Il
21 dicembre di 126 anni fa nasceva Anna Meyer ad Halberstadt, in
Germania.
Morì
a 88 anni nel 1977, assassinata in casa a Forest Grove, in Oregon, da
uno studente di 16 anni, William James Watkins Jr. che, al rifiuto
di dargli dei soldi, la colpì ripetutamente in modo efferato con un
coltello e una matita. Fu ritrovata dopo tre giorni dopo che i vicini
diedero l'allarme, non vedendola. Watkins confessò il delitto e fu
condannato all'ergastolo.
Risulta
ancora più tragica quell'aggressione da parte di uno studente se si
pensa che Anna Berliner nel corso della sua carriera accademica
statunitense pagò in forma anonima le tasse universitarie ad alcuni
studenti che non potevano permettersele e che lasciò i suoi averi
all'Università Pacific in Oregon e all'Università di Göttingen
in Germania.
Tali
averi includevano il risarcimento da parte della Repubblica
Democratica Tedesca delle proprietà requisite alla famiglia Meyer
Berliner durante il nazismo.
Anna
Meier Berliner è tra le più importanti personalità della storia
della psicologia ma condivide con altre donne del secolo scorso la
sorte della dimenticanza e dell'esclusione dalle antologie.
Aveva
studiato medicina a Friburgo e a Berlino nel Laboratorio di
Psicologia.
Dopo
aver sposato il fisico Sigfrid Berliner, nel 1910 si trasferì con
lui a Lipsia. Aveva così l'opportunità di continuare a studiare
psicologia nel primo laboratorio di psicologia sperimentale, fondato
da Wilhelm Wundt nel 1879. Non fosse per il fatto che le donne non vi
erano ammesse.
Iniziò
allora a frequentare lezioni e seminari, che erano aperti anche alle
donne. Il suo interesse e la sua curiosità per gli strumenti
presentati durante le lezioni la portarono al cospetto
dell'ottantenne “eccellenza” Wundt. Come scrisse nel 1959:
Era la prima volta che parlavo a Wundt. Fu molto cordiale, mi chiese degli studi precedenti e nel sentire di tutti i corsi che avevo seguito a Berlino e a Lipsia mi disse semplicemente che non c'erano ragioni per le quali non potessi diventare un membro del suo laboratorio.
Rimase
presso il laboratorio per tre anni fino alla discussione della tesi
di dottorato, tra il 1913 e il 1914, sugli aspetti oggettivi e
soggettivi dell'esperienza sensoriale.
Proprio
così: Anna Meyer Berliner è stata l'unica donna a frequentare il
laboratorio di Lipsia e l'unica a conseguire il dottorato con Wundt.
Nel
1914 i Berliner si trasferirono in Giappone e Anna iniziò a lavorare
all'Ospedale Psichiatrico dell'Università Imperiale di Tokyo. Lo
scoppio della I Guerra Mondiale li rese ospiti non graditi e mentre
il Professor Sigfrid fu confinato a Shikoku con l'accusa di
spionaggio, Anna dovette lasciare il Paese e trasferirsi negli Stati
Uniti, inizialmente a Berkeley dove lavorò con George Malcolm
Stratton
e successivamente a New York, dove fu ricercatrice alla Columbia con
Robert Woodworth e James Cattell e all'orfanotrofio ebraico di New York.
In
quegli anni pubblicò tra gli altri un articolo relativo allo studio
sperimentale dell'influenza del lavoro mentale sulla memoria visiva
di immagini: il tempo di mantenimento dell'immagine [l'intervallo
di ritenzione] e la durata della
singola immagine sono i migliori indicatori dell'influenza del lavoro
mentale sull'immagine stessa, mentre il numero di immagini non mostra
alcuna influenza.
Finita
la grande guerra, le fu possibile tornare in Giappone, dove Anna Meyer
Berliner si trasferì nel 1921, rimanendovi per 10 anni. A Tokyo
insegnò all'Università Nihon e collaborò con l'amministrazione e
con diverse aziende allo sviluppo di test psicometrici in ambito
lavorativo, ponendo le basi per la nascita della psicologia applicata
in Giappone.
A questo periodo risalgono due importanti pubblicazioni - sullo studio dell'impatto di diversi tipi di annunci pubblicitari nei giornali e della cerimonia del tè - che dimostrano l'interesse e lo studio approfondito della cultura giapponese.
I
Berliner sopravvissero al grande terremoto del
Kantō, che devastò Tokyo il 1°
settembre del 1923 e causò più di 100.000 morti.
Nel
1932 tornarono in Germania, a Berlino ,dove Anna si occupò di
ricerche di mercato e psicologia dello sviluppo. Ma nel 1936 a causa
delle persecuzioni del nazismo contro gli ebrei furono costretti a
trasferirsi negli Stati Uniti come rifugiati.
Nel
suo curriculum del 1940 scriveva:
Le interruzioni nella cronologia delle esperienze professionali sono dovute a due guerre, una rivoluzione, un terremoto giapponese e all'attività di ricerca.
Lavorò
come ricercatrice inizialmente all'Università dell'Ohio e insegnò
il giapponese a studenti e soldati. Alla fine della II guerra
mondiale, intraprese l'insegnamento della psicologia a tempo pieno al
Northern Illinois College of Optometry con corsi sulla psicologia
della percezione visiva.
Nel
1949, a 61 anni, fu nominata professore alla Pacific University a
Forest Grove, in Oregon dove continuò gli studi sulla psicologia
visiva, fu autrice di oltre 20 pubblicazioni e collaborò con la
Scuola di Optometria, dimostrando i benefici della cooperazione
interdisciplinare in ambito scientifico. Tale cooperazione fu tanto
virtuosa che nel 1971 la società degli optometristi le conferì il
prestigioso Premio Apollo.
Nella
definizione dei principi della psicologia visiva delineò la sua
moderna concezione che l'esperienza della visione fosse influenzata
da aspetti fisiologici e psicologici, oltre che dall'oggetto in sé.
Applicò tali principi a diversi ambiti, ad esempio all'analisi delle
caratteristiche del test di Rorschach, evidenziandone la forma, il
colore e il movimento da una prospettiva percettiva piuttosto che
clinica.
Anna
Berliner veniva descritta come una donna forte e sportiva: a più di
60 anni nuotava nel freddo Pacifico dell'Oregon e in inverno andava a
sciare a Mount Hood.
Continuò
a insegnare fino agli 81 anni.
Il
marito Sigfrid era morto nel 1961.
Negli
anni sessanta Anna Berliner rifiutò gli inviti di diverse università
tedesche, per non rivivere le memorie del nazismo. Espresse,
tuttavia, la volontà che le sue ceneri fossero traslate a
Halberstadt.
Fonti:
Anna
Berliner (1888-1977) by Rachel Uffelman http://www.apadivisions.org/division-35/about/heritage/anna-berliner-biography.aspx
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