“Tocchi
il medio della mano sinistra”
“...destra
sinistra ...non ci capisco più nulla ...ehm... ecco” [indica l'indice]
Ci
sono diverse prove che ci permettono di esaminare l'agnosia per le
dita o disturbo del riconoscimento, dell'identificazione, della
denominazione, della selezione e dell'orientamento verso le singole
dita di ciascuna mano.
Le
dita esaminate possono essere quelle del paziente, dell'esaminatore o
di un disegno.
Sulle
mani del paziente le prove vanno applicate anche chiedendo che chiuda
gli occhi o interponendo uno schermo tra i suoi occhi e le sue mani.
In tal modo si potrà distinguere l'effetto additivo della modalità
visiva e l'effetto selettivo della stimolazione tattile.
Il
compito diventa ancora più complesso quando al paziente si chiede di
ripetere le prove sulle mani incrociate. Si potrà così escludere il
codice spaziale e quindi l'effetto facilitante della rappresentazione
spaziale delle dita (ad es. se poggio le due mani sul tavolo i due
pollici sono all'interno e so che i due mignoli sono verso destra o
sinistra; se invece incrocio le mani, all'interno ci saranno i due
mignoli e verso destra o sinistra i due medi, anulari, ecc.).
Un'altra
prova considerata molto importante per il clinico da Elizabeth
Warrington, autrice insieme a Kinsbourne dell'articolo del 1962, è
quella delle “dita in mezzo”: l'esaminatore tocca simultaneamente
due dita e il paziente deve dire quante sono le dita tra quelle
toccate – nessuna, una due o tre.
La
Signora F ha poco più di 50 anni, quando si sottopone ad esame
neuropsicologico.
Un'epilessia
esordita all'età di 6 anni, solo per alcuni anni l'ha lasciata
libera dalle crisi, che hanno sconvolto così tanto la famiglia da
farla incontrare per ben tre volte con un esorcista.
Da
adulta le crisi continuano a presentarsi ogni settimana e sono solo
parzialmente controllate dai farmaci.
Quando
si è riuscito a catturare le crisi durante la registrazione
dell'elettroencefalogramma, il tracciato ha mostrato anomalie
temporali sinistre, seguite da un rallentamento diffuso sulle regioni
anteriori dell'emisfero sinistro.
La
risonanza magnetica riporta una sclerosi ippocampale sinistra.
La
Signora F non presenta declino cognitivo (MMSE=30/30), ha invece
un'ottima intelligenza (QI=127).
Non
ha difficoltà di linguaggio, né nella produzione, né nella
comprensione. Non ha difficoltà nel disegno, né nella copia di
figure, né nella memoria visiva.
Riesce
a identificare gli oggetti con la mano destra, con la sola percezione
tattile.
Non
mostra aprassia: riesce correttamente ad eseguire sequenze motorie
con gli arti superiori o con la bocca.
Non
ha alcuna difficoltà a scrivere.
Ha
difficoltà a riconoscere volti noti. Durante una crisi epilettica
non ha riconosciuto il proprio figlio.
Nelle
prove più complesse, ha mostrato disorientamento destra-sinistra: ha
commesso diversi errori nel riferire se il tocco su una mano, su un
braccio o su una gamba era localizzato a sinistra o a destra.
Ha
mostrato sistematicamente agnosia per le dita.
Numerosi
studi dimostrano che i correlati neuroanatomici dell'agnosia per le
dita si trovano nell'emisfero sinistro, proprio l'emisfero dove nella
Signora F è situato il focus delle anomalie epilettiche. Un recente
articolo di Rusconi e collaboratori (2014) mostra l'importanza di
specifiche regioni parietali per le gnosie delle dita.
Quello
che è accaduto durante alcune delle crisi epilettiche della Signora
F appare ancora più peculiare.
In
alcuni episodi è accaduto che rientrasse in casa, mettesse a posto
la spesa o rovistasse nei cassetti, senza rendersene conto.
In
un episodio ha rovesciato, senza farla cadere, la tazzina di caffè
che teneva nella mano destra.
“Perché
è la mano con cui faccio di più”.
In
tre episodi è successo qualcosa di più grave.
Stava
cucinando. Si districava tra pentole e fornelli.
Tutte
e tre le volte ha riempito la vaschetta del lavello e si è ritrovata
con la mano destra nell'acqua.
In
un episodio credeva di aver messo sul fornello la pentola ma la mano
destra non aveva preso nulla e aveva invece appoggiato se stessa
sulla fiamma.
Nell'episodio
più grave la Signora F stava friggendo delle patate per la cena,
l'olio era bollente. Credeva di avere afferrato il mestolo, ma la
mano destra si è ritrovata come mestolo a rigirare le patate.
Prima
di avvertire il dolore la Signora F aveva telefonato a un parente e a
un'amica per avvertirli di essersi ustionata, rassicurandoli. Iniziò
gradualmente a sentire dolore ma solo all'arrivo in ospedale lanciò
un urlo consapevole.
Fu
necessaria l'amputazione delle falangi di alcune dita.
Alla
Signora F accade che in alcune crisi epilettiche perda il
riconoscimento del proprio corpo (asomatognosia) e si ritrovi la mano
destra come aliena o anarchica, con gravi conseguenze per la propria
incolumità.
Queste
caratteristiche sono state descritte da Feinberg e collaboratori(2008) anche in un'altra paziente, di 61 anni, che a causa di un
tumore nella regione fronto-temporale dell'emisfero destro aveva
sviluppato movimenti della mano sinistra fuori dal proprio controllo
e negava che la mano sinistra fosse sua.
Gli
autori hanno avuto l'opportunità di registrare questi fenomeni
proprio nel corso di un video-monitoraggio elettroencefalografico.
Al
tracciato le anomalie elettriche erano localizzate nell'emisfero
destro, nella regione fronto-temporale e diffondevano nella regione
parietale. Durante la registrazione la paziente identificò
correttamente la mano dell'esaminatore e la propria mano destra ma
non riconosceva la propria mano sinistra: “è la sua mano”
riferiva all'esaminatore. La mano poi continuava a essere in
movimento a rovistare tra vestiti e oggetti.
Nel
fenomeno della mano aliena o anarchica si possono individuare due
aspetti: gli oggetti presenti nell'ambiente circostante sono
correttamente percepiti e sono conservate le rappresentazioni
spaziali - generate dal lobo parietale - necessarie a calibrare il
movimento per raggiungerli e afferrarli, mentre è compromessa la
selezione del movimento appropriato per compiere un'azione.
Tale
fenomeno consegue anche alla resezione del corpo calloso come ci
aveva mostrato
IjonTichy, un caso clinico in missione sulla luna.
Nella
paziente di Feinberg e collaboratori e nella Signora F
l'asomatognosia e la mano aliena hanno natura parossistica: sono
correlate alla diffusione delle scariche nelle aree extralesionali
dello stesso emisfero, che si verifica in alcune crisi epilettiche –
in particolare nel lobo parietale e nell'area supplementare motoria -
e non alla specifica lesione corticale.
Nella
Signora F possiamo fare solo delle ipotesi, non essendosi presentata
l'opportunità di registrare proprio quegli episodi in cui la mano
destra credeva di essere un utensile.
Appare
probabile, inoltre, che l'agnosia per le dita e il lieve
disorientamento destra-sinistra rilevati all'esame neuropsicologico,
siano dovuti a un lieve danno non strutturale ma funzionale,
derivante dalla resistente epilessia.
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