipinti e le opere di un artista
possono invece essere una delle modalità per studiare le alterazioni
cognitive o le degradazioni della percezione.
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