La
Federazione mondiale per il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività
(ADHD) ha pubblicato una dichiarazione in 208 punti, approvati da 79 autori di
27 paesi e 6 continenti e revisionati da 362 esperti. Questo aggiornamento
basato su evidenze scientifiche rigorose e sostanziate arriva a quasi 20 anni dalla
prima Dichiarazione di consenso internazionale sull’ADHD. Lo scopo è di presentare
la complessità dei dati scientifici che attestano la validità dell'ADHD come
disturbo mentale e di correggere idee sbagliate sul disturbo che stigmatizzano
le persone affette, riducono la credibilità degli operatori sanitari e impediscono
o ritardano il trattamento delle persone che presentano il disturbo.
La
sindrome che ora chiamiamo ADHD è stata descritta nella letteratura medica dal
1775 (1 – 13)
Quando
fatta da un medico accreditato, la diagnosi di ADHD è ben definita e valida a
tutte le età, anche in presenza di altri disturbi psichiatrici, eventualità
frequente (14-19)
L'ADHD
è più comune nei maschi e si verifica nel 5,9% dei giovani e nel 2,5% degli
adulti. Tali dati stati riportati negli studi condotti in Europa, Scandinavia,
Australia, Asia, Medio Oriente, Sud America e Nord America (20-25)
L'ADHD
è raramente causato da un singolo fattore di rischio genetico o ambientale, ma
la maggior parte dei casi di ADHD sono causati dagli effetti combinati di molti
fattori di rischio genetici e ambientali, ciascuno con un effetto esiguo (26-62)
Le
persone con ADHD spesso mostrano prestazioni ridotte ai test cognitivi, ma
questi test non possono essere utilizzati per diagnosticare l'ADHD (63-70)
Gli
studi di neuroimaging trovano piccole differenze nella struttura e nel
funzionamento del cervello tra le persone con e senza ADHD. Queste differenze
non possono essere utilizzate per diagnosticare l'ADHD (71-77)
Le
persone con ADHD sono a maggior rischio di obesità, asma, allergie, diabete
mellito, ipertensione, disturbi del sonno, psoriasi, epilessia, infezioni a
trasmissione sessuale, anomalie dell'occhio, disordini metabolici (78-100)
Le
persone con ADHD sono a maggior rischio di bassa qualità della vita, disturbi
da uso di sostanze, lesioni accidentali, scarso rendimento scolastico,
disoccupazione, gioco d'azzardo, gravidanze adolescenziali, difficoltà di socializzazione,
delinquenza, suicidio e morte prematura (101-136)
Gli
studi sull’impatto economico mostrano che l'ADHD costa alla società centinaia
di miliardi di dollari ogni anno, in tutto il mondo (137-147)
Le
agenzie di regolamentazione di tutto il mondo hanno stabilito che diversi
farmaci sono sicuri ed efficaci per ridurre i sintomi dell'ADHD, come
dimostrato da studi clinici controllati randomizzati (148-157)
Il
trattamento con farmaci per l'ADHD riduce lesioni accidentali, traumi cranici,
abuso di sostanze, fumo di sigaretta, scarso rendimento scolastico, fratture
ossee, infezioni a trasmissione sessuale, depressione, suicidio, attività
criminale e gravidanze adolescenziali (158-177)
Gli
effetti avversi dei farmaci per l'ADHD sono generalmente lievi e possono essere
affrontati modificando la dose o il farmaco (178-188)
I
farmaci stimolanti per l'ADHD sono più efficaci dei farmaci non stimolanti ma
hanno anche maggiori probabilità di essere usati in modo inappropriato (189-194)
I trattamenti non farmacologici per l'ADHD sono meno efficaci dei trattamenti farmacologici per i sintomi dell'ADHD, ma sono spesso utili per affrontare i problemi che persistono dopo che i farmaci sono stati ottimizzati (195-208)
Ulteriori
approfondimenti sull’ADHD:
-
Istituto Superiore di Sanità
-
A.I.D.A.I Associazione Italiana per i Disturbi di attenzione e iperattività
-
A.I.F.A. Associazione Italiana Famiglie ADHD
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