Attribuire
una diagnosi di disturbo mentale a qualcuno con cui non sei
d'accordo, che ti fa paura, che ti sta antipatico, che fa cose odiose
è inutile e dannoso.
Si
tratta di un vizio che ha sempre tentato i professionisti e i non
esperti ma che non fa altro che creare confusione: non si spiegano i
comportamenti altrui o le proprie reazioni ad essi, si stigmatizzano.
Attribuire
una diagnosi di disturbo mentale a una persona senza il suo
consenso, basandosi sulle informazioni pubbliche diffuse dai media e
non sulla conoscenza diretta dell'interessato è una procedura non
valida e non attendibile.
Per
fare un esempio, l'Articolo 7 del codice deontologico dell'Ordine
degli Psicologi recita:
Lo psicologo, su casi specifici, esprime valutazioni e giudizi professionali solo se fondati sulla conoscenza professionale diretta ovvero su una documentazione adeguata ed attendibile.
Negli
Stati Uniti, una rappresentante dei Democratici ha lanciato una
petizione affinché sia esaminata la salute mentale di Donald Trump,
che mostra – alle platee - i classici segni di un disturbo
narcisistico di personalità.
Come
scrive Dean Burnett nell'articolo per il Guardian Don’t 'diagnose’ Donald Trump, it’s not helpful, fare
una diagnosi pubblica serve solo a:
- perpetuare lo stigmaRitenere che una persona non possa candidarsi alla presidenza di uno Stato perché ha un disturbo mentale porta con sé le idee che una persona con disturbo mentale non possa svolgere un ruolo professionale, non possa rappresentare la società, non abbia diritto di stare nella società.E se poi, come si chiede Burnett, dopo tutto l'approfondimento diagnostico, risulta che Trump non ha alcun disturbo mentale? Che si fa? Lo si lascia diventare presidente degli Stati Uniti per reazione ad un'orgia di patologizzazione?
- fare associazioni spurieIn realtà, è possibile essere sessisti, xenofobi, arroganti, ecc. senza essere affetti da un disturbo mentale ed è altrettanto possibile presentare un disturbo mentale senza essere sessisti, xenofobi, arroganti, ecc.
Burnett aggiunge che
Trump ha fornito con generosità una cornucopia di motivi per
criticarlo e condannarlo, non c'è quindi bisogno di trascinare
inutilmente le persone che si trovano in una condizione di sofferenza
mentale nel circo apocalittico che lo circonda.
Hanno
già abbastanza da fare con le angustie della vita quotidiana, la
cecità e le discriminazioni della società.
Trump has provided a bountiful cornucopia of reasons to criticise and condemn him, so don’t go needlessly dragging mentally unwell people into the apocalyptic circus that surrounds him. Don’t they have enough to deal with as it is?
Ma
non c'è solo Trump.
Questo
vizio diagnostico è diffuso.
Ora
è rivolto ai giovani autori di atti terroristici, quando questi
avvengano in Occidente.
Come
un vero e proprio virus la corsa alla diagnosi ha colpito
giornalisti, professionisti, benpensanti, ecc.
Si sceglie di confondere cause e conseguenze per tranquillizzare i cittadini subito dopo un evento tragico.
Anche
in questo caso però, è possibile essere terroristi, assassini, criminali,
ecc. senza essere affetti da un disturbo mentale e, come più spesso
accade, è possibile presentare un disturbo mentale senza essere
terroristi, assassini, criminali, ecc.
Proprio quello che succede se uno ha l'ipertensione, il colesterolo, la polmonite,
il crampo dello scrivano, ecc.
Paradossalmente
dopo tutte le opinioni demenziali che accompagnano le notizie
di atti terroristici - prive di dati clinici verificati sul criminale -, ci viene detto che saranno aumentati i
controlli, si sarà vigilati in ogni situazione, ci saranno più
militari nelle città. Saremo più sicuri.
Ma
come? Per logica, non dovrebbero gli Stati provvedere a una
diffusione capillare dei servizi di salute mentale, anziché a una
progressiva riduzione della libertà individuale?
Possiamo
ammettere di avere paura ma, per favore, non accettiamo che i mezzi
di comunicazione o i social
ci terrorizzino e ci condizionino la vita e il pensiero.
Non
accettiamo che anziché informazioni dettagliate e a
freddo, finalizzate
a
comprendere le situazioni, ci vengano forniti esercizi più o meno
creativi di patologizzazione dell'altro.
Non
serve. Si tratta di correlazioni spurie che riempiono dei vuoti
informativi.
Non
siamo in una serie tv: basta con lo psicodiagnosta dei like!
Ha
la responsabilità di aumentare stigma e discriminazioni nei
confronti delle persone che presentano disturbi mentali temporanei o
cronici.
Ha
la grazia di lasciare attorno al destinatario un alone di eroismo.
Le
sue opinioni hanno la stessa utilità del sapere che negli Stati
Uniti il più alto numero di omicidi commessi con un oggetto
contundente si è avuto quando la produzione di miele è stata più
redditizia:
Spurious Correlations |
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