UndineJohn William Waterhouse, 1872 |
"Tu
mi hai giurato fedeltà con ogni tuo respiro, ed io ho accettato il
tuo voto. Così sia. Finché sarai sveglio, potrai avere il tuo
respiro, ma dovessi mai cadere addormentato, allora esso ti sarà
tolto e tu morirai!"
Questa
è una delle versioni del mito di Ondina e della terribile punizione
che infligge al marito infedele.
Nel
dramma di Jean Giraudoux del 1939, Hans rivela la sua disperazione
nell'ultimo dialogo con Ondina:
"Da
quando mi hai lasciato, Ondine, tutto quello che il mio corpo una
volta faceva da solo, ora lo fa solo su comando. È estenuante...
Devo controllare cinque sensi, duecento ossa, mille muscoli. Un solo
attimo di disattenzione e mi dimentico di respirare. È morto,
diranno, perché respirare era un fastidio”.
La
maledizione di Ondine è il nome con cui è comunemente conosciuta
l'ipoventilazione alveolare centrale congenita (Congenital Central
Hypoventilation Syndrome - CCHS) una malattia rara, caratterizzata
da un grave deficit del controllo involontario della respirazione,
che può risultare alterata o assente, e da una disfunzione del
sistema nervoso autonomo.
Nel
90% dei pazienti la malattia è dovuta a una mutazione del gene
PHOX-2B, che codifica per una proteina necessaria allo sviluppo
embrionale delle cellule nervose che controllano le funzioni
respiratorie, cardiovascolari e intestinali.
.
Può
manifestarsi nei primi giorni di vita o, nella forma tardiva, dopo il
primo anno.
In
età adulta, la sindrome può essere causata da traumi spinali.
In
tutti i soggetti affetti,il cervello non è in grado di reagire
all'abbassamento dei livelli di ossigeno o all'aumento di quelli di
anidride carbonica nel sangue, durante il sonno e nei casi più gravi
neanche in veglia.
Alla
sindrome possono essere associate altre patologie dell'intestino, del
sistema cardiovascolare e alcuni tumori.
La prima descrizione
della malattia si deve a Severinghaus e Mitchell che, nel 1962, riportarono tre casi clinici adulti e coniarono l'eponimo, facendo
riferimento alla leggenda germanica Der
Ritter von Staufenberg
dove si narra che "la
ninfa dell'acqua, Ondine, essendo stata tradita dal marito mortale,
gli prese tutte le funzioni automatiche, costringendolo a ricordarsi
di respirare. Quando alla fine si addormentò, morì".
La
prima descrizione in un neonato fu di Mellins e collaboratori nel
1970.
Non
esiste ancora una terapia che guarisca dalla sindrome.
La
cura si basa sulla ventilazione meccanica per supportare la
respirazione: la tracheotomia è il metodo più comune.
È
la seconda volta che lo vedo. L'avevo conosciuto poco più di un anno
fa, quando era ancora alla scuola dell'infanzia.
L'esame
neuropsicologico è uno dei controlli da fare regolarmente per
monitorare nel tempo il profilo cognitivo, il comportamento e gli
apprendimenti.
Il
suo sviluppo nella prima infanzia era stato lento: deambulazione
autonoma acquisita a 18 mesi e prime parole pronunciate ai tre anni.
Ben seguito dal servizio di Neuropsichiatria Infantile territoriale,
stava continuando con beneficio la riabilitazione logopedica.
All'osservazione
si presentava vivace, iperattivo ma in grado di mantenere
l'attenzione prolungata su un compito o un gioco. Aveva un eloquio
fluente ma semplice nella struttura della frase. Le capacità
comunicative e relazionali erano molto buone.
Il
livello intellettivo era pienamente nella norma per l'età, con
abilità verbali e visuospaziali armoniche.
Lo
rivedo ed è cresciuto. Ora frequenta la II primaria.
Durante
l'estate l'iperattività è peggiorata e sono emersi importanti
sintomi ansiosi. I genitori – molto competenti - sono preoccupati
perché l'ansia condiziona alcune semplici attività quotidiane,
come, a volte, andare in auto.
All'osservazione
si è presentato vivace, molto iperattivo, con difficoltà a stare
seduto e continui movimenti delle braccia, delle mani e del tronco.
È
sorridente e si mette subito a suo agio per i test.
Ha
un eloquio fluente, con un ricco vocabolario e con un'adeguata
struttura delle frasi e del discorso. L'articolazione di alcuni suoni
è lievemente difficoltosa e il tono è poco modulato. Risponde,
chiede, commenta.
Non
si cura di quel buchino nella gola con le sue protezioni. La sua
respirazione, quando dorme, è supportata dalla ventilazione
tramite tracheotomia.
Completiamo
tutta la batteria, rispettando i tempi con naturalezza.
-
Cosa manca in questa figura? [tra le ultime, le più difficili]
-
“Devo essere sincero con te? Qui niente”.
Il
livello intellettivo è pienamente nella norma per l'età, con
abilità verbali e visuospaziali armoniche. Risulta solo lievemente
rallentato il tempo di focalizzazione dell'attenzione.
Inizierà
un programma terapeutico interdisciplinare per ridurre l'iperattività e i sintomi ansiosi.
Continuerà ad andare a scuola con motivazione.
Continuerà
ad avere qualcuno che al momento di dormire collegherà la cannula,
azionerà il ventilatore e vigilerà su ogni suono o minimo rumore.
Le
informazioni che seguono sono un estratto del fascicolo
informativo per genitori e caregivers disponibile sul sito web
dell'AISICC, l'Associazione Italiana Sindrome da Ipoventilazione Centrale Congenita.
CHE
COS'È LA CCHS?
La
Sindrome da ipoventilazione centrale congenita (CCHS o Maledizione di
Ondina) è una malattia genetica che coinvolge il sistema nervoso
autonomo, il quale controlla le funzioni automatiche del corpo, tra
cui la respirazione. È congenita perché i bambini sono nati
con questa malattia, anche se alcuni potrebbero non presentare
problemi subito dopo la nascita. È centrale perché coinvolge
il sistema nervoso centrale, cioè il cervello. I centri respiratori
sono situati alla base del cervello (tronco encefalico), appena sopra
il punto in cui il midollo spinale entra nel cranio.
L'ipoventilazione è più grave durante il sonno.
QUALI
PARTI DEL CORPO INFLUENZA LA CCHS?
Il
problema principale riguarda la respirazione, ma può essere
interessata qualunque parte del corpo che viene controllata dal
sistema autonomo, compresi cuore, occhi, tratto gastrointestinale,
cervello e pelle.
PERCHÉ
È NECESSARIO IL SUPPORTO VENTILATORIO?
I
pazienti affetti da CHS non sono in grado di respirare spontaneamente
durante il sonno e, talvolta, anche da svegli. La CHS non si risolve
spontaneamente, non risponde a stimoli farmacologici e non migliora
con l'avanzare dell'età. Pertanto, la respirazione nei pazienti
affetti da CHS deve essere supportata con un dispositivo per la
respirazione. Non esiste una strategia ventilatoria principale;
la modalità di ventilazione deve essere stabilita in base all'età,
alla gravità della malattia, alle preferenze dei genitori e
all'esperienza del centro specializzato.
QUALI
TIPI DI SUPPORTI VENTILATORI SONO DISPONIBILI?
Sono
attualmente disponibili quattro tipi di supporti ventilatori.
- Ventilazione
tramite tracheotomia. Il metodo più comune per fornire una
ventilazione meccanica, soprattutto nei neonati e nei bambini più
piccoli, è tramite una tracheotomia, cioè un'apertura chirurgica
nella trachea. Vi viene inserita una cannula tracheale, che viene
collegata al ventilatore tramite un apposito sistema di tubi.
- Ventilazione
con maschera (chiamata anche ventilazione non invasiva). Il
supporto ventilatorio avviene tramite forcella nasale oppure maschera
nasale o facciale.
- Stimolazione
diaframmatica. La stimolazione diaframmatica richiede un
intervento chirurgico, in cui vengono posizionati due elettrodi nel
petto, sui nervi frenici, e due ricevitori radio sotto la pelle. La
stimolazione elettrica dei nervi frenici causa la contrazione del più
grande e più importante muscolo respiratorio, il diaframma. Quando
il trasmettitore esterno smette d'inviare i segnali, il diaframma si
rilassa e inizia l'espirazione passiva. Procedure più recenti per la
stimolazione diretta del diaframma sono state descritte e utilizzate
in un limitato numero di pazienti.
- Ventilazione
a pressione negativa (NPV). Ci sono tre modi per creare una
pressione negativa atta alla produzione della respirazione: la
corazza respiratoria, il sistema Vest, il polmone d'acciaio. Per
tutti e tre i tipi di NPV, la pressione negativa arriva al torace e
all'addome, comportando un'inspirazione (dato che la pressione
negativa provoca l'aspirazione di aria nei polmoni).
IL
BAMBINO SARÀ IN GRADO DI PARLARE CON LA TRACHEOTOMIA?
Durante
la respirazione spontanea, sulla cannula viene posizionato un
adattatore speciale, chiamato "valvola parlante", che
consente di parlare. Parlare è possibile anche durante la
ventilazione meccanica.
DI
QUALE FOLLOW-UP REGOLARE HA BISOGNO UN PAZIENTE AFFETTO DA CHS?
I
pazienti affetti da CHS devono sottoporsi a visite periodiche per
verificare vari aspetti. L'intervallo di tempo esatto per le
visite sarà stabilito
dalla
famiglia e dal medico. Sarà necessario valutare quanto
segue:
- valutare
l'adeguatezza della ventilazione. L'intervallo dipenderà
dall'età, dalla gravità della malattia e dal centro
- verificare
la misura della maschera, la tracheotomia o la stimolazione del nervo
frenico
- stabilire
se ci sono stati problemi respiratori significativi, come infezioni
polmonari (che riflettono una ventilazione insufficiente o altri
problemi polmonari)
- controllare
la crescita e l'apprendimento
- valutare
eventuali problemi associati
- assicurarsi
che tutte le esigenze di assistenza siano rispettate.
I
BAMBINI AFFETTI DA CHS HANNO BISOGNO DI UN AIUTO IN PIÙ A
SCUOLA?
Le
persone affette da CHS hanno una maggiore probabilità di necessità
educative speciali. Prima d'iniziare la scuola a tempo pieno e in
seguito, a intervalli successivi, dovrebbe essere valutata tale
necessità. I bambini non dovrebbero essere svantaggiati, e nel caso
in cui venissero identificate esigenze particolari, es. dislessia o
problemi di concentrazione, andranno seguiti in modo mirato.
IL
BAMBINO SI SVILUPPERÀ NORMALMENTE?
I
bambini affetti da CHS sono generalmente più lenti per quanto
concerne le capacità di elaborazione mentale e spesso presentano un
rendimento scolastico non ottimale e/o una capacità intellettiva
inferiore. La funzione neuropsicologica sembra essere correlata a un
buon supporto ventilatorio e alla gravità della CCHS.
La
maggior parte dei bambini affetti da CHS frequenta le lezioni
regolari in scuole normali. Tuttavia, alcuni soggetti affetti dalla
malattia hanno notevoli difficoltà di apprendimento e richiedono un
sostegno speciale.
Grazie
a test cognitivi regolari e completi, è possibile identificare un
eventuale problema e intraprendere un intervento didattico attivo
che, insieme a una gestione ventilatoria ottimale, possa fornire le
massime opportunità per lo sviluppo neuro-cognitivo del bambino.
Riferimenti
bibliografici
Mellins
RB, Balfour HH, Jr, Turino GM, et al: Failure of automatic control of
ventilation (Ondine's curse). Report of an infant born with this
syndrome and review of the literature. Medicine
(Baltimore) 49:487-504,
1970
Severinghaus
JW, Mitchell RA: Ondine's curse—failure of respiratory center
automaticity while awake. J
Clin Res 10:122,
1962
Osservatorio
Malattie Rare
http://www.osservatoriomalattierare.it/sindrome-di-ondine/8778-sindrome-di-ondine-quando-il-sonno-e-una-minaccia-per-la-vita
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