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lunedì 5 gennaio 2015

Trotula, la dottora di Salerno.



Trotula de Ruggiero visse nell'XI secolo ed esercitò la pratica medica, nell'ambito della prestigiosa Scuola Salernitana, ove è annoverata tra i Maestri. Delle Mulieres Salernitanae, nobildonne esperte in medicina, fu la più nota. 


Riconosciuta come la prima ginecologa della storia, si occupò di ginecologia e ostetricia, cosmesi e igiene. Seguiva gli insegnamenti di Ippocrate e Galeno e applicava alla medicina gli elementi della filosofia greca e la concezione di salute legata all'equilibrio dei quattro umori del corpo umano: sangue, flemma, bile gialla, bile nera.
Tali elementi erano all'origine dei quattro temperamenti - sanguigno, collerico, melancolico, flemmatico – secondo una prima rudimentale teoria della personalità.

"Da notare che non furono chiamate: medichesse o pharmacopola, bensì – ed è molto ammirevole - “Mulieres”, e non per sminuire la loro professionalità, ma come pieno riconoscimento al loro essere: donna e medico. Queste diedero il loro contributo specialistico interessandosi particolarmente di patologie femminili e pediatriche. […] Tra le dottoresse salernitane vanno ricordate ancora: Abella, Rebecca Guarna, Costanza Calenda, ma quella che più affascina per il suo sapere e la sua personalità è Trotula de Ruggero (primi anni dell'XI sec.) di nobile famiglia salernitana, di ascendenti Longobardi, andò sposa al medico Giovanni Plateario, ebbe due figli Giovanni iunior ed il più famoso Matteo." (1)

Costanza Calenda conseguì il titolo di medico nel 1422 e fu anche docente all'Università di Napoli. Un secolo prima, nel 1321, a Francesca da Romana era stata conferita l'idoneità ad esercitare la chirurgia: in quanto le donne medico sono più adatte degli uomini a curare le ammalate costumate [“quod ad mulieres curandas egrotas de honestate morum viris sunt femine aptiores”] (2). 
 

Le due opere fondamentali di Trotula de Ruggiero furono il De Passionibus mulierum curandarum o Trotula maior, un trattato di ginecologia e ostetricia e il De Ornatu Mulierum o Trotula minor, un trattato di cosmesi.
Le numerose trascrizioni, in diverse lingue nei secoli successivi, determinarono ampie dispute sull'attribuzione dei diversi manoscritti a Trotula o alle varie declinazione del suo nome, con strenui e, infine vani, tentativi di riferire le sue opere a medici, maschi.
Come puntualizzato da Bayon nel 1940: l'attribuzione a Trotula ritrovata nei manoscritti “del XIII secolo può essere accettata fino a prova contraria” (3).

Il De Passionibus mulierum curandarum o Trotula maior, come specifica il sottotitolo è un
"Libro unico di Trotula sulla cura delle malattie delle donne prima, durante e dopo il parto mai prima edito in cui vengono minutmente illustrate le infermità e le sofferenze che capitano al sesso femminile, la cura dei bambini e dei ragazzi al momento del parto, la scelta della nutrice oltre alle restanti cose che vi si connettono, le prescrizioni riguardanti entrambi i sessi, le esperienze infinite di varie malattie con alcuni preparati che servono ad abbellire il corpo". 

Quali furono le motivazioni che portarono Trotula a compilare il primo trattato di ginecologia e ostetricia?

"Siccome le donne sono per natura più fragili degli uomini, sono anche più frequentemente soggette a indisposizione, specialmente negli organi impegnati nei compiti voluti dalla natura. Siccome tali organi sono collocati in parti intime, le donne, per pudore e per innata riservatezza, non osano rivelare a un medico maschio le sofferenze procurate da queste indisposizione. Perciò la compassione per questa loro disgrazia e, soprattutto la sollecitazione di una nobildonna, mi hanno indotto a esaminare in modo più approfondito le indisposizioni che colpiscono più frequentemente il sesso femminile."
Per Langella: "Il senso critico e a volte freddo dell'analisi della patologia fa di Trotula un medico antesignano dell'indagine critica della malattia e in questo si deve leggere estraneità a falsi moralismi, in particolare quando parla di patologie legate al sesso." (4)

In merito alle numerose accuse di riti magici e di ciarlataneria alle Mulieres Salernitanae, Langella aggiunge:
"L'aspetto se volete straordinariamente moderno della collega fu quello di concedersi allo studio della medicina senza attingere al passato misterioso e infruttuoso della magia. Non ricorse quasi mai a pratiche medievali rivolte all'astrologia e non voile nemmeno affidare la cura alla preghiera". (4)

A ulteriore conferma Bayon ammette (3):
"Trotula recommends numerous ineffective means and repulsive excrements, but can definitely be said to ignore magic and astrology."


Il
De
Ornatu Mulierum
o Trotula
minor è
dedicato alla cura estetica con ricette cosmetiche che riguardano la
pelle, le mani, le labbra, i denti, l’alito, i
capelli (3).




Contiene ricette dettagliate che oggi ci fanno sorridere o inorridire...

Per i peli superflui:

Propongo ora un unguento per nobildonne, che rimuove i peli, ammorbidisce la pelle e ne elimina le macchie. Prendi il succo di foglie del cocomero selvatico, detto anche asinino, e latte di mandorla, mettili in un vaso con calce viva e polvere di orpimento e mescola
accuratamente; aggiungi legnetti di galbano pestati e ammaccati che siano stati a macerare in due dita di vino per ventiquattro ore, e metti a cuocere; dal decotto elimina le fibre del galbano e versaci calce viva e un poco di olio o di vino per inumidire l'insieme. Togli il recipiente dal fuoco e versaci polverizzate le seguenti erbe in egual misura: mastice, incenso, cannella, noce moscata e chiodi di garofano. Otterrai un unguento dal profumo soave, delicato nell'ammorbidire la pelle. Le nobildonne salernitane ricorrono spesso a tale pomata depilatoria.

Per i capelli, vuoi neri, vuoi biondi:

Se una donna vuole avere capelli neri e lunghi, prenda un ramarro, lo privi della testa e della coda e lo lasci cuocere nell'olio; con questo olio si tinga la testa, ed avrà capelli neri e lunghi.

Un altro procedimento per avere i capelli biondi. Prendi della feccia di vino bianco e del miele, e mettili a cuocere fino a ottenere un preparato della consistenza d'una pomata. Spalmaci i capelli.

Per il viso:

Dopo aver curato i capelli, bisogna abbellire il viso: se questo sarà fatto nelle forme più acconce, diventeranno belle anche le donne più brutte. [Qualche secolo più tardi Coco Chanel dirà: "Non esistono donne brutte, ma solo donne pigre"] La donna si adornerà nella seguente maniera. Per prima cosa si lavi accuratamente il viso con acqua calda e sapone della Gallia, e lo rilavi in un bagno con colatura di crusca. Poi, asciugatosi il viso, lo spalmi d'olio di tartaro.
Le signore salernitane usano, per rendere roseo il viso, questo preparato: mettono nel miele radice fresca di brionia, nota come zucca selvatica, e se ne spalmano il viso, ottenendo un incarnato mirabile.

Per i denti:

I denti si sbiancano in questa maniera. Prendi del marmo bianco bruciato e dei semi di dattero anch'essi bruciati, e inoltre natron bianco, una tegola rossa, sale e pomice. Riduci tutto in polvere, che avvolgerai in della lana umida o in un fine panno di lino: con questo strofina i denti all'interno e all'esterno.

E, infine, per l'alito cattivo.

Questo semplice rimedio per l'alito cattivo che qui propongo, l'ho visto prescrivere spesso da una saracena che veniva dalla Sicilia, e molte persone ne hanno tratto beneficio. Prendi qualche foglia di alloro e un poco di muschio, impastane una pallina e trattienila sotto la lingua prima che chi ti stia vicino percepisca il cattivo odore. Si può tenere sotto la lingua di giorno e anche di notte, soprattutto se la donna preveda di dover fare l'amore.

Le preziose erbe venivano coltivate nell'antico orto botanico della Scuola Medica Salernitana, ricostruito nel Giardino della Minerva, che oggi si trova nel cuore del centro antico di Salerno.

http://www.museovirtualescuolamedicasalernitana.beniculturali.it/it/

  1. Signore G. Storia della Farmacia: Dalle origini al XXI secolo. Edra 2013.
  2. Manni P. (a cura di). Trotula de' Ruggiero. L'armonia delle donne. Trattato medievale di cosmesi con consigli pratici sul trucco e la cura del corpo. Manni Editori 2014.
  3. Bayon HP. Trotula and the Ladies of Salerno: A Contribution to the Knowledge of the Transition between Ancient and Mediaeval Physick (Abridged): (Section of the History of Medicine). Proc R Soc Med. 1940 Jun;33(8):471-5.
  4. Langella A. Trotula de Ruggiero
    http://www.archive.org/details/TrotulaDeRuggieroMondezzaDiAnielloLangella


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