domenica 13 luglio 2014

Quando inizia il viaggio nel tempo di un bambino?


La memoria episodica rappresenta il viaggio mentale nel tempo verso il passato e la previsione del viaggio mentale nel tempo verso il futuro.

La memoria episodica come definita da Endel Tulving, si riferisce ai nostri ricordi di eventi fissati in un determinato tempo e spazio, in altri termini il cosa il dove e il quando (www: what, where, when) di un ricordo (Tulving 1972). Questa prima definizione è stata aggiornata e attualmente la memoria episodica è riferita alla consapevolezza autonoetica che un evento sia ricordato - non semplicemente ritenuto familiare - e alla capacità di proiettarsi sia nel passato sia nel futuro (cronestesia, Tulving 2002). 
Per consapevolezza autonoetica s'intende la sensazione che l'evento sia accaduto o accadrà a me. Non è, quindi, sufficiente riconoscere l'evento come familiare.

Sappiamo che le lacune della memoria episodica possono essere il primo segnale della malattia di Alzheimer. Inoltre, la memoria episodica è compromessa nei casi di adulti diventati amnesici a causa di lesioni dell'ippocampo, che si trova nella regione mediale del lobo temporale del nostro cervello.

Quando, nello sviluppo di un bambino, comincia a formarsi la memoria episodica?

Molte ricerche hanno dimostrato che già a 6 mesi i bambini sono capaci di una memoria dichiarativa o esplicita. Addirittura, a partire dai 2 mesi si formano delle memorie che necessitano di un maggiore tempo di presentazione dello stimolo e sono mantenute per tempi più brevi, rispetto all'età di 6 mesi.
A partire dai 2 mesi i bambini possono apprendere la relazione tra il movimento della loro gamba e il movimento conseguente di una giostrina sulla culla (un nastro attaccato alla giostrina viene legato alla caviglia così che quando il bambino muove la gamba, muova anche la giostrina). L'apprendimento di un'azione – muovere la gamba - avviene attraverso il rinforzo coniugato fornito dal movimento della giostrina. Tale compito - Mobile Conjugate Reinforcement Task (Rovee-Collier et al. 1985) - può essere applicato dai 2 ai 7 mesi di età e prevede 3 fasi: una prima fase di baseline per registrare il comportamento spontaneo del bambino, una seconda fase di acquisizione in cui si lega il nastro alla caviglia del bambino e alla giostrina e una terza fase di ritenzione, in cui il nastro non è legato al sonaglio. Il bambino vedendo la giostrina può continuare a calciare affinché si muova. La memoria esplicita è così misurata con l'incremento del numero di calci nella terza fase rispetto alla prima fase.

La memoria dichiarativa (le conoscenze che accumuliamo) come la memoria episodica (le storie che viviamo) dipende dall'ippocampo.
La memoria episodica comincia a svilupparsi più tardivamente, a 3 anni: il suo emergere coincide con lo sviluppo della capacità di collegare informazioni che accadono in uno stesso tempo e spazio, con lo sviluppo della capacità di formare associazioni. 
 
Andando a studiare più precocemente la formazione di associazioni è possibile rintracciare i precursori della memoria episodica, come spiegano in un'accurata revisione Mullally e Maguire (2014). 
Uno dei compiti utilizzati a tale scopo riguarda l'inferenza transitiva, ossia l'acquisizione di associazioni nuove tra oggetti non direttamente collegati tra loro. Tale acquisizione è stata dimostrata in bambini di 6 mesi. Un'acquisizione molto precoce, se si pensa che tale abilità si supponeva emergesse a 7 anni, secondo le osservazioni di Jean Piaget, lo psicologo svizzero autore della teoria dello sviluppo più influente del secolo scorso.
Una differenza temporale che sottolinea la grande innovazione apportata dalle neuroscienze dello sviluppo alla comprensione dei cambiamenti che avvengono in età evolutiva, che non è più vista come un periodo di confusione o di lunghe fasi gerarchiche ma come il periodo in cui i fattori biologici, l'interazione con l'ambiente e i cambiamenti neuroanatomici interagiscono dinamicamente per far emergere e successivamente specializzare i diversi processi cognitivi – la percezione, l'attenzione, la memoria,... - fin dalle prime settimane di vita.
Tali risultati hanno già rivoluzionato le teorie di psicologia e neuropsicologia dello sviluppo e avranno un impatto radicale sui futuri sistemi educativi.

Come ipotizzano Mulally e Maguire, integrando i risultati sperimentali provenienti da diversi studi, c'è una fase o età critica nello sviluppo della memoria episodica, intorno ai 9 mesi, quando il bambino inizia a gattonare. Ma la memoria episodica, quella che registra i ricordi con le coordinate spazio-temporali può funzionare solo quando si raggiunge la capacità di apprendimento spaziale allocentrico, dipendente dall'ippocampo. Nello spazio allocentrico il punto d riferimento e le mappe di spostamento sono centrate sugli oggetti e non sull'osservatore. Lo spostamento autonomo che si raggiunge con il gattonamento permette lo sviluppo della percezione spaziale.

Tre diversi circuiti ippocampali mostrano diverse traiettorie
di maturazione in epoca postnatale: il prolungato sviluppo del giro dentato e degli strati nella regione CA3; il precoce sviluppo degli strati di diverse regioni (CA1, CA2 e subiculum) che ricevono proiezioni dalla corteccia entorinale; lo sviluppo ancora più rapido di strutture sottocorticali altamente interconnesse (subiculum, presubiculum, parasubiculum e CA2) (Lavenex e Banta Lavenex 2013).
La diversa maturazione di tali circuiti è ritenuta determinante per l'emergere dei diversi processi di memoria e più tardivamente della memoria episodica, che richiede lo sviluppo di tutti e tre i circuiti.

Un aspetto cruciale è che fin dalle prime settimane di vita si formano delle memorie che hanno una durata variabile. L'età a cui si riferisce il primo ricordo episodico dipende dall'età del bambino al momento della rievocazione: i bambini più piccoli sono in grado di recuperare i ricordi più precoci, rispetto ai bambini più grandi. Tustin e Hayne (2010) hanno osservato che le memorie più precoci, incluse le episodiche, sono correttamente recuperate da bambini e adolescenti, anche se sono antecedenti ai 3.5 anni, l'età limite dell'amnesia infantile se valutata negli adulti. In età adulta, infatti, non conserviamo ricordi relativi al periodo compreso tra 3 e 5 anni.

Probabilmente i bambini codificano e registrano eventi nella memoria fin dalle prime settimane, ma a causa di processi di consolidamento non ancora efficienti, tali ricordi diventano inaccessibili, dopo almeno una decina di anni!

Esempio di una celebre sequenza temporale episodica
Un modo ingegnoso di studiare i viaggi nella memoria episodica passata e futura è stato introdotto da Hayne e collaboratori (2011), costruendo una linea temporale orizzontale e inserendo dei segmenti verticali corrispondenti a ciascun anno di età di ciascun bambino. Ad ogni segmento veniva indicata l'età e inserita una foto del bambino, per facilitare visivamente la nozione di sequenza temporale. La richiesta di rievocazione riguardava eventi accaduti il giorno stesso presto o il giorno prima (passato) ed eventi che dovevano accadere il giorno stesso tardi o il giorno dopo (futuro). Le schede degli eventi per ciascun bambino sono state costruite attraverso le interviste dettagliate condotte con ciascuna madre. Il contenuto delle espressioni dei bambini è stato codificato in modo da poter analizzare quantitativamente le eventuali differenze.

I risultati hanno evidenziato che i bambini di 3 e 5 anni sono in grado di descrivere eventi accaduti nel loro passato recente ed eventi che sarebbero accaduti nel loro futuro immediato. Anche i bambini di 3 anni, quindi, hanno dimostrato l'abilità di compiere brevi viaggi con la memoria episodica nel passato e nel futuro.

Per essere certi che tale abilità fosse di natura episodica, secondo la definizione di Tulving, gli autori hanno separato le espressioni dei bambini in prima persona - “ho chiesto un hamburger e poi ho giocato” - da quelle in seconda o terza persona - “prima ordini da mangiare e poi giochi” - e considerato solo le prime per l'analisi, il secondo tipo di espressioni era comunque raro. In tal modo la memoria episodica dimostrava l'elemento chiave, la consapevolezza autonoetica.
L'unica differenza tra i due gruppi ha riguardato le maggiori informazioni e il maggior uso del tempo passato dei verbi nei bambini di 5 anni mentre i bambini di 3 anni usavano di più i verbi al presente; per entrambi i gruppi il tempo futuro era usato solo in meno del 10% delle descrizioni degli eventi.

Il viaggio nel tempo comincia presto, tra passato e futuro: buona memoria!


Hayne H, Gross J, McNamee S, Fitzgibbon O, Tustin K. Episodic memory and episodic foresight in 3- and 5-year-old children. Cognitive Dev. 2011; 26, 343-355.

Mullally SL, Maguire EA. Learning to remember: The early ontogeny of episodic memory. Dev Cogn Neurosci. 2014 Jul; 9:12-29.

Rovee-Collier C, Patterson J, Hayne H. Specificity in the reactivation of infant memory. Dev Psychobiol. 1985 Nov; 18(6):559-74. Tulving E. 1972. Episodic and semantic memory. In E. 

Tulving and W. Donaldson (Eds.), Organization of Memory (pp. 381-403). New York: Academic Press. Tulving E. Episodic memory: from mind to brain. Annu Rev Psychol. 2002; 53:1-25.  

Tustin K, Hayne H. (2010). Defining the boundary: Age-related changes in childhood amnesia. Dev Psychology. 46(5):1049-1061.

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