Continuo
la selezione dall'elenco di Hupp e Jewell nel libro Great Myths of
Child Development: ecco due
altri 'grandi miti' dopo quelli già svelati nella Parte prima.
I
miti vanno maneggiati con cautela, possono essere pericolosi.
Mito
#16
Mostrando
ai bambini video cognitivamente stimolanti, si potenzia la loro
intelligenza.
Origini
Questo
mito è stato confezionato per rispondere a quei genitori che
chiedono come possano stimolare nei primi giorni, mesi, anni di vita
i propri figli, per renderli più intelligenti.
Una
prima risposta fu l'effetto Mozart. Nel 1993, sulla rivista
scientifica Nature fu pubblicata una ricerca nella quale gli autori
dimostravano come l'ascolto per 10 minuti della Sonata per due pianoforti in re maggiore (KV 448) di Mozart
determinasse un incremento di 8-9 punti di Quoziente Intellettivo, misurato con un test
di ragionamento visuospaziale.
Il
meglio doveva arrivare con Baby Einstein...
Critica
Come
descrivono Lilenfeld e colleghi (2011), al mito dell'effetto Mozart
contribuirono medici, musicisti e l'industria discografica. L'effetto
di propagazione è continuato nel decennio successivo, seducendo
allenatori e addirittura il governatore della Georgia, Zell Miller,
che nel 1998 destinò 105.000 dollari del bilancio dello stato, per
recapitare in dono a ogni neonato un CD o una musicassetta di Mozart.
E il contagio è arrivato a qualche viticoltore.
Hanno
contibuito anche diversi scienziati, continuando a dimostrare come,
gruppi di bambini o studenti o adulti che ascoltavano una sonata di
Mozart – invece di un altro autore ad es. Albinoni - risultassero
subito dopo più bravi a qualche test psicometrico.
Non
si sono preoccupati di verificarlo ma questo effetto - è ormai ampiamente provato - non si mantiene
nel tempo. Svanisce dopo pochi minuti e così pure i punti in più guadagnati
al test d'intelligenza. Tuttavia, le sue onde sono ancora perpetuate
da psicoterapeuti e trainer, da libri e collane musicali.
Il
punto è che ascoltare Mozart non rende più intelligenti – né da
bambini né da adulti - ma ci rende più attivi e pronti per un
compito successivo, come fa anche una partita a Tetris.
Ascoltare
la musica, se non rende più intelligenti, allena la percezione,
l'attenzione e la memoria e quindi è importante farlo spesso, non
solo per 10 minuti, da piccoli.
Ormai
il solco era stato tracciato e l'obiettivo di genitori ed educatori
era di trovare quella stimolazione che rendesse i propri figli più
intelligenti degli altri.
Il
terreno era pronto per Baby Einstein e per tutto il mercato di video
televisivi e DVD, cosiddetti educativi,
Realtà
Quello
che è stato dimostrato è, di fatto, un deficit da video:
i bambini più piccoli imitano più facilmente le azioni osservate
nella vita reale e non quelle stesse azioni mostrate nei video.
Hanno un potenziale di apprendimento che è più sensibile alle
interazioni reali che a quelle virtuali.
Diverse
ricerche hanno dimostrato che, per i bambini da 12 a 18 mesi, le
interazioni reali sono significativamente più efficaci dei video, per
l'apprendimento. La situazione può migliorare se i video sono visti
assieme a un genitore che, durante la visione, fa domande e spiega.
I
video, cosiddetti educativi, non aiutano neppure lo sviluppo del
linguaggio e l'apprendimento di nuove parole. Secondo un'indagine su
1008 genitori di bambini di età comptresa tra 8 e 24 mesi
(Zimmermann e colleghi, 2007), per i bimbi dagli 8 ai 16 mesi, la
lettura o il racconto quotidiano di una storia corrisponde a
migliori abilità verbali e l'effetto è simile per i bambini da 17
a 24 mesi. D'altra parte, i bambini di 8-16 mesi che guardano solo
DVD hanno minori abilità verbali; i programmi educativi
televisivi non hanno invece alcun effetto, positivo o negativo.
La
risorsa più preziosa è il buon senso.
I
bambini più piccoli possono guardare i video per un tempo limitato e
senza la convinzione che questi insegnino loro qualcosa di più delle
interazioni reali. Dopo i 2 anni qualche beneficio sugli
apprendimenti possono pure averlo ma le interazioni con adulti e
coetanei restano le fonti più importanti.
Ma
Baby Einstein non è solo, c'è tutta la serie di Baby
Mozart, Baby Bach, Baby Van Gogh, Baby Galileo, Baby Shakespeare,...
e un'altra serie di DVD è quella di Brainy Baby “per
stimolare l'apprendimento, da 0 a 5 anni”
La
saga di Baby
Einstein, dal
2001 di proprietà della Disney, è culminata nell'offerta di un
rimborso alle famiglie che avevano comprato i video dal 2004 al 2009 (No Einstein in Your Crib? Get a Refund).
Si trattava di una sorta di ammissione dell'inganno: quei video così
diffusi, erano non educativi.
Sono,
però, valse a poco le segnalazioni e le richieste di cancellare
l'indicazione 'educativo' da questi video.
I DVD di Brainy Baby, però, non contengono solamente un mondo di immagini simpatiche e di scene divertenti. Sono state applicate delle tecniche educative approfondite per fare aumentare ai giovanissimi spettatori la capacità logica e creativa (che sono connesse all'emisfero cerebrale di sinistra e a quello di destra).
Si
tratta di una pubblicità ingannevole.
Una
postilla: l'uso del tablet fin dalla tenera età dimostra un
apprendimento associativo (cerco-clicco-guardo/sento) – come l'uso
del telecomando - ma non ha a che fare con l'intelligenza, né con il
suo potenziamento.
Lilenfeld
SO, Lynn SJ, Ruscio J, Beyerstein BL. I grandi miti della
psicologia popolare. Raffaello Cortina Editore, 2011.
Zimmerman
FJ, Christakis DA, Meltzoff AN. Television and DVD/video viewing in
children younger than 2 years. Arch Pediatr Adolesc Med.
2007;161(5):473-9.
Mito
#33
Aiutare
i bambini a evitare le proprie paure è il modo migliore per
diminuire la loro ansia.
Origini
Il
desiderio di protezione dei genitori.
Realtà
I
bambini possono avere fobie che condizionano la loro vita quotidiana:
un cane, il buio, restare da soli, separarsi dalla mamma,...
Evitarle
serve solo a perpetuarle.
Usualmente
le paure si affrontano con poche spiegazioni e cercando di contenere
l'attenzione che richiamano. Occorre un atteggiamento che infonda
rassicurazione prima o mentre il bambino affronta lo stimolo o la
situazione - senza scappatoie - e dopo che ha superato la prova,
scatta un premio, una volta dopo l'altra, finché la paura si
estingue.
Quando
le fobie sono gravi, è importante ricorrere a terapie psicologiche
cognitivo-comportamentali: le più efficaci nel ridurre ansia e
panico. Si tratta di interventi specialistici, che espongono
gradualmente il bambino alla situazione scatenante, aiutano a creare
nuove strategie per affrontare la paura e ne rinforzano il
superamento. In genere, coinvolgono sia il bambino sia i genitori.
Il
miglior modo per ridurre una fobia specifica è fornire al bambino
gli strumenti per affrontarla.
Nessun commento:
Posta un commento