Susan
Schneider Williams, moglie di Robin Williams, ha pubblicato un
articolo - The terrorist inside my husband's brain - su Neurology,
la prestigiosa rivista dell'Accademia Americana di Neurologia.
Si
tratta di un Editoriale toccante e competente che mi ha colpito per
tre aspetti:
- l'autrice lancia un appello a tutti e un incitamento alla comunità di ricercatori e lo fa da un'importante rivista scientifica che diventa promotrice di una campagna di sensibilizzazione partita da una caregiver;
I know you have accomplished much already in the areas of research and discovery toward cures in brain disease. And I am sure at times the progress has felt painfully slow. Do not give up.
- i viaggi alla ricerca di una diagnosi, da uno specialista all'altro e da un centro all'altro, l'affidarsi a vari e infruttuosi tentativi terapeutici rappresentano un'esperienza uguale per tutti quando si è colpiti da una complessa malattia neurologica o psichiatrica;
- il nostro sistema sanitario nazionale è stato il primo ad attivare nel 2000, in tutte le regioni, gli ambulatori specialistici per la valutazione delle demenze (UVA). Lo disprezziamo troppo spesso o restiamo indifferenti al continuo taglio di servizi. Dovremmo fare invece in modo che migliori, per continuare a garantire a tutti competenza e interdisciplinarietà: il neurologo, il geriatra, il neuropsicologo, sono alcune delle figure essenziali nella diagnosi e nella cura delle demenze, che possono colpire anche in giovane età. Con cura intendo il complesso di terapia farmacologica, riabilitazione cognitiva, stimolazione sensoriale, interventi psicosociali e assistenza, volti ad alleviare i sintomi.
Fosse
stato in Italia, Robin Williams avrebbe avuto una diagnosi in tempi
più brevi?
Credo
di sì. Ma questa è una di quelle domande impossibili: la risposta
non cambia la realtà, può solo aiutare a vederla da altri punti di
vista.
Susan
Schneider Williams aggiunge consapevolmente un'altra domanda
impossibile: avere una diagnosi avrebbe cambiato le cose dato che non
si guarisce dalla Demenza a corpi di Lewy?
But would having a diagnosis while he was alive really have made a difference when there is no cure? We will never know the answer to this.
L'unica
risposta plausibile, che ancora una volta non cambia la realtà è
che la diagnosi avrebbe dato senso alle azioni quotidiane. Avrebbe
ridotto lo smarrimento e l'angoscia derivanti dalla distanza tra il
sentire la propria mente sgretolare - dalle dimenticanze, dal
disorientamento, dalle allucinazioni, dalle parole che non vengono,
dagli odori che non si sentono più - e le incomprensibili
rassicurazioni ad un corpo che – dagli esami clinici - sta bene.
Dopo
la diagnosi di malattia di Parkinson Robin Williams continuava a
chiedere: ho la demenza?
He asked, “Do I have Alzheimer's? Dementia? Am I schizophrenic?” The answers were the best we could have gotten: No, no, and no.
Conoscere
la diagnosi avrebbe indirizzato le energie verso una diversa
organizzazione quotidiana, verso nuove strategie di resistenza
familiare e soprattutto, come scrive l'autrice, avrebbe fatto di
Robin Williams il più motivato e famoso soggetto sperimentale per le
ricerche cliniche in corso.
I am not convinced that the knowledge would have done much more than prolong Robin's agony while he would surely become one of the most famous test subjects of new medicines and ongoing medical trials.
Se
solo Robin Williams, continua Susan Schneider Williams, avesse potuto
conoscere la sua malattia e gli scienziati che la studiano, li
avrebbe amati, non solo perché era un genio e amava la scienza ma
perché avrebbe trovato spunti per il suo lavoro, per intrattenere il
suo pubblico.
If only Robin could have met you. He would have loved you—not just because he was a genius and enjoyed science and discovery, but because he would have found a lot of material within your work to use in entertaining his audiences, including the troops.
D'altra
parte, i panni che ha vestito di più nella sua carriera sono stati
quelli di un medico, una forma diversa di pratica clinica.
the most repeat character role he played throughout his career was a doctor, albeit different forms of practice.
Un altro punto critico
che l'autrice affronta è che nelle persone che hanno un'intelligenza
superiore, i sintomi si vedono quando ormai la malattia è a uno
stadio avanzato. Da un lato la riserva cognitiva, dall'altro
l'abilità a coprire i propri inceppi fanno sì che lo sgretolamento
della mente plusdotata diventi visibile quando è già molto grave.
In più Robin Williams era un attore.
I have since learned that people with LBD who are highly intelligent may appear to be okay for longer initially, but then, it is as though the dam suddenly breaks and they cannot hold it back anymore. In Robin's case, on top of being a genius, he was a Julliard-trained actor.
Susan Schneider
Williams ammette: non conoscerò mai le profondità della sua
sofferenza, né quanto duramente stesse lottando ma ho visto l'uomo
più coraggioso del mondo recitare il ruolo più difficile della sua
vita.
I will never know the true depth of his suffering, nor just how hard he was fighting. But from where I stood, I saw the bravest man in the world playing the hardest role of his life.
Solo i risultati
dell'autopsia hanno chiarito che Robin Williams era stato colpito
dalla demenza a corpi di Lewy. Quei depositi di proteina fibrillare
avevano invaso tutto il suo cervello.
C'era
finalmente una spiegazione a tutte quelle manifestazioni cognitive e
comportamentali che non avevano trovato una corretta interpretazione
clinica.
The mere fact that something had invaded nearly every region of my husband's brain made perfect sense to me.
Da
ottobre del 2013 Robin Williams aveva iniziato a presentare insonnia,
ansia, riduzione dell'olfatto e un lieve tremore alla mano sinistra.
Poi si aggiunsero paranoia, deliri, dimenticanze, con un andamento
fluttuante nei mesi successivi.
A
maggio del 2014 gli fu diagnosticata la malattia di Parkinson.
No,
insistevano, non aveva una forma di demenza.
Giorno
dopo giorno si aggiunsero le difficoltà a trovare le parole
(anomie), a percepire la profondità e la distanza (e altri tipici
disturbi visuospaziali), a mantenere l'equilibrio, i sintomi
depressivi e probabilmente le allucinazioni. A minuti di ragionamento
lucido alternava minuti di confusione.
Erano
in programma altri accertamenti...
Poi
ci fu quel consueto saluto prima di andare a dormire, in due camere
separate, come alcuni specialisti avevano consigliato.
Era
l'11 agosto 2014.
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