La
memoria episodica rappresenta il viaggio mentale nel tempo verso il
passato e la previsione del viaggio mentale nel tempo verso il
futuro.
La
memoria episodica come definita da Endel Tulving, si riferisce ai nostri
ricordi di eventi fissati in un determinato tempo e spazio, in altri
termini il cosa il dove e il quando (www: what, where, when)
di un ricordo (Tulving 1972). Questa prima definizione è stata aggiornata e attualmente la memoria episodica è
riferita alla consapevolezza autonoetica che un evento sia
ricordato - non semplicemente ritenuto familiare - e alla capacità
di proiettarsi sia nel passato sia nel futuro (cronestesia,
Tulving 2002).
Per consapevolezza autonoetica s'intende la sensazione che l'evento sia accaduto o accadrà a me. Non è, quindi, sufficiente riconoscere l'evento come familiare.
Per consapevolezza autonoetica s'intende la sensazione che l'evento sia accaduto o accadrà a me. Non è, quindi, sufficiente riconoscere l'evento come familiare.
Sappiamo
che le lacune della memoria episodica possono essere il primo segnale
della malattia di Alzheimer. Inoltre, la memoria episodica è
compromessa nei casi di adulti diventati amnesici a causa di lesioni
dell'ippocampo, che si trova nella regione mediale del lobo temporale
del nostro cervello.
Quando,
nello sviluppo di un bambino, comincia a formarsi la memoria
episodica?
Molte
ricerche hanno dimostrato che già a 6 mesi i bambini sono capaci di
una memoria dichiarativa o esplicita. Addirittura, a partire dai 2
mesi si formano delle memorie che necessitano di un maggiore tempo di
presentazione dello stimolo e sono mantenute per tempi più brevi,
rispetto all'età di 6 mesi.
A
partire dai 2 mesi i bambini possono apprendere la relazione tra il
movimento della loro gamba e il movimento conseguente di una
giostrina sulla culla (un nastro attaccato alla giostrina viene
legato alla caviglia così che quando il bambino muove la gamba,
muova anche la giostrina). L'apprendimento di un'azione – muovere
la gamba - avviene attraverso il rinforzo coniugato fornito dal
movimento della giostrina. Tale compito - Mobile Conjugate
Reinforcement Task (Rovee-Collier et al. 1985) - può essere
applicato dai 2 ai 7 mesi di età e prevede 3 fasi: una prima fase di
baseline per registrare il comportamento spontaneo del
bambino, una seconda fase di acquisizione in cui si lega il nastro
alla caviglia del bambino e alla giostrina e una terza fase di
ritenzione, in cui il nastro non è legato al sonaglio. Il bambino
vedendo la giostrina può continuare a calciare affinché si muova.
La memoria esplicita è così misurata con l'incremento del numero di
calci nella terza fase rispetto alla prima fase.
La
memoria dichiarativa (le conoscenze che accumuliamo) come la memoria episodica (le storie che viviamo) dipende
dall'ippocampo.
La
memoria episodica comincia a svilupparsi più tardivamente, a 3 anni: il suo emergere coincide con lo sviluppo della capacità di
collegare informazioni che accadono in uno stesso tempo e spazio, con
lo sviluppo della capacità di formare associazioni.
Andando
a studiare più precocemente la formazione di associazioni è
possibile rintracciare i precursori della memoria episodica, come
spiegano in un'accurata revisione Mullally e Maguire (2014).
Uno dei
compiti utilizzati a tale scopo riguarda l'inferenza transitiva, ossia l'acquisizione di associazioni nuove tra oggetti non direttamente
collegati tra loro. Tale acquisizione è stata dimostrata in bambini
di 6 mesi. Un'acquisizione molto precoce, se si pensa che tale
abilità si supponeva emergesse a 7 anni, secondo le osservazioni di
Jean Piaget, lo psicologo svizzero autore della teoria dello sviluppo
più influente del secolo scorso.
Una differenza temporale che sottolinea la grande innovazione apportata dalle
neuroscienze dello sviluppo alla comprensione dei cambiamenti che
avvengono in età evolutiva, che non è più vista come un periodo di
confusione o di lunghe fasi gerarchiche ma come il periodo in cui i
fattori biologici, l'interazione con l'ambiente e i cambiamenti
neuroanatomici interagiscono dinamicamente per far emergere e
successivamente specializzare i diversi processi cognitivi – la
percezione, l'attenzione, la memoria,... - fin dalle prime settimane
di vita.
Tali
risultati hanno già rivoluzionato le teorie di psicologia e
neuropsicologia dello sviluppo e avranno un impatto radicale sui
futuri sistemi educativi.
Come
ipotizzano Mulally e Maguire, integrando i risultati sperimentali
provenienti da diversi studi, c'è una fase o età critica nello
sviluppo della memoria episodica, intorno ai 9 mesi, quando il
bambino inizia a gattonare. Ma la memoria episodica, quella che
registra i ricordi con le coordinate spazio-temporali può funzionare
solo quando si raggiunge la capacità di apprendimento spaziale
allocentrico, dipendente dall'ippocampo. Nello spazio allocentrico il
punto d riferimento e le mappe di spostamento sono centrate sugli
oggetti e non sull'osservatore. Lo spostamento autonomo che si
raggiunge con il gattonamento permette lo sviluppo della percezione
spaziale.
di maturazione in epoca postnatale: il prolungato sviluppo del giro
dentato e degli strati nella regione CA3; il precoce sviluppo degli
strati di diverse regioni (CA1, CA2 e subiculum) che ricevono
proiezioni dalla corteccia entorinale; lo sviluppo ancora più rapido
di strutture sottocorticali altamente interconnesse (subiculum,
presubiculum, parasubiculum e CA2) (Lavenex e Banta Lavenex 2013).
La
diversa maturazione di tali circuiti è ritenuta determinante per
l'emergere dei diversi processi di memoria e più tardivamente della
memoria episodica, che richiede lo sviluppo di tutti e tre i
circuiti.
Un
aspetto cruciale è che fin dalle prime settimane di vita si formano
delle memorie che hanno una durata variabile. L'età a cui si
riferisce il primo ricordo episodico dipende dall'età del bambino al
momento della rievocazione: i bambini più piccoli sono in grado di
recuperare i ricordi più precoci, rispetto ai bambini più grandi.
Tustin e Hayne (2010) hanno osservato che le memorie più precoci,
incluse le episodiche, sono correttamente recuperate da bambini e
adolescenti, anche se sono antecedenti ai 3.5 anni, l'età limite
dell'amnesia infantile se valutata negli adulti. In età adulta,
infatti, non conserviamo ricordi relativi al periodo compreso
tra 3 e 5 anni.
Probabilmente
i bambini codificano e registrano eventi nella memoria fin dalle
prime settimane, ma a causa di processi di consolidamento non ancora
efficienti, tali ricordi diventano inaccessibili, dopo almeno una
decina di anni!
Esempio di una celebre sequenza temporale episodica |
I
risultati hanno evidenziato che i bambini di 3 e 5 anni sono in
grado di descrivere eventi accaduti nel loro passato recente ed
eventi che sarebbero accaduti nel loro futuro immediato. Anche i
bambini di 3 anni, quindi, hanno dimostrato l'abilità di compiere
brevi viaggi con la memoria episodica nel passato e nel futuro.
Per
essere certi che tale abilità fosse di natura episodica, secondo la
definizione di Tulving, gli autori hanno separato le espressioni dei
bambini in prima persona - “ho chiesto un hamburger e poi ho
giocato” - da quelle in seconda o terza persona - “prima
ordini da mangiare e poi giochi” - e considerato solo le prime
per l'analisi, il secondo tipo di espressioni era comunque raro. In
tal modo la memoria episodica dimostrava l'elemento chiave, la
consapevolezza autonoetica.
L'unica
differenza tra i due gruppi ha riguardato le maggiori informazioni e
il maggior uso del tempo passato dei verbi nei bambini di 5 anni
mentre i bambini di 3 anni usavano di più i verbi al presente;
per entrambi i gruppi il tempo futuro era usato solo in meno del 10%
delle descrizioni degli eventi.
Il
viaggio nel tempo comincia presto, tra passato e futuro: buona memoria!
Hayne H, Gross J, McNamee S, Fitzgibbon O, Tustin K. Episodic memory and episodic foresight in 3- and 5-year-old children. Cognitive Dev. 2011; 26, 343-355.
Mullally SL, Maguire EA. Learning to remember: The early ontogeny of episodic memory. Dev Cogn Neurosci. 2014 Jul; 9:12-29.Tulving and W. Donaldson (Eds.), Organization of Memory (pp. 381-403). New York: Academic Press. Tulving E. Episodic memory: from mind to brain. Annu Rev Psychol. 2002; 53:1-25.
Tustin K, Hayne H. (2010). Defining the boundary: Age-related changes in childhood amnesia. Dev Psychology. 46(5):1049-1061.
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