Le
tre più grandi dispute scientifiche di quest'anno nell'ambito della
psicologia e delle neuroscienze sono state, per me, le seguenti:
1.
C'è coscienza nella via visiva dorsale?
Si
tratta di una discussione ai suoi inizi, che continuerà nei prossimi
anni e che vede da un lato la ferma convinzione di David Milner che
la risposta sia 'No'. Dall'altra parte c'è Silvia Savazzi, che con
il suo gruppo, sta fornendo le prime prove che la risposta sia invece
'Sì'.
Per
saperne di più sul ruolo della via dorsale nella nostra percezione
visiva, rimando all'introduzione del post Vedo-non
vedo: alle origini della coscienza.
La
disputa è per ora a distanza nel tempo e nello spazio.
Ecco
le prime mosse.
David
Milner è Professore Emerito all'Università di Durham.
Paestum - I primi gladiatori |
Nell'articolo del 2012 ripercorre le prove derivanti da numerosi studi sui soggetti
con lesioni cerebrali selettive delle vie visive e sui soggetti senza
lesioni sottoposti a risonanza magnetica funzionale.
Per
Milner i prodotti visivi dell'elaborazione lungo la via dorsale
occipito-parietale non sono accessibili alla consapevolezza.
We have argued [10,15] that the course of primate evolution has resulted in these two visual streams operating on different computational principles, and that it has resulted concomitantly in them yielding qualitatively different visual products. Specifically, we have proposed that the visual products of dorsal stream processing are not available to conscious awareness—that they exist only as evanescent raw materials to provide the unconscious moment-to-moment sensory calibration of our movements. This article is intended to provide a brief review of the evidence from this claim, concentrating on three bodies of data, based on studies of (i) visual form agnosia, (ii) visual extinction and (iii) functional MRI.
L'essenza
del modello di Milner e Goodale è che mentre afferriamo un oggetto –
in base all'elaborazione della via dorsale - possiamo essere
consapevoli dei movimenti del braccio e della mano, così come della
forma dell'oggetto e degli oggetti vicini ma quella consapevolezza
deriva dall'elaborazione concomitante che avviene nella via ventrale.
But the essence of Milner & Goodale's [10] interpretation is that this visual awareness accrues not from visuomotor processing in the dorsal stream, but from concurrent processing in the ventral stream.[…] According to the Milner & Goodale model, that real-time guidance is provided through continuous visual monitoring by the dorsal stream of those very same visual inputs that we experience by courtesy of our ventral stream.
Silvia
Savazzi è Professore Associato all'Università di Verona.
Nell'articolo
del 2015, con Chiara Bagattini e Chiara Mazzi, attraverso gli
esperimenti condotti in soggetti con lesioni cerebrali delle vie
visive e in soggetti senza lesioni sottoposti a stimolazione
magnetica transcranica e coregistrazione con elettroencegalogramma,
aggiunge nuove prove all'ipotesi che la corteccia parietale lungo la
via dorsale sia un generatore precoce di consapevolezza.
Previous data (Mazzi et al., 2014) and the present paper tested the hypothesis that neural activity along the dorsal stream could have access to perceptual awareness. Here, we found that direct stimulation of IPS [intra-parietal sulcus] induces the perception of phosphenes and that this effect has its onset in the parietal cortex at ~70–80 ms after TMS. This result could point to a role of the parietal cortex as a local early gatekeeper of awareness.
the results obtained with TEPs [TMS-evoked potentials] elicited by IPS-TMS show that IPS is an early and independent generator of phosphenes.
Tali
risultati modificano sostanzialmente il modello della percezione
visiva di Milner e Goodale.
Seguiremo
gli sviluppi nel 2016...
-
Milner AD. Is visual processing in the dorsal stream accessible to
consciousness? Proc Biol Sci. 2012 Jun 22;279(1737):2289-98
-
Bagattini C, Mazzi C, Savazzi S. (2015). Waves of awareness for
occipital and parietal phosphenes perception. Neuropsychologia, 70:
114-125.
2.
Il bilinguismo rende più intelligenti?
La
discussione è stata molto accesa, a colpi di articoli pubblicati su
riviste scientifiche e continua da molti mesi. Da un lato Ellen
Bialystok è tra i ricercatori che sostengono che la risposta sia
'Sì': il bilinguismo non solo aumenta le nostre abilità di
comunicazione e la nostra riserva cognitiva ma ci rende più
intelligenti. Dall'altra parte, per de Bruin e altri ricercatori la
risposta è 'No' almeno per ora: i risultati finora raggiunti si devono a
distorsioni nelle pubblicazioni dei risultati scientifici, per la
tendenza a diffondere solo i risultati positivi, quindi solo ulteriori studi faranno nuova luce sul'argomento.
Ad
oggi si può parlare del furioso scontro tra due squadre, ciascuna
con dei fuoriclasse.
Vulci - Lotta di eroi |
Il
risultato finora raggiunto è che si presterà molta attenzione ai
prossimi studi sull'argomento, al rigore metodologico seguito dagli
scienziati dell'una o dell'altra squadra per arrivare alle rispettive
conclusioni.
Per
una sintesi delle diverse fasi della disputa:
-
a febbraio, la lunga conversazione con Barbara Treccani I bilingui sono più intelligenti? Ma che esagerazione!
-
a giugno, il botta e risposta tra Bialystok e de Bruin e i rispettivi
collaboratori Bilingualism and cognitive advantage: Bialystok versus de Bruin.
-
a dicembre, qualche giorno fa, la lettera di fuoco di Kenneth Paap
con le raccomandazioni per continuare a studiare e a discutere il
bilinguismo A continuing debate on the bilingual advantage: some recommendations from Kenneth Paap.
Segnalo
anche l'articolo di Simona Regina Parlare due lingue migliora la
mente pubblicato su il
Venerdì di Repubblica l'8 maggio.
3. I neuroni specchio
cosa spiegano?
Si tratta in questo caso
di uno scontro dal vivo, del memorabile dibattito tra Vittorio
Gallese e Gregory Hickok. Non è stato uno scontro violento ma nei
mesi precedenti tra i sostenitori dei neuroni specchio e i critici
non sono stati risparmiati colpi bassi.
Per farsi un'idea basta
leggere il piccato commento di Giacomo Rizzolatti e Corrado
Sinigaglia al 'curioso libro' di Hickok, Il mito dei
neuroni specchio:
la risposta:
Gregory Hickok. A Curious Commentary on a Book on Mirror Neurons and Other Tales of Scientific Misses: Response to Rizzolatti & Sinigaglia and to Glenberg.
e la contro-risposta:
G. Rizzolatti & C.
Sinigaglia. A Reply to Hickok.
Le critiche al 'gruppo di
Parma' per la tendenza ad attribuire ai neuroni specchio ogni
fenomeno cognitivo, clinico e sociale e per l'aspettativa di un
atteggiamento fideistico da parte della comunità scientifica sono
costate, secondo alcuni, il Nobel a Rizzolatti per una scoperta
dimostrata nei primati non umani.
Lo
scontro Gallese-Hickok, organizzato dal NYU
Center
for Mind, Brain and Consciousness,
si
è tenuto a New York il 24 settembre ed è stato moderato da David
Chalmers.
Del dibattito è disponibile il video: "Do Mirror Neurons Explain Anything?"
Nelle
ore precedenti la foto di Hickok rivela che non ci sarà uno scontro
violento.
Il
punto centrale del dibattito è cosa si attribuisce ai neuroni
specchio.
I
due scienziati nelle loro presentazioni fanno riferimento ai più
importanti lavori sull'argomento, analizzandoli criticamente. Il
dibattito è quindi anche una ricca fonte bibliografica.
Gli
estratti che ho trascritto non rispettano l'ordine temporale della
registrazione ma seguono l'evoluzione teorica nel lavoro degli
autori.
Interviene
prima Gallese poi Hickok, segue Gallese e poi si dà spazio alle
domande dei partecipanti.
Per
Gallese i neuroni specchio sono parte di un meccanismo deputato alla
comprensione dell'azione: non più solo un sistema motorio come
postulato nei primi lavori ma un sistema cognitivo.
Mirror neurons were discovered by chance. It was not by chance that they were discovered by us, because we were looking for visual properties in the motor system.
That mirror neurons, as motor neurons, may play a role in selecting action appropriate on the basis of what someone else is doing is part of our natural interpretation of the findings from the very beginning. What we found was novel, back then, and still is the idea that this mechanism could play a role also in action undertanding.
Passando
da un'interpretazione di selezione dell'azione a quella di
comprensione dell'azione da parte del meccanismo dei neuroni
specchio, questo costituirebbe il substrato neurale per studiare dal
basso la cognizione sociale
To make sense of social cognition we need to study the brain, the body, their relationship with the world and with the brain-body systems of others.
A bottom-up approach to social cognition.
Gli
effetti sperimentali appaiono modesti ma per Gallese molti effetti
negli esperimenti psicologici e psicofisici sono modesti.
Our approach is able to generate hypotheses and these hypotheses have been indeed very fine confirmed not only by those small effects, acknowledged by Greg, because, ok, the effect is small but the small size of the effect is easy to interpret […] a small effect is 30 milliseconds in reaction times, which is a huge effect in many cognitive psychology or psychophysical experiments.
Hickok (gli estratti sono dalle sue slide) inizia citando gli autori stessi, per i quali parlare del meccanismo
dei neuroni specchio come base della comprensione dell'azione
è una sciocchezza.
La
funzione del sistema motorio è il controllo motorio, mentre la
comprensione è resa possibile dai sistemi sensoriali, concettuali e
motori.
The function of the motor system is motor control. Understanding is achieved primarily by sensory/conceptual-memory systems.
Se
è vero che comprendiamo un'azione perchè la rappresentazione
motoria di quell'azione viene attivata nel nostro cervello come
sostenuto da Rizzolatti, Fogassi e Gallese nel 2001, allora dovremmo
aspettarci che una lesione al sistema dei neuroni specchio causi dei
deficit di riconoscimento dell'azione. Ma questa è un'ipotesi priva
di conferme.
In my mind, this claim predicts that damage to the MNS should cause action recognition deficits. And in my field, this prediction doesn’t hold up.
Non
sembra avere un ruolo neppure nel riconoscimento del linguaggio.
Damage to motor-speech systems can result in severe speech production deficits but do not similarly affect speech recognition.
Acute disruption of left hemisphere function causes complete mutism but does not severely affect word recognition.
I
dati sui neuroni specchio dimostrano correlazioni, non effetti
causali.
The MN data are correlational – causal involvement cannot be directly inferred.
I
dati sono insufficienti a provare che il meccanismo dei neuroni
specchio sia implicato nella comprensione dell'azione:
The (“speculative”) action understanding hypothesis was propped up by lesion data from speech and apraxia that we now know doesn’t support the theory.The details of the MN data do not fit the action understanding theory.
L'ipotesi
originaria, esposta nel primo lavoro di Di Pellegrino e coll. (1992)
di meccanismo di selezione dell'azione ha invece più forti conferme
dai dati disponibili.
L'invito
finale della presentazione di Hickok è di rinunciare all'ipotesi dei
neuroni specchio come sistema di comprensione dell'azione:
It’s time to abandon the theory and explore alternatives in depth.
Come
continuerà la disputa nel 2016?
I
neuroni specchio continueranno ad essere tirati in causa ogni volta
che si parlerà di empatia, imitazione, cognizione sociale?
O
addirittura di arte, pubblicità,...
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