domenica 12 gennaio 2014

Un bambino con agnosia visiva ha una memoria visiva delle cose? Uno studio clinico.



  https://soundcloud.com/tiziana-metitieri/un-bambino-agnosico-e-la



L'agnosia è la difficoltà a riconoscere le cose: se le vediamo, se le tocchiamo o se le udiamo.Si tratta di una difficoltà che può riguardare la forma percepita delle cose oppure il collegamento tra la forma e il significato delle cose. Nel primo caso si tratta di agnosia
 
L'ho disegnata io... è una bicicletta...
ma... non ci potrei mai andare su...
appercettiva, nel secondo caso di agnosia associativa. Così la classificò Lissauer nel 1890. 
L'agnosia è una difficoltà acquisita: è causata da una lesione in quelle regioni del nostro cervello che elaborano le informazioni percettive. Per l'agnosia visiva la lesione include i lobi occipitali.

Le difficoltà di riconoscimento sono ben descritte negli adulti e ci sono dei casi famosi come HJA e DF, i quali con la loro disponibilità a sottoporsi a numerosissimi studi hanno aiutato i ricercatori a comprendere come funziona la nostra percezione.

Nel bambino i casi studiati sono pochissimi, non tanto perché non si riscontrino lesioni in età evolutiva ma perché fino a qualche anno fa non si riteneva si potesse osservare, nei bambini, una specializzazione neuroanatomica delle aree corticali e dei processi cognitivi correlati.

L'articolo - Making Memories - che è stato pubblicato a novembre sulla rivista Neural Plasticity racconta lo studio che abbiamo condotto su tre bambini agnosici a causa di lesioni corticali esordite nelle prime settimane di vita. 
In particolare, oltre a indagare le caratteristiche dell'agnosia volevamo capire se una visione degradata delle cose, condizioni lo sviluppo delle memorie visive delle cose stesse. E abbiamo avuto la possibilità di studiare due dei tre ragazzi a un paio d'anni di distanza per vedere che succede a lungo termine, in un sistema ancora in evoluzione.

I tre ragazzi vanno tutti a scuola, sono autonomi nella vita quotidiana, hanno un livello cognitivo globale entro i limiti della norma ma presentano difficoltà di diversa gravità nella lettura, nella scrittura, nel riconoscimento di facce,... Due di essi hanno l'insegnante di sostegno a scuola e seguono programmi riabilitativi specifici.
Come si vede nella tabella di sintesi, tutti e tre non hanno difficoltà in compiti percettivi di base, come distinguere un quadrato da un rettangolo, diversi per pochi millimetri; solo uno dei tre, pur seguendo il calcio, ha difficoltà a
riconoscere le facce di calciatori famosi (prosopoagnosia), mentre tutti e tre commettono molti errori nel riconoscere visivamente diversi oggetti o figure e nel ricordarli. Ad es., presentando dei disegni da denominare alcuni errori sono stati: ghirlanda > 'fiocco', tavolozza > 'pennello', battente > 'fionda'.
Nella percezione, i tre bambini hanno evidenziato differenze qualitative nella capacità di copiare e di integrare in un'unica figura diversi elementi

L. (lesione parieto-occipitale bilaterale) ha presentato più difficoltà a integrare le parti in un insieme, una caratteristica dell'agnosia integrativa; le difficoltà di R. (lesione temporo-occipitale sinistra) sono quelle tipiche dell'agnosia per la forma, con molti errori nel riconoscimento e nella copia di forme anche semplici; G. (lesione occipitale sinistra) ha mostrato lievi difficoltà di integrazione e di segmentazione di forme complesse.

Nella memoria visiva, tutti e tre hanno presentato importanti difficoltà ma, nell'esame successivo, i due ragazzi,che pazientemente hanno ripetuto tutti i test, hanno mostrato un rilevante miglioramento nella capacità di ricordare visivamente figure anche complesse. 

Le difficoltà si vedono ormai solo sulle figure che non hanno un significato, nelle quali non è di aiuto la memoria semantica (attraverso la quale sappiamo che ad es. una bicicletta è fatta di due ruote, una scopa di un manico e di setole e così via) ma bisogna fare leva solo sulla memoria visiva.

I nostri risultati indicano che un degradato riconoscimento delle cose fin dalla prima infanzia determina la costruzione di memorie visive più povere.  

Ma nel corso dello sviluppo, la plasticità corticale e gli interventi riabilitativi, con l'effetto sulla dinamica interazione tra percezione e memoria permettono di attenuare le difficoltà di memoria visiva, riducendo l'impatto negativo sull'autonomia quotidiana (ad es. negli spostamenti in posti già conosciuti che sembrano sempre nuovi).
 
La diagnosi precoce di agnosia visiva è, quindi, fondamentale per programmare interventi riabilitativi specifici che favoriscono l'adattamento a compiti e situazioni sempre più complessi.
 


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