Il quadro che emerge dallo studio appena pubblicato da Marianna Filandri e Silvia Pasqua dell’Università di Torino
presenta una situazione tangibile e persistente: ci sono sempre meno donne man
mano che si sale nella carriera accademica in Italia.
La spiegazione di tale divario secondo alcuni
sarebbe da rintracciare nell’inferiorità delle donne, che mancherebbero delle
abilità cognitive necessarie per farsi strada nelle discipline scientifiche.
Questa convinzione arriva da lontano, come spiega Angela Saini, laureata in
ingegneria, autrice e giornalista scientifica, nel suo libro Inferiori. Come la scienza ha penalizzato le donne, tradotto in italiano per Harper
Collins.
Tuttavia, lo studio di Filandri e Pasqua
dimostra che tale disparità non è motivata da una diversa produttività
scientifica né dalla riluttanza delle donne a candidarsi per le posizioni di
professore ordinario. In altri termini, a parità di pubblicazioni scientifiche
e di candidatura, gli uomini hanno più probabilità di essere nominati
professori rispetto alle donne.
“In uno studio pubblicato nel 2012, la psicologa Corinne Moss-Racusin e un gruppo di ricercatori della Yale University hanno analizzato il problema dei pregiudizi nella scienza: a oltre cento scienziati è stato chiesto di valutare il curriculum di un candidato che si presentava per ottenere un lavoro come responsabile di laboratorio. I curricula da valutare erano identici, tranne per il fatto che la metà era attribuita a un candidato con un nome femminile e l’altra metà con un nome maschile”.
Qual è stato il responso della commissione?
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- 2020, su Valiga Blu, Donne e scienza: storie da raccontare
- 2017, all'uscita dell'edizione inglese: L'inferiorità delle donne secondo gli scienziati
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