sabato 1 marzo 2014

Mi sono, per così dire, persa.



This is my story. This is how pieces of a life were lost. These are the pieces of a life recalled.


Auguste Deter nacque il 16 maggio 1850. Deter era il cognome acquisito dal marito, Karl Deter, sposato nel 1873. Dal loro matrimonio nacque una figlia. Sul finire degli anni 1890, a poco più di 40 anni, Auguste iniziò a manifestare problemi di memoria e disturbi del comportamento, che non aveva mai mostrato prima. Il 18 marzo del 1901, secondo il racconto del marito, Auguste all'improvviso lo accusò di essere uscito con una vicina e per i giorni successivi manifestò irritazione nei confronti di entrambi.
Karl lavorava nelle ferrovie e non era in grado di prendersi cura di Auguste. Decise così di trasferirla in un istituto per malattie mentali. Il 25 novembre del 1901 l'accolse la Clinica Psichiatrica Irrenanstalt di Francoforte sul Meno, dove lavorava Alois Alzheimer, assieme a un valido gruppo di ricercatori tra i quali gli italiani Gaetano Perusini e Francesco Bonfiglio.
Durante la permanenza all'istituto venne sottoposta regolarmente a esame clinico e a trattamenti di sedazione, senza il ricorso a contenzioni. Tutto fu minuziosamente annotato nella sua cartella clinica.

La cartella clinica di Auguste D. 26 novembre 1901


Come si chiama?”
Auguste”
Cognome?”
Auguste”
Come si chiama suo marito?”
Credo Auguste”
Suo marito?”
Ah, mio marito...”
È sposata?”
Con Auguste”

Queste stesse parole si ritrovano nell'opera corale Alzheimer's Stories, composta da Robert Cohen su libretto di Herschel Garfein.


Il clinico comprese la peculiarità di un tale tipo di comportamento e continuò a esaminarla nei giorni successivi.

Scriva ‘Signora Auguste D.”
Lei scrive “Signora”, e intanto ha dimenticato il resto. Se le si dice ogni singola parola, lei le scrive. Invece di «Auguste» scrive “Augusa”.
Nello scrivere dice ripetutamente: «Mi sono, per così dire, persa».

Alzheimer definisce il suo comportamento “disturbo amnestico di scrittura”.
Il suo colloquio clinico ricorda l'esame che si effettua, oggi in modo standardizzato, per rilevare il declino cognitivo.

In che anno stiamo?”
Mille ottocento...”
Che mese?”
Secondo mese”
"Durante il ricovero i suoi gesti mostravano una completa incapacità. Era disorientata nel tempo e nello spazio. Ogni tanto diceva che non capiva niente, che si sentiva confusa e totalmente persa. […] Nelle sue conversazioni usava spesso frasi confuse, singole espressioni parafasiche (come 'lattiera' invece che 'tazza'), a volte smetteva del tutto di parlare. [...] La regressione mentale avanzava costantemente. La paziente morì dopo quattro anni e mezzo di malattia. Nell'ultimo periodo era completamente apatica e restò confinata a letto in posizione fetale, era incontinente e sebbene ricevesse cure e attenzioni soffrì di decubito." (In A. Alzheimer, Über eine eigenartige Erkrankung der Hirnrinde, in «Zeitschrift für Psychiatrie und psychisch-gerichtliche Medizin», 1907)
Morì l'8 aprile del 1906

Alzheimer reputò il caso di Auguste Deter di rilevanza scientifica e lo presentò al Congresso della Società di Psichiatria a Tubinga nel 1907. Fu accolto con freddezza e il presidente commentò: 'Signor collega Alzheimer, allora la ringrazio per la sua esposizione, evidentemente non c'è bisogno di discussione.”

Il 1 marzo del 1903 Alzheimer aveva lasciato la Clinica di Francoforte per trasferirsi per qualche mese ad Heidelberg, dove già si trovava il collega Franz Nissl e successivamente a Monaco, nella Clinica di Emil Kraepelin.

Il suo lavoro a Francoforte fu continuato da un valido collaboratore, Gaetano Perusini.
Perusini continuò a studiare Auguste e altri pazienti che presentavano analoghe manifestazioni cliniche. E omogeneo era anche il quadro neuropatologico, caratterizzato da atrofia corticale, depositi di “un prodotto metabolico patologico” nelle placche e degenerazione neurofibrillare.
Nel 1910 descrisse le caratteristiche cliniche e neuropatologiche di Auguste e di altri tre casi (B.A., Sch.,L., R. M.) in un articolo pubblicato sulla rivista curata da Nissl e Alzheimer (Ueber klinisch und histologisch eigenartige psychisce Erkrankung das spaeteren Lebenshalters), corredato di disegni e tavole.
Su sollecitazione del Dottor Alzheimer ho esaminato i quattro casi seguenti caratterizzati da segni comuni sia clinici che specificatamente anatomopatologici. Qui discuto individualmente ogni caso: la sua storia fisica e la descrizione delle scoperte fatte al microscopio. Tenterò di accertare quale significato possa essere attribuito alle scoperte istologiche (che in molti aspetti sono interessanti) e dove si possano porre questi casi clinici all'interno di una relazione clinica e anatomopatologica.”
Il caso di Auguste è nella serie di Perusini ma non in quella di Fauller, pubblicata nel 1907. Solomon Carter Fauller era tra i cinque ricercatori stranieri selezionati nel 1904 da Alzheimer per il suo laboratorio clinico e sperimentale. Era uno psichiatra afro-americano, nato in Liberia nel 1872 ed era il nipote di uno schiavo americano che aveva comprato la libertà ed era emigrato in Africa. A Fauller si deve la prima pubblicazione in inglese, nel 1907, dei casi studiati da Alzheimer e dal suo gruppo, assieme ad altri casi eterogenei. A Perusini la prima pubblicazione omogenea ed esaustiva, che includeva il caso di Auguste.

Fu Emil Kraepelin a introdurre il termine malattia di Alzheimer (Alzheimerische Krankeheit) nel 1910, alla pagina 627 dell'ottava edizione del suo trattato di Psichiatria.

E tale è rimasta la denominazione, nonostante il contributo fondamentale di Gaetano Perusini. Tornato in Italia nel 1911, continuò le sue ricerche, conseguì la libera docenza in clinica delle malattie nervose e mentali e nel 1913 divenne assistente nell'ospedale psichiatrico di Mombello. Arruolatosi volontario nella I Guerra Mondiale, morì l'8 dicembre 1915 per le conseguenze dell'esplosione di una granata.
Alois Alzheimer morirà 11 giorni dopo.
This is my story. This is how pieces of a life were lost. These are the pieces of a life recalled.
A febbraio del 2013, in un articolo pubblicato su The Lancet Neurology, Ulrich Müller, Pia Winter e Manuel B. Graeber hanno dimostrato definitivamente la validità delle pioneristiche ricerche di Alois Alzheimer, di Gaetano Perusini e del gruppo di Francoforte. 
Una storia straordinaria: prima - nel 1995 - Konrad Maurer, Stephan Volk e Hector Gerbaldo ritrovarono le cartelle cliniche di Auguste Deter, poi - nel 1997 - furono avventurosamente ritrovati, nell'Università di Monaco, i vetrini con i campioni di tessuto cerebrale. I risultati delle analisi neuropatologiche sono stati pubblicati da Graeber e collaboratori nel 1998.
Neuropathological reanalysis confirmed the original diagnosis. Her APOE genotype was ɛ3/ɛ3. The early disease onset and the absence of the genetic risk allele ɛ4 suggested that she might have had an autosomal dominant form of the disorder. This notion also fitted with her aggressive histopathology—characterised by an abundance of cortical tangles in addition to numerous amyloid plaques.
Quello che restava da capire era dunque la causa di un esordio così precoce e di una tale aggressività del quadro istopatologico. E l'anno scorso la risposta è stata trovata nella mutazione in un gene, la presenilina 1, che codifica per la proteina precursore della formazione delle placche di amiloide.
Because mutations in PSEN1 are the most common cause of autosomal dominant Alzheimer's disease, we analysed PSEN1 in DNA extracted from a histological section of Auguste Deter's brain. In exon 6 we found a T→C substitution at position 526 (c.526T→C). This change is predicted to result in a Phe176Leu aminoacid substitution in the protein. Exon 6 mainly codes for the third transmembrane domain of presenilin 1.
Il progresso tecnologico, le nuove sofisticate tecniche di analisi istopatologica e genetica, la passione di alcuni scienziati hanno quindi dato l'opportunità di confermare a 100 anni di distanza il lavoro pioneristico di quei clinici-scienziati, guidati da Alois Alzheimer. Essi colsero la particolarità dei disturbi cognitivi e comportamentali manifestati da Auguste Deter, li annotarono minuziosamente e con grande abilità ne analizzarono il tessuto corticale con le tecniche più innovative per l'epoca. In tal modo, dimostrarono la complementarietà dell'esame psicologico clinico e dell'indagine neuropatologica nello studio delle malattie psichiatriche, superando i vincoli delle due opposte scuole, quella organicista e quella psicoanalitica.

This is my story. This is how pieces of a life were lost. These are the pieces of a life recalled.
This is my story. Love and compassion repair every loss, one by one, time and again.
Find those you love in the dark and light.

Help them through the days and nights.

Keep faith. They sense what they cannot show.

Love and music are the last things to go. Sing anything.

Sing.



Konrad Maurer, Stephan Volk, Hector Gerbaldo (1997). Auguste D. and Alzheimer’s disease. Lancet 349: 1546- 49

Konrad Maurer, Ulrike Maurer. Alzheimer, La vita di un medico la carriera di una malattia, Manifestolibri, Roma, 1999

Matteo Borri, Storia della malattia di Alzheimer, Il Mulino, Bologna, 2012

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