El mundo del motor se mete en las venas por pasión, con una historia de amor detrás, y no como una telenovela de glamour y lujo perecedero.
María de Villota
In
queste ultime settimane che hanno preceduto l'avvio del Campionato
2014 di Formula 1 si sono moltiplicate le descrizioni dei dettagli e
delle specifiche tecniche delle macchine e dei motori e poco spazio è stato dedicato alle caratteristiche dei piloti e
alle nuove condizioni che sperimenteranno.
I
piloti sono degli atleti, anche se fuori dalla macchina non ne è
visibile la grande prestazione.
E
con la rivoluzione tecnologica nel mondo dei motori, hanno raggiunto
le grandi abilità fisiche e cognitive necessarie per guidare la
monoposto sui diversi circuiti e nelle diverse condizioni di
illuminazione, per gestire i molteplici comandi nell'abitacolo, per
monitorare il tracciato e la traiettoria, per sfidare gli avversari e
tenersi in sicurezza, per comunicare con il muretto e ricevere aggiornamenti.
Le
abilità fisiche dei piloti sono fondamentali per tenere sotto controllo e
resistere ai cambiamenti repentini dei fattori fisiologici.
La
frequenza cardiaca arriva a superare i 170 battiti al minuto e varia
rapidamente nelle diverse fasi della gara e in ogni giro, in funzione
dell'accelerazione, della frenata, delle curve e dei sorpassi.
La
forza muscolare è essenziale per contrastare le continue
sollecitazioni all'interno della macchina e per potere azionare i
comandi e i pedali.
La
temperatura corporea si alza e può raggiungere i 39°C a fine gara.
Il corpo del pilota deve
resistere alle accelerazioni G verticali e laterali, sperimentate
nelle diverse condizioni. David Coulthard nel 2008 spiegò così: “La
parte superiore del corpo deve essere abbastanza forte da
sopportare lo stress di 5 G e quando si frena alla fine del
rettilineo si sente come una martellata nella schiena”.
Per
una revisione degli studi finora effettuati su questi aspetti, si può leggere
l'articolo di Potkanowicz e Mendel pubblicato nel 2013 su Sports
Medicine.
Oggi
sono i social network che ci fanno scoprire quanto sia intenso e
multidisciplinare l'allenamento dei piloti di Formula 1. Se seguite
Fernando Alonso, Jenson Button e le promesse Susie Wolff e Simona De
Silvestro potrete farvi un'idea.
Lo descrive María de Villota nel
libro 'La vida es un regalo', la storia della sua meravigliosa e
tragica avventura.
Le
abilità cognitive al pari di quelle fisiche sono fondamentali per
gestire la molteplicità di stimoli esterni e interni.
I
ricercatori Land e Tatler nel 2001 condussero uno studio sulla
strategia visiva del pilota di Formula 3, Tomas Scheckter, durante le
prove al circuito Mallory Park nelle vicinanze di Leicester, in Regno
Unito.
Con
un sistema sofisticato di videocamere registrarono i movimenti
oculari per determinare le coordinate della direzione dello sguardo
rispetto alla testa. Contrariamente ai movimenti verticali la cui
registrazione era alterata dalla vibrazione, i movimenti orizzontali
erano stabili. Oltre ai movimenti oculari, i ricercatori registrarono
i movimenti della testa e la rotazione della parte anteriore della
macchina.
I
risultati dimostrarono che nelle curve il pilota anticipava di circa
1 secondo la rotazione della macchina, con un movimento direzionale
della testa.
L'interpretazione
degli autori è che l'orientamento dello sguardo e della testa di un
pilota in condizioni di gara non sia guidato dalle posizioni esterne
all'abitacolo, come avviene nella guida normale, ma dalle conoscenze
precedenti relative al tracciato, come avviene per il controllo dello
sterzo e della velocità.
Se
tali aspettative sono soddisfatte, allora la traiettoria è corretta;
se ci sono discrepanze, allora è necessario modificare la
traiettoria e il tempo a disposizione di 1 secondo, lo permette.
Il
pilota non ha consapevolezza di questa dissociazione, che si può ipotizzare si stabilisca gradualmente e di pari passo con l'apprendimento delle
caratteristiche di un circuito. Una volta memorizzate, su tali caratteristiche possono agire, in anticipo, i processi automatici di guida.
Come
raccontava Ayrton Senna a Denis Jenkinson:
Then it's all perception. The anticipation becomes part of it, like instinct, pure instinct in the right way.
Potkanowicz
ES e Mendel RW. The Case for Driver Science in Motorsport: A Review
and Recommendations. Sports Med 2013, 43:565–574
Land
MF e Tatler BW. Steering with the head: The visual strategy of a
racing driver. Current Biology 2001, 11:1215–1220
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