In
un vibrante editoriale in uscita sulla rivista Social Science and
Medicine, John Ioannidis richiama l'attenzione su un fenomeno che
si sta diffondendo e che, se non moderato, avrà conseguenze
rischiose, riportando la medicina al XVIII secolo.
Ioannidis,
di origine greca e docente di medicina all'Università di Stanford,
sta dedicando molti sforzi, in collaborazione con
altri scienziati, all'analisi critica degli studi scientifici,
richiamando tutti a una riflessione sugli errori e le fallacie in agguato nel laboratorio e nell'ambulatorio.
Negli
ultimi anni la ricerca scientifica sembra essersi adagiata
acriticamente su un armamentario di ipotesi, metodi e strumenti che
sono iperanalitici e ipertecnologici ma in molti casi hanno dato un
contributo minimo allo sviluppo di nuove teorie e un insufficiente
contributo allo sviluppo di nuove terapie mediche. Il discorso può
essere esteso a tutte le discipline che hanno per oggetto lo studio
dell'uomo, dalla genetica alla psicologia.
Questo
ripiegamento è stato causato da due fattori: dall'ansia di
'pubblicare o perire' (publish or perish) scatenata dalla
valutazione (e quindi dai fondi assegnati e dalle promozioni) dei
ricercatori in base al numero di pubblicazioni su riviste
scientifiche e dalla revisione frettolosa e spesso compiacente di
tali articoli da parte di quei due-tre scienziati selezionati dalla
rivista per giudicarne la dignità di pubblicazione. Si è instaurato
un sistema rigido, chiuso e stereotipato, nel quale si sono distinte
diverse eccellenze, altre sono clamorosamente precipitate e numerosi
scienziati sono stati accusati di frode e falsificazione dei
risultati.
Mentre
il sistema è in crisi e sta trovando faticosamente nuove strade per
il cambiamento, grazie ai critici che hanno ora più voce sulle
riviste specializzate, sui social media e sui blog, un'altra ombra si
delinea all'orizzonte del sapere scientifico: la diceria basata
sull'evidenza ovvero la scienza per sentito dire.
Come
scrive Ioannidis, gli esperti più influenti oggi sono i pazienti
stessi, quelli accomunati da una stessa malattia o che seguono uno
stesso trattamento medico e che condividono tra loro opinioni ed esperienze. Raccontano le loro storie, avendo come paradigma la vita
reale.
the most influential experts nowadays are patients themselves; patients with the same disease who have tried the same medical intervention and who share their opinions with other patients. Their paradigm has the benefit of representing “real life”. These are real patients telling their real stories.
Il
passaparola c'è sempre stato e da sempre c'è chi è andato dallo
specialista a richiedere l'esame o il rimedio consigliato da un
conoscente e questo ha senz'altro promosso la salute.
Ci
sono due aspetti che diventano preoccupanti oggi: la dimensione del
fenomeno, amplificata dai social network e l'esposizione alla
manipolazione di profittatori con interessi monetari e ideologici
sulle storie reali.
Il
primo aspetto – la dimensione del fenomeno - diventa problematico
quando i commenti dei pazienti sono parziali e imprecisi. C'è,
innanzi tutto, un pregiudizio di selezione: tendono a condividere le
loro opinioni solo i pazienti che hanno avuto benefici da un
trattamento medico. Ioannidis cita lo studio pubblicato sullo stesso
numero della rivista da de Barra sulla buona
reputazione che acquisiscono i prodotti inefficaci. De Barra ha analizzato i commenti scritti su Amazon da oltre 1500
persone e relativi a due prodotti per il colesterolo
(Benecol e CholestOff) e a uno per perdere peso (Orlistat). Rispetto
agli studi scientifici randomizzati e controllati
(l'apice della sperimentazione e i più sicuri per lo sviluppo di
nuovi farmaci: tutti i fattori sono rigorosamente controllati),
che non hanno dimostrato particolari benefici per nessuno dei tre
prodotti, l'effetto benefico risulta di 3 o 4 volte superiore nei
commenti, facendo così sembrare i tre prodotti molto efficaci.
Il
pregiudizio di selezione colpisce anche gli studi osservazionali
(studi non sperimentali che
descrivono i fenomeni, ad es. l'effetto di un farmaco dopo il suo
sviluppo) verso i quali stanno spingendo “potenti
accademici, lobbisti, ordini professionali, agenzie finanziarie, e
forse anche le autorità di regolamentazione”, con lo scopo di
sfuggire ai vincoli degli studi randomizzati controllati per produrre
e brevettare nuove terapie. Questa spinta nasce in modo perverso
sulle ceneri della ricerca scientifica attuale – che ha visto
sbriciolarsi anche molti studi randomizzati controllati - ad opera di chi non
ne sostiene la rinascita in atto ma intravede la possibilità di più
facili affari di dimensioni mondiali.
L'allarme
di Ioannidis è che gli studi clinici osservazionali e la diceria
basata sull'evidenza, ci riporteranno direttamente alla medicina del
XVIII secolo, a prima del 1747, quando James Lind condusse il primo
studio controllato sull'efficacia degli agrumi nella prevenzione e
nel trattamento dello scorbuto.
Devono
essere migliorati i metodi della ricerca scientifica attuale e questo
è possibile ma dobbiamo riconoscere che senza gli studi controllati,
le meta-analisi, le linee guida, insomma senza i dati oggettivi,
avremmo ancora la stessa salute e la stessa speranza di vita del 1700
(inferiore ai 40 anni!).
Ioannidis
conclude con l'esempio dei vaccini. Molti genitori stanno rinunciano
a vaccinare i propri figli a causa della diffusione di false notizie sulla loro sicurezza (ad es. quella del legame - inesistente - tra vaccini e autismo), fatta
in modo fraudolento e sciagurato e con scopi per niente altruistici.
Ecco
che allora il secondo aspetto oggi preoccupante riguarda quello che potrebbe succedere se i commenti online dei pazienti diventassero
oggetto della propaganda anti-vaccinista.
A me Ioannidis sembra troppo
ottimista sull'uso del condizionale, visto il calo drammatico delle
vaccinazioni in età pediatrica e le conseguenze a cui diventano esposti tutti i bambini.
Se
questo è il contesto, non è mai stato così facile creare dicerie
negative.
These effective treatments are often avoided for no good reason. For example, many parents are declining childhood vaccinations based on the dissemination of fraudulent research about vaccines and autism or other weird speculations. One can only dread what would happen if online patient reviews became the target of anti-vaccine propagandists. Creating negative hearsay evidence has never been so easy.
Non
si può allora rinunciare, conclude Ioannidis, a monitorare i
commenti online dei pazienti e le altre informazioni che vengono
diffuse senza un processo di verifica scientifica. Anzi, bisogna
condurre più studi su quei commenti e su quelle informazioni, per
dimostrarne le dinamiche e renderle note a tutti.
Insomma,
comprendere la scienza della diceria potrà essere utile a
salvare la medicina basata sull'evidenza.
Understanding the science of hearsay may be useful to help us salvage evidence-based medicine.
Nel
frattempo, prima di condividere un commento su un'informazione
clinica o scientifica, pensa!
Sarebbe utile anche fornire al pubblico ma prima ancora ai medici che col pubblico lavorano una solida base di analisi dei dati. Essere insieme matematico paziente porta amare sorprese (Bayes, chi era costui?)
RispondiElimina