"Penso
che la mia sia una storia d'amore, di perdita e di resilienza".
Così
Katie Brandt, introduce il video dal titolo 'Love is out there' –
L'amore è là fuori -, secondo classificato al Neuro Film Festival 2016, promosso dalla American Academy of Neurology, a partire dal
2010.
Il
Neuro Film Festival ha lo scopo di diffondere la consapevolezza sulle
malattie neurologiche (demenze, ictus, traumi cranici, epilessie,
malattia di Parkinson, sclerosi multipla,…) e sullo stato della
ricerca, della prevenzione e delle terapie riabilitative e
farmacologiche messe a punto per affrontarle.
Per
partecipare al concorso basta inviare un video su una storia, una
storia di malattia da far conoscere per sensibilizzare la società.
Tra
i 66 video inviati quest'anno ce n'è anche uno italiano di Clelia
Sedda, che racconta la storia di 'Francesco' colpito da una forma
aggressiva di sclerosi multipla e trattato con chemioterapia,
seguita da trapianto
autologo di cellule staminali ematopoietiche.
All'inizio
del video 'Love is out there', tre donne dicono di Katie “è una
persona in grado di reagire a ogni situazione”, “coraggiosa”,
“è la persona che vorresti diventare”.
Ho tradotto quasi per intero il testo del video, affinché possa essere compreso da tutti e soprattutto da chi sta affrontando una storia di assistenza o di malattia.
Ho tradotto quasi per intero il testo del video, affinché possa essere compreso da tutti e soprattutto da chi sta affrontando una storia di assistenza o di malattia.
"Durante
i primi cinque anni del nostro matrimonio sono stata molto felice,
Mike era un grande compagno, anticipava sempre le mie richieste".
"Dopo,
tutto è cambiato".
Chi
la conosce racconta che stava cambiando anche lei e iniziava a pensare che suo
marito non fosse più lo stesso.
"Fino
a che non lo portai a Boston, dove ricevette la diagnosi di
degenerazione fronto-temporale".
Per
saperne di più sulla demenza fronto-temporale invito alla lettura
del dettagliato post di Eloisa Stella, Demenza Frontotemporale: ilparere dello psicologo.
Rispetto alla malattia di Alzheimer, la demenza fronto-temporale è molto meno nota e spesso è confusa con lo stesso Alzheimer o con altre patologie come la depressione. Ciò significa che spesso l’escursus per arrivare a una diagnosi definitiva è spesso particolarmente lungo e doloroso.
Si
tratta di una delle forme di demenza che altera maggiormente e da
subito la personalità, il comportamento, la comunicazione e le
relazioni della persona affetta.
Mike
ricevette la diagnosi di demenza frontotemporale a 29 anni.
"Quattro
giorni dopo la diagnosi di Mike, mia madre morì improvvisamente a 58
anni e 17 giorni dopo la sua morte, a mio padre fu confermata la
diagnosi di demenza di Alzheimer ad esordio precoce".
"Sono
passata dall'essere una moglie ad essere una caregiver, dall'essere
una figlia ad essere una caregiver".
"Stavo
sperimentando il dolore e la perdita e allo stesso tempo ho dovuto
imparare ad essere una madre".
"Ricordo
che in quel periodo di crisi qualcuno mi chiedeva come fai a gestire
tutto questo?"
"Rispondevo,
beh, il sole continua a sorgere al mattino".
Si
riferisce a suo figlio, Katie "la ragione per cui continuavo ad
alzarmi al mattino, il mio sole".
"Non
voglio che la demenza frontotemporale abbia l'ultima parola nella
vita di Mike o nella storia della nostra famiglia e così ho
cominciato a fare volontariato, a promuovere iniziative e a
raccogliere fondi, per aumentare la conoscenza e i fondi di ricerca".
"Riprendendo
un libro di quando studiavo, a 16 anni, ho ritrovato nella copertina
una dedica di mia madre che dice: un giorno avrai le tue storie che
ti saranno di ispirazione per scrivere, tutti dobbiamo ricordarci che
l'amore è là fuori”.
Love
is out there è il nome che
Katie ha dato alla sua campagna di educazione e consapevolezza
sull'assistenza alla demenza frontotemporale, affinché chi assiste possa riprendersi il
potere sulle malattie.
"Non
ho potuto scegliere quello che mi è accaduto ma ho potuto scegliere
come reagire".
"Ho
potuto scegliere di accettare l'aiuto della comunità quando mi è
stato offerto. Ho potuto scegliere di cercare l'amore invece di
sentirmi una vittima".
"Voglio che le persone sappiano che anche loro possono fare questa scelta".
Nessun commento:
Posta un commento