Con l'estate e le distrazioni che porta appaiono improvvisamente rientrate le preoccupazioni della stampa generalista, degli opinionisti e dei rappresentanti politici per la salute mentale della popolazione. A dire il vero solo alcune fasce di popolazione - quelle che vanno dall'infanzia all'adolescenza - risultano meritevoli di attrarre le attenzioni stagionali di media, politica e loro intersezione. Difatti, il panico morale sulla salute mentale dei più giovani costituisce un meccanismo ormai collaudato di distrazione dalla situazione economica e sociale di un determinato momento storico nonché una strategia commerciale per fare entrare nelle scuole e nella rete sanitaria e assistenziale ogni tipo di progetto riparatore senza che ne sia stata sperimentata l'efficacia.
Restano sistematicamente assenti dagli appelli sulla salute mentale le fasce di persone adulte che continuano a essere esposte a molteplici fattori di rischio, soprattutto in questo periodo storico tra la pandemia, la crisi climatica e quella economica.
Assordante, in particolare, è il silenzio sulle conseguenze per la salute pubblica della scelta del governo di destra in carica di eliminare il reddito di cittadinanza, la misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale istituita a marzo 2019.
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