venerdì 6 dicembre 2019

L’inferiorità delle donne e la scienza




Il quadro che emerge dallo studio appena pubblicato da Marianna Filandri e Silvia Pasqua dell’Università di Torino presenta una situazione tangibile e persistente: ci sono sempre meno donne man mano che si sale nella carriera accademica in Italia.


La spiegazione di tale divario secondo alcuni sarebbe da rintracciare nell’inferiorità delle donne, che mancherebbero delle abilità cognitive necessarie per farsi strada nelle discipline scientifiche. Questa convinzione arriva da lontano, come spiega Angela Saini, laureata in ingegneria, autrice e giornalista scientifica, nel suo libro Inferiori. Come la scienza ha penalizzato le donne, tradotto in italiano per Harper Collins.


Tuttavia, lo studio di Filandri e Pasqua dimostra che tale disparità non è motivata da una diversa produttività scientifica né dalla riluttanza delle donne a candidarsi per le posizioni di professore ordinario. In altri termini, a parità di pubblicazioni scientifiche e di candidatura, gli uomini hanno più probabilità di essere nominati professori rispetto alle donne.


Come descritto da Angela Saini, 


“In uno studio pubblicato nel 2012, la psicologa Corinne Moss-Racusin e un gruppo di ricercatori della Yale University hanno analizzato il problema dei pregiudizi nella scienza: a oltre cento scienziati è stato chiesto di valutare il curriculum di un candidato che si presentava per ottenere un lavoro come responsabile di laboratorio. I curricula da valutare erano identici, tranne per il fatto che la metà era attribuita a un candidato con un nome femminile e l’altra metà con un nome maschile”.


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Leggi anche:
- 2020, su Valiga Blu, Donne e scienza: storie da raccontare 
- 2017, all'uscita dell'edizione inglese: L'inferiorità delle donne secondo gli scienziati



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