domenica 25 giugno 2017

Sono solo Lezioni di musica



Nella puntata di stamani di Lezioni di musica su Radio 3, il pianista e musicologo Alfonso Alberti ha raccontato e suonato La Rousserolle effarvatte di Olivier Messiaen.

Si è trattato di un piccolo e delizioso viaggio che, partendo dalla critica musicale ha attraversato l'osservazione naturalistica, il ciclo circadiano, la sinestesia e la memoria come costruzione spazio-temporale.

Olivier Messiaen, nato ad Avignone il 10 dicembre del 1908 e morto a Clichy il 27 aprile del 1992, fu compositore, pianista, organista, ornitologo, professore e destinatario di numerosi riconoscimenti internazionali. Nel 1940, quando i tedeschi invasero la Francia, fu fatto prigioniero e internato in un campo di lavoro, dove riuscì a comporre il Quartetto per la fine del tempo.

Un'altra delle sue opere più celebri è il Catalogue d'Oiseaux (Catalogo degli uccelli), composta tra il 1956 e il 1958. La Lezione di musica di Alberti è proprio su un brano tratto da quell'opera: La Rousserolle.

Nel 1932 Messiaen sposò la violinista e compositrice Louise Justine Delbos, detta Claire, e dalla loro unione nacque Pascal, il 14 luglio del 1937.
Dal 1943 Louise Justine Delbos iniziò a soffrire di una probabile malattia neurologica (la diagnosi rimane misteriosa nei vari riferimenti biografici) e nel 1949 fu sottoposta a un intervento neurochirurgico. A seguito di quest'intervento presentò una grave amnesia e, richiedendo un'assistenza quotidiana, fu ricoverata in una clinica, dove morì nel 1959.

Nel 1961 Olivier Messiaen si risposò con una sua ex allieva, Yvonne Loriod, conosciuta e frequentata dal 1941. Continuò a insegnare, a comporre e a presentare le sue opere in Europa, negli Stati Uniti e nel 1962 arrivò in Giappone, dove compose Sette Haiku per piano e piccola orchestra.

La Cannaiola, Acrocephalus scirpaceus, Wikipedia

Alfonso Alberti racconta che La Rousserolle effarvatte (la Cannaiola) è il brano più lungo del Catalogue d'Oiseaux.
Durante il brano cantano anche tutti i suoi colleghi, merlo, averla, fagiano, picchio, storno, …, il tarabuso e il forapaglie macchiettato.

Il Tarabuso, Botaurus stellaris,
foto di Marek Szczepanek, Wikimedia

In ogni canto degli uccelli c'è anche la ricostruzione del loro habitat naturale... sono straordinari questi pezzi...
Siamo in uno stagno, dove vive la rousserolle...
Messiaen ritrae anche il tempo che passa... per gli uccelli e per noi che li stiamo ad ascoltare...”

Ecco il podcast per continuare l'ascolto in 28 minuti: Lezioni di musica del 25/6/2017, Radio3




Come nella Rousserolle, gli spartiti di Olivier Messiaen contengono molti nomi di colori.


Riguardo alla sinestesia Messiaen raccontò*:
A 20 anni incontrai un pittore svizzero, diventato un caro amico, Charles Blanc-Gatti, che era sinestesico, aveva quel disturbo dei nervi ottici e uditivi per cui se si ascolta un suono si vede anche un colore corrispondente. Sfortunatamente non ce l'ho. Tuttavia, intellettualmente come i sinestesici anch'io vedo i colori – anche se solo nella mia mente – i colori corrispondenti ai suoni. Cerco di incorporare questo nel mio lavoro, per passarlo all'ascoltatore. È tutto in movimento. Senti il suono che si muove. I suoni sono alti, bassi, veloci, lenti, ecc. I miei colori fanno la stessa cosa, si muovono allo stesso modo. Come arcobaleni si spostano da un colore al successivo. È brevissimo e impossibile da fermare in alcun modo. È vero, vedo i colori, è vero che sono lì. Sono i colori di un musicista, non devono essere confusi con i colori di un pittore. Sono colori che vanno con la musica. Se provi a riprodurli sulla tela viene fuori qualcosa di orribile. Non sono fatti per quello, sono i colori dei musicisti. Quello che sto dicendo è strano ma è vero. Credo in una risonanza naturale, come credo in tutti i fenomeni naturali. La risonanza naturale è in perfetto accordo con il fenomeno dei colori complementari. Ho un tappeto rosso che guardo spesso. Nel punto in cui questo tappeto incontra il parquet più chiaro, io vedo a intermittenza meravigliosi verdi che un pittore non potrebbe mescolare – colori naturali creati nell'occhio”.

Messiaen pensava che questi fenomeni avvenissero nei suoi occhi , in realtà note e colori si mescolavano nella sua mente ma sulla sua diagnosi era stato accurato.


La sinestesia è una condizione neuropsicologica nella quale uno stimolo o un evento (ad esempio uditivo) viene simultaneamente percepito anche in un'altra modalità (ad esempio visiva). Le congiunzioni più frequenti sono tra lettere o numeri e colori.
La sinestesia viene diagnosticata solo se è involontaria, se la percezione aggiuntiva non è immaginata ma è proiettata all'esterno, se si verifica sistematicamente, se è ben ricordata e se induce emozioni generalmente positive.



* Tradotto da olivermessian.org 

"When I was 20 years old I met a Swiss painter who became a good friend by the name of Charles Blanc-Gatti, he was synaethesiac which is a disturbance of the optic and auditory nerves so when one hears sounds one also sees corresponding colours in the eye. I unfortunately didn't have this. But intellectually like synaethesiacs I too see colours- if only in my mind - colours corresponding to sound. I try to incorporate this in my work, to pass on to the listener. It's all very mobile. You've got to feel sound moving. Sounds are high, low, fast, slow etc. My colours do the same thing, they move in the same way. Like rainbows shifting from one hue to the next. It's very fleeting and impossible to fix in any absolute way. It's true I see colours, it's true they're there. They're musician’s colours, not to be confused with painter's colours. They're colours that go with music. If you tried to reproduce these colours on canvas it may produce something horrible. They're not made for that, they're musicians colours. What I'm saying is strange but it's true. I believe in natural resonance, as I believe in all natural phenomena. Natural resonance is in exact agreement with the phenomena of complimentary colours. I have a red carpet that I often look at. Where this carpet meets the lighter coloured parquet next to it, I intermittently see marvelous greens that a painter couldn't mix - natural colours created in the eye".





L'inferiorità delle donne secondo gli scienziati


Quando interpelliamo gli scienziati per le nostre scelte, assumiamo che siano neutrali. Pensiamo che il metodo scientifico non possa essere prevenuto o oppressivo nei confronti delle donne. Ci sbagliamo.         When we turn to scientists for resolution, we assume they will be neutral. We think the scientific method can’t be biased or loaded against women. But we’re wrong.

Le donne sono così esageratamente sottorappresentate nella scienza moderna per il fatto che, per gran parte della storia, sono state trattate come intellettivamente inferiori e deliberatamente escluse.

Women are so grossly under-represented in modern science because, for most of history, they have been treated as intellectual inferiors and deliberately excluded from it.

Penso certamente che le donne, anche se generalmente superiori agli uomini nelle qualità morali, siano intellettualmente inferiori ad essi e mi sembra sia molto difficile per loro in base alle leggi dell'ereditarietà (se comprendo correttamente queste leggi), diventare intellettualmente uguali all'uomo.

I certainly think that women though generally superior to men [in] moral qualities are inferior intellectually, and there seems to me to be a great difficulty from the laws of inheritance, (if I understand these laws rightly) in their becoming the intellectual equals of man.

Lettera di Charles Darwin a Caroline Kennard, 1882


Le citazioni precedenti sono tratte dal libro di Angela Saini Inferior: How Science Got Women Wrong – and the New Research That’s Rewriting The Story, appena pubblicato.

Non mancano però altre citazioni in altre fonti, anche più recenti rispetto alla lettera di Darwin.

La politica del congresso di Psicologia Sperimentale è stata sempre quella di ammettere i laureati in formazione ai congressi e sarei, pertanto, lieto che tu portassi alcuni dei tuoi studenti dei corsi più avanzati, se sei interessato. Come probabilmente sai, il congresso è per soli uomini, quindi, per l'amor di Dio, non portare alcuna donna.

The policy of the meeting of the Experimental Psychologist has always been to allow advanced graduate students at the meetings and I would, therefore, be glad to have you bring along a few of your most advanced students if you care to do so. As you are probably aware, the meeting is “Men Only” affair, so for God's sake, don't bring along any women.

Lettera di Samuel Fernberg a Martin Remert, American Psychological Association 1926 (da un tweet di @CCHP_UA, Nicholas e Dorothy Cummings Center for the History of Psychology, 8 marzo 2017)

La donna per sua natura vive concentrata nell'orbita della famiglia, che è la sua finalità, vi raccoglie il suo spirito, i suoi desideri, lungamente, pertinacemente convergenti. Donne che sinceramente deviano in compiti professionali, nella concorrenza di uomini, spesso sono piante sterili, o sono anomalie, o stanno nell'anticamera della patologia, come per altro vi si accostano le sfrontatezze, le animalità del naturismo.

Cesare Colucci, Lezioni di psicologia sperimentale, 1935. L'ho citato in Toletta con chimografo, 2016

Ma le donne scienziate sono comunque meno di quante ci si potrebbe aspettare. Ad esempio, quest’anno nessuna donna ha vinto un premio Nobel. E fino allo scorso anno l’hanno vinto 16 nella pace, 15 in letteratura, 12 in medicina, 4 in chimica, 2 in fisica e 1 in economia. Inoltre, 2 donne hanno vinto finora il premio Turing per l’informatica, 1 la medaglia Fields in matematica e nessuna è mai stata campionessa mondiale di scacchi.

Una progressione discendente, che sembra indicare come l’attitudine femminile sia direttamente proporzionale alla concretezza e indirettamente proporzionale all’astrazione.



Scrive Angela Saini, giornalista scientifica britannica: il pregiudizio ha così pervaso la cultura scientifica che talvolta sono le stesse donne a discriminare altre donne.
L'autrice fa riferimento allo studio di Corinne Moss-Racusin e collaboratori, che nel 2012 hanno mostrato come tutti i docenti (donne e uomini) presi in esame valutassero come più competenti i profili di studenti ai quali era stato assegnato un nome maschile rispetto a quei profili ai quali era stato assegnato un nome femminile.

Saini nel suo libro rivela i principali pregiudizi che hanno caratterizzato - e talvolta continuano a caratterizzare - molte ricerche scientifiche e lo fa attraverso gli accurati riferimenti agli studi pubblicati nei diversi settori disciplinari, le analisi distaccate del declino o della resistenza motivata di alcune teorie discriminatorie, le belle interviste agli scienziati.

Racconta la disparità attuale nel trattamento economico e nella posizione contrattuale tra le donne e gli uomini che lavorano come ricercatori e docenti nelle università.

Ricorda che gli stessi medici sconsigliavano le fatiche mentali dell'istruzione superiore perché poteva deviare le energie dal sistema riproduttivo della donna, mettendone a rischio la fertilità.

Le donne non sono state a lungo incluse neppure nei protocolli di sperimentazione dei farmaci e questo ha influito in alcuni casi sul manifestarsi di effetti avversi imprevisti.

Negli otto capitoli – Woman's Inferiority to Man, Females Get Sicker But Males Die Quicker, A Difference at Birth, The Missing Five Ounces of the Female Brain, Women's Work, Choosy Not Chaste, Why Men Dominate, The Old Women Who Wouldn't Die – Saini affronta l''inferiorità' femminile, così com'è stata definita, più o meno esplicitamente da biologi, endocrinologi, antropologi, primatologi, neuroscienziati, ecc.
Ne discute, a volte direttamente con gli autori, ed esamina sempre i lavori scientifici, le teorie e i dati con rigore critico. Così come aggiunge e analizza sistematicamente le repliche ad essi – pubblicazioni, teorie, dati - fin dalla lettera che Caroline Kennard scrisse a Darwin nel 1881, concedendogli il beneficio dell'errore nell'aver ritenuto le donne inferiori per natura agli uomini. Darwin le rispose senza modificare il suo pensiero, come si legge nell'estratto sopracitato. Kennard non mancò di controreplicare: “Lasci che l'ambiente e le opportunità delle donne siano simili a quelle degli uomini, prima di essere giudicate con imparzialità, intellettualmente inferiori a lei, per favore”.

Gli scienziati hanno continuamente cercato di appigliarsi a delle basi biologiche per giustificare le loro teorie sull'inferiorità della donna.
Lo hanno fatto da diverse prospettive. Ad esempio, concentrandosi sui cromosomi sessuali, come Arthur Arnold, che ha teorizzato il “sessoma” - la vulnerabilità delle donne deriverebbe dall'effetto di specifici fattori sessuali sui geni - ma che lui stesso ha definito come un'espressione evocativa più che una teoria solida. Oppure, l'attribuzione della differenza al fatto che l'uomo è cacciatore, luogo comune che dura a estinguersi pure nel linguaggio quotidiano. Questa teoria è stata esaminata da diversi antropologi in diverse società e da primatologi che hanno osservato a lungo varie specie di primati non umani nei loro habitat. Saini discute lo stato attuale della ricerca in un quadro molto più ampio e introducendo le nuove ipotesi teoriche. Oppure ancora la differenza tra i cervelli di donne e uomini che sarebbero portati rispettivamente per empatia e sistematizzazione come arduamente sostiene Simon Baron-Cohen.

Saini affronta le gravi conseguenze di tutte queste teorizzazioni: la mutilazione genitale femminile subita da 125 milioni di donne nel mondo, secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità; la deformazione dei piedi con strette fasciature subita dalle donne cinesi, una pratica ufficiale eliminata dal partito comunista solo nel 1950; l'esclusione sistematica dall'istruzione o dai vertici accademici, economici, politici.

Può sembrare strano ma abbiamo ancora oggi a che fare con gli stessi vecchi stereotipi che circolano da secoli.

Il libro di Angela Saini è da leggere. Lo raccomando a tutti. Mi auguro sia presto tradotto in italiano... e che lo legga Odifreddi.

Dopo averlo letto si diventa femministi? Sì, come Saini riporta, nel senso espresso da Sarah Blaffer Hrdy, primatologa e antropologa della University of California, Davis: “femminista è qualcuno che invoca uguali opportunità per entrambi i sessi [direi per tutti i generi]. In altre parole, consiste nell'essere democratici. Siamo tutti femministi o ci si dovrebbe vergognare di non esserlo”.

Senz'altro dopo averlo letto ci si rende conto di come tanti scienziati per perseguire fini economici, politici, ideologici o accademici abbiano sfruttato - e in molti casi continuino a sfruttare – gli strumenti della scienza a vantaggio della propria parte, concedendo parecchie eccezioni al rigore metodologico e avventurandosi rampanti verso conoscenze limitate e temporaneamente convenienti.

Questo non vuol dire che tra i generi non vi siano differenze e che non vi siano caratteristiche specifiche degli uomini e delle donne, tutt'altro, vuol dire solo che usare queste differenze, amplificarle o addirittura inventarle con lo scopo predeterminato di escludere un gruppo dalla partecipazione alla società e ai diritti civili è ascientifico e inumano. 
Questa storia, come ci dimostra Angela Saini, può essere riscritta.



Come fare a riconoscere questa specie di scienziati? Ogni volta che sentiamo di uno studio che usa delle misure – intelligenza, accudimento, aggressività, empatia, orientamento, ecc. - per screditare un gruppo in base a genere, etnia, status economico e sociale, cultura, religione, ecc. siamo in presenza di un rampante: attenzione! Ah sono in genere anche i più esaltati e presenzialisti.


Dicembre 2018: il libro attende ancora una traduzione italiana.
Nel Regno Unito una campagna di grande successo promossa da Jess Wade ha portato a donare il libro alle scuole pubbliche e la stessa campagna ora viene portata avanti a New York e in Canada.

17 ottobre 2019: pubblicata la traduzione italiana da HarperCollins, Inferiori. Come la scienza ha penalizzato le donne








sabato 10 giugno 2017

L'inganno dei numeri svelato da Doctor G




Sono un Professore di Statistica che insegna all'Università e collabora a tempo perso con la polizia di Berlino a risolvere casi giudiziari.



Si presenta così il Professore Eric Gard, alias Doctor G, all'inizio del taccuino che contiene le sue intuizioni e considerazioni.


Questo taccuino è arrivato a noi fortunosamente...

Chi è Doctor G? Un eroe dei nostri tempi nei quali siamo bersagliati da ammassi indiscriminati di dati e di informazioni sulla salute? Un investigatore le cui tracce sono i numeri, i cui indizi sono le probabilità, le cui prove sono le statistiche semplici e trasparenti?

Doctor G è un eroe, un investigatore e anche un attento osservatore e un avveduto idealista, uno scienziato rigoroso e un eccezionale divulgatore, alle prese con le angustie della vita professionale e personale.

Doctor G ha una missione: migliorare la comunicazione dei dati statistici che condizionano le scelte dei singoli, i verdetti giudiziari, le politiche sanitarie.
Per il Professor Gianfranco Domenighetti si tratta di una vera e propria "alfabetizzazione biostatistica", come scrive nella presentazione al taccuino.

I numeri non devono fare ammalare le persone ma aiutarle a scegliere.


La disponibilità del paziente a sottoporsi ad un test di screening inutile cambia dal 60% al 13% in funzione del tipo di informazioni ricevute.

La cattiva interpretazione dei dati statistici può erroneamente scagionare un imputato, come nel caso del processo a OJ Simpson che è l'argomento di una delle lezioni universitarie del Doctor G, oppure condannarlo, come nel caso di cronaca che si trova a risolvere.
Sì, perché con un corretto calcolo di probabilità e con la bomboletta spray di un writer Doctor G smonta l'accusa di omicidio ai danni di uno spazzacamino.

L'errata interpretazione dei dati statistici può condizionare la comunicazione del rischio in medicina. Tra gli esempi la confusione tra sopravvivenza e mortalità che fece Rudolph Giuliani nel 2007 alla NBC, parlando del cancro alla prostata che gli era stato diagnosticato e poi curato cinque anni prima.




Un altro esempio è l'allarme che fu scatenato nel 1995 quando 190.000 medici e farmacisti inglesi ricevettero dal Comitato Nazionale di sicurezza sui farmaci la segnalazione che i contraccettivi orali di terza generazione aumentassero del 100% il rischio di trombosi agli arti inferiori o ai polmoni, con un'incauta confusione tra rischio assoluto e rischio relativo.



Come si può migliorare la comunicazione del rischio in medicina?, chiedono a Doctor G e lui risponde che si dovrebbero usare statistiche semplici e trasparenti, piuttosto che quelle difficili da comprendere, si dovrebbero usare le frequenze naturali invece delle frequenze relative, la mortalità invece della sopravvivenza, il rischio assoluto invece del rischio relativo.



Non solo i medici ma chiunque informi sui test deve saperne interpretare correttamente i risultati, anche i giornalisti.

I diversi casi medici e giudiziari sono esposti in modo chiaro, permettono anche di esercitarsi nei diversi calcoli statistici e allenano alla lettura critica dei dati.
I testi sono sempre di scorrevole lettura.
I disegni aggiungono un contesto spaziale sempre accurato e dettagliato nei riferimenti. I volti non sono sempre resi con tratti distinti e d'immediato riconoscimento.

Alla fine del fumetto resta il desiderio e la curiosità di aprire il prossimo taccuino di Doctor G, di continuare a seguire il volo della farfalla...



Dietro ai testi e ai disegni si rintracciano una profonda ricerca e una rigorosa revisione. Le storie che si aprono tra le strisce sono molteplici e ben narrate e intrecciate. Non solo, il taccuino di Doctor G è impreziosito da una corposa bibliografia di 26 pagine (testi e fumetti) che si articola in spiegazioni e approfondimenti per le diverse vignette, con tanto di rimandi e collegamenti a materiali multimediali (articoli scientifici, siti web, video, notizie, ecc.) accessibili attraverso i codici QR. Insomma, con la bibliografia parte un'altra serie di avventure per le quali bisogna tenere a portata di mano un telefono o un tablet dotati dell'applicazione per leggere i codici QR.

Dalla bibliografia apprendiamo che l'omicidio di Jennifer Harston è ispirato al caso di Marta Russo oppure che a John Ioannidis, docente di medicina all'Università di Stanford e impegnato da anni all'analisi critica degli studi scientifici, è ispirato il medico che spiega il test di screening neonatale e questi sono solo due esempi.

Scopriremo dal taccuino chi si celi nei panni del nostro Doctor G?


La lettura è consigliata a tutti ed è particolarmente raccomandata ai medici, a chi lavora nel sistema giudiziario e a chi si occupa di comunicazione di informazioni statistiche per la scienza, la salute, le politiche sanitarie e la giustizia.
È un ottimo strumento per chi insegna statistica agli studenti universitari di varie discipline e per gli studenti stessi.

Complimenti agli autori per l'idea, la realizzazione, la cura e il coraggio di essersi lanciati in un progetto editoriale dedicato.

Buone avventure Doctor G!

Doctor G: una graphic novel, L-INK 2016 da un'idea di Luana Caselli e Luca Iaboli, soggetto e sceneggiatura di Luana Caselli, Luca Iaboli e Marco Madoglio, disegni di Grazia Lobaccaro