This
is my story. This is how pieces of a life were lost. These are the
pieces of a life recalled.
Auguste
Deter nacque il 16 maggio 1850. Deter era il cognome acquisito dal
marito, Karl Deter, sposato nel 1873. Dal loro matrimonio nacque una
figlia. Sul finire degli anni 1890, a poco più di 40 anni, Auguste
iniziò a manifestare problemi di memoria e disturbi del
comportamento, che non aveva mai mostrato prima. Il 18 marzo del
1901, secondo il racconto del marito, Auguste all'improvviso lo
accusò di essere uscito con una vicina e per i giorni successivi
manifestò irritazione nei confronti di entrambi.
Karl
lavorava nelle ferrovie e non era in grado di prendersi cura di
Auguste. Decise così di trasferirla in un istituto per malattie
mentali. Il 25 novembre del 1901 l'accolse la Clinica Psichiatrica
Irrenanstalt di Francoforte sul Meno, dove lavorava Alois Alzheimer,
assieme a un valido gruppo di ricercatori tra i quali gli italiani
Gaetano Perusini e Francesco Bonfiglio.
Durante
la permanenza all'istituto venne sottoposta regolarmente a esame
clinico e a trattamenti di sedazione, senza il ricorso a contenzioni.
Tutto fu minuziosamente annotato nella sua cartella clinica.
La
cartella clinica di Auguste D. 26 novembre 1901
“Come
si chiama?”
“Auguste”
“Cognome?”
“Auguste”
“Come
si chiama suo marito?”
“Credo
Auguste”
“Suo
marito?”
“Ah,
mio marito...”
“È
sposata?”
“Con
Auguste”
Queste
stesse parole si ritrovano nell'opera corale Alzheimer's Stories,
composta da Robert Cohen su libretto di Herschel Garfein.
Il
clinico comprese la peculiarità di un tale tipo di comportamento e
continuò a esaminarla nei giorni successivi.
“Scriva
‘Signora Auguste D.”
Lei
scrive “Signora”, e intanto ha dimenticato il resto. Se le si
dice ogni singola parola, lei le scrive. Invece di «Auguste» scrive
“Augusa”.
Nello
scrivere dice ripetutamente: «Mi sono, per così dire, persa».
Alzheimer
definisce il suo comportamento “disturbo amnestico di scrittura”.
Il
suo colloquio clinico ricorda l'esame che si effettua, oggi in modo
standardizzato, per rilevare il declino cognitivo.
“In
che anno stiamo?”
“Mille
ottocento...”
“Che
mese?”
“Secondo
mese”
"Durante
il ricovero i suoi gesti mostravano una completa incapacità. Era
disorientata nel tempo e nello spazio. Ogni tanto diceva che non
capiva niente, che si sentiva confusa e totalmente persa. […] Nelle
sue conversazioni usava spesso frasi confuse, singole espressioni
parafasiche (come 'lattiera' invece che 'tazza'), a volte smetteva
del tutto di parlare. [...] La regressione mentale avanzava
costantemente. La paziente morì dopo quattro anni e mezzo di
malattia. Nell'ultimo periodo era completamente apatica e restò
confinata a letto in posizione fetale, era incontinente e sebbene
ricevesse cure e attenzioni soffrì di decubito." (In A.
Alzheimer, Über eine eigenartige Erkrankung der Hirnrinde, in
«Zeitschrift für Psychiatrie und psychisch-gerichtliche Medizin»,
1907)
Morì
l'8 aprile del 1906
Alzheimer
reputò il caso di Auguste Deter di rilevanza scientifica e lo
presentò al Congresso della Società di Psichiatria a Tubinga nel
1907. Fu accolto con freddezza e il presidente commentò: 'Signor
collega Alzheimer, allora la ringrazio per la sua esposizione,
evidentemente non c'è bisogno di discussione.”
Il
1 marzo del 1903 Alzheimer aveva lasciato la Clinica di Francoforte
per trasferirsi per qualche mese ad Heidelberg, dove già si trovava
il collega Franz Nissl e successivamente a Monaco, nella Clinica di
Emil Kraepelin.
Il
suo lavoro a Francoforte fu continuato da un valido collaboratore,
Gaetano Perusini.
Perusini
continuò a studiare Auguste e altri pazienti che presentavano
analoghe manifestazioni cliniche. E omogeneo era anche il quadro
neuropatologico, caratterizzato da atrofia corticale, depositi di “un
prodotto metabolico patologico” nelle placche e degenerazione
neurofibrillare.
Nel
1910 descrisse le caratteristiche cliniche e neuropatologiche di
Auguste e di altri tre casi (B.A., Sch.,L., R. M.) in un articolo
pubblicato sulla rivista curata da Nissl e Alzheimer (Ueber
klinisch und histologisch eigenartige psychisce Erkrankung das
spaeteren Lebenshalters), corredato di disegni e tavole.
“Su
sollecitazione del Dottor Alzheimer ho esaminato i quattro casi
seguenti caratterizzati da segni comuni sia clinici che
specificatamente anatomopatologici. Qui discuto individualmente ogni
caso: la sua storia fisica e la descrizione delle scoperte fatte al
microscopio. Tenterò di accertare quale significato possa essere
attribuito alle scoperte istologiche (che in molti aspetti sono
interessanti) e dove si possano porre questi casi clinici all'interno
di una relazione clinica e anatomopatologica.”
Il
caso di Auguste è nella serie di Perusini ma non in quella di
Fauller, pubblicata nel 1907. Solomon Carter Fauller era tra i cinque
ricercatori stranieri selezionati nel 1904 da Alzheimer per il suo
laboratorio clinico e sperimentale. Era uno psichiatra
afro-americano, nato in Liberia nel 1872 ed era il nipote di uno
schiavo americano che aveva comprato la libertà ed era emigrato in
Africa. A Fauller si deve la prima pubblicazione in inglese, nel
1907, dei casi studiati da Alzheimer e dal suo gruppo, assieme ad
altri casi eterogenei. A Perusini la prima pubblicazione omogenea ed esaustiva, che includeva il caso di Auguste.
Fu
Emil Kraepelin a introdurre il termine malattia di Alzheimer
(Alzheimerische Krankeheit) nel 1910, alla pagina 627
dell'ottava edizione del suo trattato di Psichiatria.
E
tale è rimasta la denominazione, nonostante il contributo
fondamentale di Gaetano Perusini. Tornato in Italia nel 1911,
continuò le sue ricerche, conseguì la libera docenza in clinica
delle malattie nervose e mentali e nel 1913 divenne assistente
nell'ospedale psichiatrico di Mombello. Arruolatosi volontario nella I Guerra Mondiale, morì l'8 dicembre 1915 per le
conseguenze dell'esplosione di una granata.
Alois
Alzheimer morirà 11 giorni dopo.
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pieces of a life recalled.
A
febbraio del 2013, in un articolo pubblicato su The Lancet Neurology,
Ulrich Müller, Pia Winter e Manuel B. Graeber hanno dimostrato
definitivamente la validità delle pioneristiche ricerche di Alois
Alzheimer, di Gaetano Perusini e del gruppo di Francoforte.
Una storia straordinaria:
prima - nel 1995 - Konrad Maurer, Stephan Volk e Hector Gerbaldo
ritrovarono le cartelle cliniche di Auguste Deter, poi - nel 1997 -
furono avventurosamente ritrovati, nell'Università di Monaco, i
vetrini con i campioni di tessuto cerebrale. I risultati delle
analisi neuropatologiche sono stati pubblicati da Graeber e
collaboratori nel 1998.
Neuropathological
reanalysis confirmed the original diagnosis. Her APOE
genotype was ɛ3/ɛ3.
The early disease onset and the absence of the genetic risk allele ɛ4
suggested that she might have had an autosomal dominant form of the
disorder. This notion also fitted with her aggressive
histopathology—characterised by an abundance of cortical tangles in
addition to numerous amyloid plaques.
Quello
che restava da capire era dunque la causa di un esordio così precoce
e di una tale aggressività del quadro istopatologico. E l'anno
scorso la risposta è stata trovata nella mutazione in un gene, la
presenilina 1, che codifica per la proteina precursore della
formazione delle placche di amiloide.
Because
mutations in PSEN1 are the most common cause of autosomal
dominant Alzheimer's disease,
we analysed PSEN1 in DNA extracted from a histological section
of Auguste Deter's brain. In exon 6 we found a T→C substitution at
position 526 (c.526T→C). This change is predicted to result in a
Phe176Leu aminoacid substitution in the protein. Exon 6 mainly codes
for the third transmembrane domain of presenilin 1.
Il
progresso tecnologico, le nuove sofisticate tecniche di analisi
istopatologica e genetica, la passione di alcuni scienziati hanno
quindi dato l'opportunità di confermare a 100 anni di distanza il
lavoro pioneristico di quei clinici-scienziati, guidati da Alois
Alzheimer. Essi colsero la particolarità dei disturbi cognitivi e
comportamentali manifestati da Auguste Deter, li annotarono
minuziosamente e con grande abilità ne analizzarono il tessuto
corticale con le tecniche più innovative per l'epoca. In tal modo,
dimostrarono la complementarietà dell'esame psicologico clinico e
dell'indagine neuropatologica nello studio delle malattie
psichiatriche, superando i vincoli delle due opposte scuole, quella
organicista e quella psicoanalitica.
This
is my story. This is how pieces of a life were lost. These are the
pieces of a life recalled.
This is my story. Love and compassion repair every loss, one by
one, time and again.
Find
those you love in the dark and light.
Help
them through the days and nights.
Keep
faith. They sense what they cannot show.
Love
and music are the last things to go. Sing anything.
Sing.
Konrad
Maurer, Stephan Volk, Hector Gerbaldo (1997). Auguste D.
and Alzheimer’s disease. Lancet 349:
1546- 49
Konrad
Maurer, Ulrike Maurer. Alzheimer, La vita di un medico la carriera
di una malattia, Manifestolibri, Roma, 1999
Matteo
Borri, Storia della malattia di Alzheimer, Il Mulino, Bologna,
2012