domenica 26 agosto 2018

Una tranquilla giornata di neuromania



C'è aria di tempesta, il cielo è scuro e il vento soffia fortissimo. Dalla spiaggia all'improvviso si vede avvicinarsi un'onda gigantesca. Un momento, c'è qualcuno a cavalcarla. Si distinguono appena la sagoma e la sua scia. È Amy. Amy è lassù, sulla Big Convolution, con la sua inconfondibile tavola dalla grande poppa interamente circolare.

Amy lancia un urlo e distende bruscamente le gambe che vanno a battere contro la pediera del letto. Quell'onda era in un sogno. Un altro urlo soffocato. Ieri sera ha dimenticato di bere il consueto bicchiere di neurosonno.

Si gira su un fianco, sfiora la guancia liscia come seta da quando usa la crema neuromiracolo e toglie con un gesto rapido la mascherina neurosognatrice. Sul comodino, accanto alla sveglia che trillerà spensierata tra cinque minuti, manca la bottiglia di neuroacqua.

Si mette a sedere, osserva le gambe chiare e toniche, senza piegarsi infila le sue adrenaline e con agilità raggiunge il bagno.

Uno sbadiglio sonoro e si guarda al neurospecchio, stentando a distinguere quella che è da quella che fu e che sarà, tutte lì ad osservarla dai tre pannelli imperturbati. Inarca un sopracciglio, hanno tutte in comune il caschetto corto rosso.

Si gira e aziona l'acqua della doccia che comincia a scorrere assieme alla lista di brani preferiti.

After his brain was scrambled his friends and family said
"Oh, this is no longer Phineas. There's a new man here instead." 
(cont.)

Si avvolge nella schiuma lieve del nettare neuroaroma.

I've got the brains
You've got the looks
Let's make lots of money
You've got the brawn
I've got the brains
Let's make lots of...
(cont.)

Fa scendere nell'incavo della mano una sfera di shampo neurocura.

We are each other’s hemispheres 
I am fine tuning my soul 
To the universal wavelength
No one is a lover alone
I propose an atom dance
(cont.)

Afferra l'accappatoio a due falde e torna allo specchio fissandosi al presente prima di andare in cucina.
Riempie d'acqua fino al segno a metà della vite, infila il filtro di alluminio e, una cucchiaiata di precisione dopo l'altra, crea la montagna di neurocaffè, avvita stretta la caffettiera e la poggia sul fornello acceso.

Aspettando che salga il caffè, ingoia una capsula di risveglio e ascolta il neuroroscopo del giorno, divertita dalle costellazioni neuronali.

Al gorgoglio aromatico spegne il fornello e seduta sullo sgabello giallo sorseggia il neurocaffè bollente masticando lentamente un memodonut.
Dal frigorifero afferra il succo di papaya, lo versa nel bicchiere e lo beve mandando giù le due pastiglie di neurovitamina e neuropesce.

Si veste senza fretta e allaccia le comode neurotre rispondendo ai messaggi che si avvicendano da qualche minuto a mano mano che le sveglie raggiungono i loro inermi obiettivi.
Un filo di rossetto emotion, un filo di mascara occhi magnetici, un filo di astrociti al collo ed è pronta a uscire.

Nel chiudere la porta dietro di sé, mette con gesto sicuro gli occhiali da sole potenziati per le abilità cognitive sale con agilità sulla neurobici e pedala veloce verso il laboratorio.

Le scale, i saluti e percorre il lungo corridoio fino all'ultima stanza a sinistra. Alla sua postazione, senza badare a spese, ha portato una sedia limbica che le stimola il cervello con continue vibrazioni molto posteriori.

Accende il computer ed estrae dalla borsa l'agenda neuroplanner che apre sul tavolo a metà del suo spessore.

Deve preparare una lezione agli studenti del primo anno e, per essere sicura di mantenere la loro attenzione, ha seguito un corso online di neuropresentazione che è stato il primo passo per arrivare a ottenere l'ambito certificato di insegnamento neuropotenziato.

Apre il file di power point e beve un bicchiere di neuroacqua alla quale aggiunge un pizzico di neuropolvere a base di supererbe e superfunghi.

Sfila dalla tasca esterna della borsa il pacchetto di neurogomme e inizia a masticarne una lentamente assaporandone il gusto alla menta e digitando sicura il titolo della lezione sui metodi della ricerca in corso.

Per oggi non ha sessioni di stimolazione elettrica transcranica. Ha ottenuto un grosso finanziamento da una fondazione bancaria per sperimentare un promettente trattamento della paura di ricordare le proprie memorie autobiografiche. Le persone che partecipano allo studio sono centinaia e di diverse età e sono state selezionate con i social network. Alla metà di esse viene applicato un protocollo di stimolazione transcranica che prevede l'invio di scossette elettriche attraverso una bobina posizionata sul lobo parietale, con l'altra metà viene usata una bobina finta.

Mentre incolla sulla seconda pagina della presentazione la foto della bobina o coil collegata al condensatore, le torna in mente il sogno e sgrana gli occhi: lei surfava la Big Convolution coi piedi sul suo coil!

Manda giù più sorsi di neuroacqua e riprende a digitare.

A pranzo si trova sempre con gli altri professori o con i suoi ricercatori. Alla mensa dell'università arrivano le verdure del neuro-orto dell'ospedale adiacente e il neurovino prodotto da un collega del suo stesso dipartimento che, dopo anni di esperimenti sull'attenzione uditiva, ha impiantato un vigneto, costruito una cantina negli scantinati dell'edificio universitario e ora sta facendo una ricerca finanziata da un consorzio di vini doc sugli effetti neurali della degustazione del vino nei centenari.

A metà pomeriggio riprende la bici, posiziona la neurocamera ben fissa sull'orecchio destro e sulla fronte e torna a casa, dove potrà scaricare e visualizzare le emozioni provate sulla via più lunga di rientro, quella che lambisce il Parco della Meditazione, affianca il parco giochi della scuola dell'infanzia e attraversa il centro nell'orario di apertura dei negozi.

Può concedersi una pausa per prepararsi un neurotè e, mentre lo lascia raffreddare, dà uno sguardo alla biblioteca con gli ultimi arrivi di neuroteologia, neuroretorica, neuroeducazione e neuroeconomia. Le mancano ancora quei due manuali di neurogastronomia e neuropolitica e l'ultimo numero della rivista di neuroquantologia.

Ripone la tazza nella lavastoviglie e accende il computer per la lezione di tennis. Un allenatore cinque volte campione italiano assoluto la aiuta a migliorare il suo diritto con una tecnica speciale fondata sul funzionamento del cervello. Insomma Amy già confida nel suo diritto perfetto, aumentato dal neurotennis.

Ha il tempo di cambiarsi e scendere al bar sotto casa dove la raggiunge un'amica di ritorno da un corso di neuromarketing, entusiasta per le nuove esperienze di vendita che le renderanno possibili i suoi neoaddestrati neuroni specchio.
Amy prende uno spritz e ci aggiunge il flaconcino quotidiano di neurocervello.

Tra un'ora passerà a prenderla Ippo e andranno a cena al neuroristorante sul mare. Impiegheranno poco meno di due ore per arrivarci ma le hanno detto che l'esperienza gustativa e olfattiva ripagherà il viaggio. Ippo fa l'architetto e lavora a un progetto di neurourbanizzazione che ha coinvolto tutte le istituzioni della città. Si frequentano da un anno, dopo essere risultati compatibili al genetest. Hanno condiviso fin da subito emozioni, esperienze soggettive aumentate e l'amore per il cervello e il suo benessere. Solo qualcuno della loro cerchia si azzarda qualche volta a parlare di ossessione a due. A un mese dal loro primo incontro, la loro affinità è stata confermata dai profili cerebrali personalizzati.

L'auto è comoda e dotata di una neuroconfigurazione ormai di serie per la categoria.
Non c'è spazio per la musica perché ci sono tanti episodi, emozioni, pensieri, ricordi e impressioni da scambiarsi attraverso le parole e con la mente.
Ippo gioca a golf e ha migliorato notevolmente le sue traiettorie da quando ha inserito nella canna del ferro una neuroinfusione che gli aveva fatto provare una sua amica ingegnere. È ancora elettrizzato per i lanci del pomeriggio.
Amy domani avrà una nuova lezione di braindance e dal prossimo mese potranno partecipare alle lezioni per coppie.

Chilometro dopo chilometro si trasmettono segnali, sorseggiando il neuronade mentre fuori dai finestrini si accendono le luci del tramonto.
La cena è un tripudio di sensazioni, percezioni, associazioni che rendono più breve il viaggio di ritorno.
Arrivati a casa di Amy, controllano rapidamente la posta arrivata sulle varie caselle personali e comuni e prenotano per la fine settimana al Brain Rooms.
Ippo riempie i bicchieri di neurosonno e legge ad alta voce l'ultima delle neurofiabe della raccolta, mentre Amy sj toglie il trucco e massaggia il viso applicando piccole gocce di reneura. La voce baritonale di Ippo si diffonde in tutte le stanze mentre ricostruisce la storia, accompagnandosi con movimenti lievi della mano destra. Le sopracciglia alzate sugli occhi castani, la pelle olivastra del viso dal naso prominente, inclina la testa all'indietro in un andamento ritmico.

È quasi giunto il momento di poggiare le loro laboriose teste sugli accoglienti cuscini dreampad. Senza bisogno di cenni né parole, Amy attiva l'applicazione sleepgenio sul suo telefono e contemporaneamente Ippo avvia la sua sleepuomo.

Per due giorni a settimana, se non sono insieme, registrano anche il proprio elettroencefalogramma casalingo notturno, posizionando i tre elettrodi con una identica sequenza di movimenti leggeri e precisi.

È tardi, la giornata è finita. Con i gesti che l'intimità rende simultanei, Amy e Ippo si sistemano reciprocamente le mascherine neurosognatori, continuando a trasmettersi vividi segnali.

No matter what I do, I'm no good without you
And I can't get enough
Must be love on the brain
(cont.)

...

Quelli in grassetto sono solo una parte di tutti i prodotti disponibili in commercio. Spesso sono molto costosi e non hanno alcun particolare effetto sulle nostre prestazioni: non le peggiorano e non le migliorano, se non per l'entusiasmo dell'inizio e per giustificare l'ingente spesa... Alcuni sfruttano semplicemente la tendenza ma molti sono dei veri e propri inganni.
Quelli riportati in corsivo sono normali alimenti per i quali sono stati elencati prodigiosi e irrealistici effetti cognitivi.
Molti neuroprodotti non hanno superato la prova del tempo, altri incredibilmente resistono e molti altri ancora spunteranno di anno in anno.
Basta che sia neuromania!


Avvertenze:
1- questo post non ha scopi pubblicitari
2- questo post è un racconto paradossale
3- questo post invita a non fidarsi delle promesse di ultrapotenziamenti cognitivi e neurali pagati a caro prezzo
4- questo post invita a non fidarsi di chi propone prodotti e trattamenti 'neuro' per la cura non dimostrata scientificamente di malattie neurologiche, neuropsichiatriche e neuropsicologiche. Talvolta esagerano anche i professionisti esperti per esigenze di mercato e ad esempio propongono una tecnica validata come il neurofeedback per la cura dell'epilessia, dell'autismo o dell'adhd (disturbo d'attenzione e iperattività). Si tratta di pubblicità ingannevole e pericolosa.


Se invece il prefisso 'neuro' è usato per un prodotto commerciale con ironia e senza esagerarne benefici sul cervello allora si può goderne con divertimento e sollievo.



Grazie per le preziose neurosegnalazioni a: Fabrizio Berton, Chiara Della Libera, Andres Reyes, Silvia Savazzi.

Alcune ispirazioni le ho tratte dai tweet di Neuroskeptic e Neurobollocks.


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