lunedì 25 luglio 2022

Anniversari e risultati memorabili

Ha compiuto 104 anni il 15 luglio ed è ancora attiva al Neuro – Università McGill di Montreal, lo storico istituto di Neuroscienze canadese. In una delle foto pubbliche recenti è ritratta pochi giorni prima di diventare una splendida centenaria mentre guarda alla tv la partita dei mondiali di calcio 2018 tra Colombia e Inghilterra giunte agli ottavi di finale. L’Inghilterra, vincendo ai rigori, passò ai quarti e poi alle semifinali, piazzandosi al quarto posto in un mondiale vinto dalla Francia. Nel 1982 l’Inghilterra, non avendo segnato nella partita contro la Spagna, non raggiunse le semifinali.

 

Brenda Milner è di origine inglese ma ha condotto a Montreal le ricerche pionieristiche che hanno portato a cambiare radicalmente le conoscenze sul funzionamento del nostro cervello e il rapporto tra i due emisferi cerebrali.


 

Nella sua autobiografia del 1998 scrive «non c’era nulla nel mio retroterra che potesse predire una carriera nelle scienze. Sono nata a Manchester, in Inghilterra, nel luglio del 1918, figlia unica di Samuel Langford, critico musicale del Manchester Guardian, e di Leslie Doig […] che aveva 23 anni meno di mio padre, proveniva da una famiglia a pezzi. […] La loro vita insieme era dominata dalla musica, ed è stata un’amara delusione per loro scoprire che non avevo assolutamente alcuna attitudine musicale.»

Quel fatidico 1982, Milner presenta una sintesi dei suoi lavori più importanti sulle funzioni dei lobi frontali, pubblicata su Philosophical Transactions della Royal Society proprio un paio di settimane prima della finale del mondiale che si sarebbe concluso l’11 luglio con il 3 a 1 Italia-Germania e della conseguente esplosione di festeggiamenti rimasti vividi nelle nostre memorie. Si tratta di uno di quegli eventi memorabili di cui ci sembra di ricordare tutti i particolari – dove eravamo, con chi, cosa abbiamo fatto – ma in realtà molti ce li inventiamo ogni volta che ne ricostruiamo il ricordo. Questo accade perché le strutture del nostro cervello che registrano le nostre memorie non funzionano come diari da cui estrarre quella pagina dal passato ma forniscono in più reti le tracce che poi sono riassemblate dall’ippocampo nel momento in cui recuperiamo e riviviamo quel ricordo del nostro passato.

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