domenica 5 gennaio 2014

Renata Calabresi, una pioniera degli studi sperimentali in psicologia.



Ero interessata a scoprire le vicende di Renata Calabresi una delle prime psicologhe sperimentali italiane e, tuttavia, quasi mai citata nelle antologie. E così, cercando informazioni, si sono aperte una dopo l'altra tante pagine e biografie che compongono l'altra storia - tanto gloriosa quanto ignorata - della psicologia italiana del primo Novecento.
Renata Calabresi nacque a Ferrara nel 1899. Iscritta alla Facoltà di Filosofia di Bologna nel 1917, quando la famiglia si trasferì a Firenze, continuò gli studi e si laureò con Francesco De Sarlo, il fondatore del primo laboratorio di psicologia sperimentale italiano e nel 1923 conseguì il perfezionamento con Enzo Bonaventura. A Firenze si dedicò allo studio della percezione del tempo e dei processi di apprendimento, e sviluppò una serie di esperimenti per la misurazione del tempo soggettivo, pubblicati nel 1930 nel volume La determinazione del presente psichico, “uno studio ancora utilmente consultabile nell’ambito della psicologia sperimentale della percezione del tempo” (Marhaba 1981). Tali esperimenti furono citati e commentati da Paul Fraisse nel volume di riferimento Psychologie du temps (1967): “Calabresi (1930) a utilisé une méthode ingénieuse...”. L'ambito di ricerca era argomento di dscussione tra l'impostazione filosofica kantiana e Brentano e oggetto di studi sperimentali da Wundt a Fechner a Stern, tra gli altri (Albertazzi 2011). 
  
Lo studio sperimentale ci offre il vantaggio dipotere analizzare i
risultati di un processo chenoi stessi abbiamo provocato, del quale 
cioèconosciamo le condizioni assai meglio che per un fatto analogo 
insorto spontaneamente nella coscienza, e permette così che la 
determinazione quantitativa e l'analisi qualitativa si completino a 
vicenda,,, I testi usati per questo scopo sonodi tre tipi: testi geome-
trici; disegni di oggetticomuni; parole.”

Gli esperimenti compiuti col doppio tachistoscopio,
diretti a misurare la durata dell'attualità psichica, ci 
hanno forniti i limiti dell'estensione temporale in cui 
si riscontra questa unificazione soggettiva di oggetti
indipendenti e presentati in momenti distinti. La du-
rata che abbiamo determinato oscilla da700 ai 1000  
σ … Possiamo adunque concludere che il presente 
psichico ha sempre una duratadeterminabile e un 
contesto concreto.”

       












I primi pioneristici esperimenti sulla percezione del tempo hanno prodotto “una ricca storia di ricerca” ma è negli ultimi 25 anni che sono fioriti i modelli teorici e i diversi metodi di studio (Grondin 2010). Gli studi più recenti hanno evidenziato le illusioni temporali di durata, ordine e simultaneità, le relazioni tra la percezione, l'attenzione e la memoria nell'elaborazione del tempo e i substrati neuroanatomci implicati (per una revisione si vedano anche Eagleman 2008; Ivry e Schlerf 2008).
A Firenze, Calabresi fu, assieme al fratello Massimo e alla sorella Cecilia, tra gli studenti che diffondevano il giornale clandestino “Non Mollare”, fondato a gennaio del 1925 dai fratelli Nello e Carlo Rosselli e sostenuto anche da Gaetano Salvemini che, per tale collaborazione fu arrestato pochi mesi dopo.
Negli anni '30 Calabresi si trasferì a Roma dove lavorò con Mario Ponzo all'Istituto di Psicologia Sperimentale della Reale Università allo studio delle illusioni, della percezione tattile-cinetica, alla psicotecnica, ai reattivi mentali e alle basi psicologiche dell'estetica. A questo periodo risalgono alcune pubblicazioni sulla Rivista di psicologia e sull'Archivio italiano di psicologia
 
Le ragioni per cui non rimase a lavorare con Bonaventura, al quale la legava se non altro una circa decennale frequentazione di laboratorio, saranno state di varia natura, ma evidentemente lei o lui o entrambi pensarono non convenisse che la studiosa rimanesse nell’Istituto di psicologia fiorentino. La posizione di Bonaventura era troppo debole accademicamente (oltre che economicamente), per poter aiutare qualcun altro. E nella fattispecie una donna di trent’anni, non maritata, ricca di famiglia, per giunta ebrea, laica e antifascista...” (Guarnieri 2012)

A Roma, dopo avere ricevuto la nomina ad assistente volontaria su proposta di Ferruccio Banissoni, le fu conferita la libera docenza il 28 febbraio 1935, non confermata nonostante le sollecitazioni e le richieste di precisazioni.
Nel 1938 con l'emanazione delle Leggi razziali “circa seicento studiosi furono allontanati dalle
istituzioni culturali italiane, novantasei docenti e duecentodue liberi docenti vennero espulsi e cancellati dalle università, perché ebrei” (Guarnieri 2012).
Bonaventura nel 1939 emigrò in Israele, dove gli fu conferito un incarico in psicologia alla Hebrew University di Gerusalemme. 
Calabresi nel novembre dello stesso anno raggiunse a New York il fratello Massimo, cardiologo, che avrebbe preso servizio alla Yale University.
Lavorò inizialmente alla New School for Social Research e all'Hunter College. Incontrò gli esuli politici intorno a Salvemini, Max Wertheimer e altri psicologi fuggiti dal nazismo. Dal 1947 lavorò come psicologo clinico e coordinatore di formazione al Department of Veterans Affairs di Newark. A questo periodo risalgono alcune pubblicazioni sui test proiettivi e sulla formazione clinica.
Non mantenne contatti con gli psicologi italiani ma tornò regolarmente a Firenze. Morì nel dicembre 1995: “Dr.Renata A. Calabresi, a clinical psychologist who was active in theanti-Fascist underground in Italy in the 1930's,...".


- Fraisse P. Psychologie du temps. Paris, Presses Universitaires de France, 1967.
- Guarnieri P. Senza cattedra: l’Istituto di Psicologia dell’Università di Firenze tra idealismo e fascismo. Firenze University Press 2012.
- Marhaba S. Lineamenti della psicologia italiana: 1870-1945 . Giunti Barbèra 1981.
- Per la bibliografia di Renata Calabresi: Scienza a due voci

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