domenica 3 febbraio 2019

Le patate danneggiano il cervello di bambini e adolescenti, lo dice la scienza?



È già noto come “effetto patata” l'insieme delle conseguenze dell'uso dei dispositivi digitali da parte degli adolescenti dopo il meticoloso e fondamentale studio pubblicato alcune settimane fa.

Applicando una promettente analisi statistica – Specification Curve Analysis (SCA) –, Amy Orben e AndrewK. Przybylski (qui il collegamento al pdf), hanno riesaminato tre database statunitensi e britannici rappresentativi della popolazione e relativi a indagini nazionali svolte tra il 2007 e il 2016 per un totale di 355.358 adolescenti di età compresa tra 12-18 anni. Le indagini di riferimento sono state scelte perché contenevano informazioni sul benessere psicologico degli adolescenti e sull'uso delle tecnologie digitali.



I risultati hanno dimostrato che esiste un'associazione negativa tra l'uso delle tecnologie digitali e il benessere degli adolescenti e che tale associazione spiega circa lo 0.4% della varianza.

In altre parole, bisogna ammetterlo, i dispositivi elettronici fanno un po' male ma...

Che succede se si considera tutto il contesto?
  


Nella tabella, un valore attorno a 1x vuol dire che quella variabile ha lo stesso effetto negativo dei dispositivi digitali. L'asterisco vuol dire invece che quella variabile ha un effetto positivo. Quindi andare in bici o essere alti fa stare un po' bene.

Il risultato inatteso è che portare gli occhiali fa un po' più male che usare i dispositivi elettronici e, sorprendentemente (!), mangiare patate ha quasi lo stesso effetto negativo sul benessere degli adolescenti dell'uso delle tecnologie digitali!


Cosa ci insegna questo studio rigoroso?
Analizzare gli studi sul comportamento sociale è un affare complicato. Di solito in questi studi a larga scala sono incluse diverse decine di variabili generiche sulle abitudini dei soggetti e sulla salute psicologica, al di là dell'eterogeneità con cui ciascuno studio definisce il benessere psicologico, la depressione, i disturbi del sonno ecc. Se poi si pensa che tali studi includono grandi gruppi di soggetti, basta un piccolo effetto (ad esempio un punto in più su una scala di depressione, che clinicamente non ha alcuna rilevanza) e con i metodi statistici tradizionali si raggiunge agevolmente l'ambita significatività e da qui si pubblicano con clamore i risultati, si diffondono proclami a mezzo stampa, si condizionano le politiche educative.

Considerando che tali studi proprio per la loro complessità, lasciano totale libertà all'interpretazione degli effetti, ciascun ricercatore tenderà ad associare determinati effetti a determinate variabili in base ai propri preconcetti e alle proprie idee, trascurando tutte le altre associazioni che potrebbero minare la sua interpretazione.

Ci sono ricercatrici e ricercatori che hanno fatto fortuna con questo ingiustificato allarmismo!


Come dimostrano Orben e Przybylski in uno stesso insieme di dati l'associazione tra dispositivi elettronici e benessere può cambiare da -.075 a +.05, quindi di peso e di segno, a seconda delle variabili scelte dal ricercatore ai fini delle analisi.



Definire meglio le variabili, tenere conto del contesto di tutte le altre variabili non selezionate ai fini delle analisi, procedere con analisi statistiche più sofisticate diventano allora le necessarie indicazioni per aggiungere conoscenze oggettive alle scienze del comportamento sociale.

Quando viene considerato tutto il contesto dei dati, diventa chiaro che il peso eccessivo dato al tempo di uso dei dispositivi digitali nel discorso scientifico e pubblico potrebbe non essere giustificato sulla base delle prove disponibili. Ad esempio, in tutti e tre i database, gli effetti negativi sul benessere adolescenziale sia della marijuana che del bullismo sono molto più marcati (2.7x e 4.3x rispettivamente per YRBS) rispetto all'utilizzo della tecnologia. I fattori positivi del benessere sono ugualmente illustrativi: azioni semplici come dormire a sufficienza e fare colazione regolarmente hanno associazioni molto più positive con il benessere rispetto all'impatto medio dell'uso della tecnologia (da 1,7x a 44,2x più positivo in tutti i database). I fattori neutrali forniscono forse il contesto più utile per giudicare gli effetti dell'esposizione alla tecnologia: l'associazione del benessere con le patate che gli adolescenti mangiano regolarmente è negativa quasi quanto l'associazione con l'uso della tecnologia (0,9x, YRBS) e portare gli occhiali risulta associato negativamente al benessere (1.5x, MCS).



Considerare gli effetti nell'insieme del loro contesto permette quindi di stabilirne il peso concreto ossia di distinguere se derivino dal metodo di analisi statistica scelto o se rappresentino un effetto osservabile, reale, rilevante per la salute.

Alcuni scienziati talvolta esagerano ma poi la scienza trova il tempo per riportare tutto al suo metodo rigoroso e lo fa con altri scienziati come Orben e Przybylski.

Quindi al prossimo titolo che capiterà di leggere sulle devastazioni neurologiche causate dall'uso dei dispositivi digitali nei bambini e nei ragazzi pensiamo alle patate e ricordiamoci che ci possono aiutare a rompere i preconcetti.

Viva l'effetto patata!



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