«Di tutti i misteri della natura, nessuno è più grande della
coscienza umana» ha scritto lo psicologo canadese, nato in Estonia, Endel Tulving.
Tulving ha introdotto il concetto di “coscienza autonoetica”, intesa
come quella particolare capacità di apprezzare la connessione del
proprio sé attuale con il futuro e con il passato. Essa si differenzia
dalla forma più generale di coscienza “noetica” che è alla base della
capacità di sapere che il passato e il futuro esistono assieme alle
altre conoscenze sul mondo.
Quello che rende speciale la coscienza autonoetica è che costituisce
la base di lancio per condurre sé stessi attraverso il viaggio mentale
nel tempo, avendo la sensazione che l’evento sia accaduto o accadrà a me.
Attraversare i nostri ricordi percependoci nei tempi e nei luoghi in
cui li abbiamo vissuti e proiettarci verso i tempi e i luoghi in cui
vivremo gli eventi futuri sono parte di uno stesso processo costruttivo
reso possibile da una rete di strutture del nostro cervello in cui è
centrale l’ippocampo...
Il paziente N.N. è stato il primo in cui Tulving ha iniziato a
dimostrare che l’amnesia può essere caratterizzata da un disordine della
coscienza e non solo da un disordine della memoria per gli eventi
passati o memoria episodica.
Continua su QUASI, la rivista che non legge nessunə
Nessun commento:
Posta un commento